Siamo in cammino verso il Natale lungo una via disseminata di bellezza ma anche di situazioni di grande dolore per l’umanità. Questo cammino, questa via che percorriamo, deve educare lo sguardo alla comprensione di ciò che accade intorno a noi, nel bene e nel male. La celebrazione della Natività è certamente uno dei momenti più importanti e significativi di ogni cristiano e di ogni tempo, e da sempre, nel campo della pittura, della musica, della letteratura. Vari artisti di ogni epoca si sono cimentati nella sfida di rappresentarne il significato più profondo, nel tentativo di darne una immagine concreta, visibile ed emotiva.
Quali stimoli il Natale può produrre nella mente di un artista? Quali e quanti sono i linguaggi con cui è possibile raccontare l’antica storia della Natività?
Per scoprirlo, non ricorreremo alle famose rappresentazioni pittoriche della natività, ma seguiremo un percorso attraverso la letteratura, in modo particolare con i versi e i classici dedicati al Natale da autori famosi. Percorreremo insieme questo cammino, un percorso nel mondo della poesia e del racconto, della suggestione, dell’importanza e del significato delle parole. I più grandi scrittori: Quasimodo, Ungaretti, Saba, Bertolt Brecht, Trilussa, Alda Merini, Pirandello,Tolkien, Dickens e tanti altri hanno raccontato il Natale attraverso la letteratura ed hanno ricevuto riconoscimento in tutto il mondo.
La storia dell’umanità è segnata dalla nascita di Cristo. Per i cristiani di tutto il mondo il Natale ricorda quel giorno di oltre duemila anni fa che ha cambiato per sempre la storia dell’umanità. L’immagine di Gesù bambino, accudito da Maria e Giuseppe, ha nel corso dei secoli messo alla prova gli artisti, spinti da attento rispetto e dal desiderio di misurarsi su un tema che da sempre ha costituito un punto di partenza per la realizzazione di grandi capolavori. Oltre ai versi dedicati all’evento, vi sono anche cinque grandi classici della letteratura da rileggere in questo Natale. Con l’approssimarsi della festa, nel calore degli affetti e con la necessità di veri rapporti umani, lasciamoci coinvolgere con ancora più forza da quanti hanno scelto il Natale come occasione per scrivere i testi più intensi di sempre. Allora immergiamoci nei versi e nel mondo della poetica natalizia per riscoprire il senso profondo di questo grande avvenimento.
La prima Natività della storia III secolo – catacombe di Priscilla, a Roma
dal sito : https://www.fanpage.it/cultura/la-nativita
Natale (Quasimodo)
Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
A Gesù Bambino
(Ungaretti)
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
Nella notte di Natale
(Umberto Saba)
Io scrivo nella mia dolce stanzetta,
d’una candela al tenue chiarore,
ed una forza indomita d’amore
muove la stanca mano che si affretta.
Come debole e dolce il suon dell’ore!
Forse il bene invocato oggi m’aspetta.
Una serenità quasi perfetta
calma i battiti ardenti del mio cuore.
Notte fredda e stellata di Natale,
sai tu dirmi la fonte onde zampilla
Improvvisa la mia speranza buona?
È forse il sogno di Gesù che brilla
nell’anima dolente ed immortale
del giovane che ama, che perdona?
Er Presepio
(Trilussa)
Ve ringrazio de core, brava gente,
pé ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore non capite gnente…
Pé st’amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
“La cicatrice di Betlemme” artista di strada Banksy a Betlemme, il 20 dicembre 2019.
dal sito https://www.timesofisrael.com/
Cunto ‘e Natale (E. A. Mario)
Pure ‘e tre Magge antiche erano rre,
ma quanno le dicetteno: Venite;
è nato chi ce vò cuntente e aunite!
Cu tutt’’a gente ‘o jetteno a vedè
Ullero, Ullero si fosse overo!
Dicevano ‘e rre
Vedessemo fernì turmiente e pene,
e tutto ‘o munno se vulesse bene!
E tanta vote ca turnàino a ghì
cu ‘a neve, a vierno, aunite a Bettalemme
pure sapenno ca a Gerusalemme
ncroce a Gesù ‘o facetteno murì
Ullero, ullero è muorto, è overo
Ma ha ditto accussì:
Nu juorno hann’’a fernì turmiente e pene
E tutto ‘o munno s’hadd’’a vulè bene
Ce vanno pe’ destino pure mo:
‘a neve è rossa ‘e sango, e lloro vanno
‘Sti viecchie ‘e vinte sècule, chist’anno
sperano ancora, viecchie comme so
Ullero, ullero cu stu penziero
Ce tornano a ghi:
Nu juorno hann’’a fernì turmiente e pene,
e tutt’’o munno s’hadda vulè bene
Alla vigilia di Natale (Bertolt Brecht)
Oggi siamo seduti, alla vigilia
di Natale, noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero necessario.
Natale (Alda Merini)
A Natale non si fanno cattivi
pensieri ma chi è solo
lo vorrebbe saltare
questo giorno.
A tutti loro auguro di
vivere un Natale
in compagnia.
Un pensiero lo rivolgo a
tutti quelli che soffrono
per una malattia.
A coloro auguro un
Natale di speranza e di letizia.
Ma quelli che in questo giorno
hanno un posto privilegiato
nel mio cuore
sono i piccoli mocciosi
che vedono il Natale
attraverso le confezioni dei regali.
Agli adulti auguro di esaudire
tutte le loro aspettative.
Per i bambini poveri
che non vivono nel paese dei balocchi
auguro che il Natale
porti una famiglia che li adotti
per farli uscire dalla loro condizione
fatta di miseria e disperazione.
A tutti voi
auguro un Natale con pochi regali
ma con tutti gli ideali realizzati.
È nato! Alleluia!
(Guido Gozzano)
È nato il sovrano bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!
La notte che già fu sì buia
risplende di un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaie
suonate! Squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma come nei libri hanno detto
da quattromill’anni i profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Da quattromill’anni s’attese
a quest’ora su tutte le ore.
È nato, è nato il Signore!
È nato nel nostro paese.
Risplende d’un astro divino
la notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!
Le candeline accese (Roberto Piumini)
Le candeline accese
sui rami dell’abete
sembrano tutte liete
di vegliar da vicino
dolce sonno di Gesù Bambino.
I gingilli d’argento
le belle arance d’oro,
chiedono fra di loro
scampanellando piano
Ci toccherà la sua piccola mano?
Gli angiolini di cera
dalle manine in croce
sussurrano con voce
quasi di paradiso:
Se avessimo soltanto un suo sorriso!
E la stella cometa
che vide tutto il mondo
dice con un profondo
sospiro di dolcezza:
Non vidi mai quaggiù tanta bellezza!
Il vecchio Natale (Marino Moretti)
Mentre la neve fa, sopra la siepe,
un bel merletto e la campana suona,
Natale bussa a tutti gli usci e dona
ad ogni bimbo un piccolo presepe.
Ed alle buone mamme reca i forti
virgulti che orneran furtivamente
d’ogni piccola cosa rilucente:
ninnoli, nastri, sfere, ceri attorti…
A tutti il vecchio dalla barba bianca
porta qualcosa, qualche bella cosa.
e cammina e cammina senza posa
e cammina e cammina e non si stanca.
E, dopo avere tanto camminato
nel giorno bianco e nella notte azzurra,
conta le dodici ore che sussurra
la mezzanotte e dice al mondo: È nato!
Lo zampognaro (Gianni Rodari)
Se comandasse lo zampognaro
Che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale? “Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento”. Se comandasse il passero
Che sulla neve zampetta,
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
“Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso
tutti i doni sognati
più uno, per buon peso”. Se comandasse il pastore
Del presepe di cartone
Sai che legge farebbe
Firmandola col lungo bastone? “Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino”. Sapete che cosa vi dico
Io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
Accadranno facilmente; se ci diamo la mano
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.
La notte santa (Guido Gozzano)
– Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.
Il campanile scocca
lentamente le sei.
– Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
– Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe
Il campanile scocca
lentamente le sette.
– Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
– Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.
Il campanile scocca
lentamente le otto.
– O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
– S’attende la cometa.
Tutto l’albergo ho pieno
d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.
Il campanile scocca
lentamente le nove.
– Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
– Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…
Il campanile scocca
lentamente le dieci.
– Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell’alta e bassa gente.
Il campanile scocca
le undici lentamente.
La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due?
– Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta!
Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…
Maria già trascolora, divinamente affranta…
Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.
È nato!
Alleluja! Alleluja!
È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d’un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill’anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d’un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!
Alleluja! Alleluja!
Bambino Gesù, asciuga ogni lacrima – Giovanni Paolo II
Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l’anziano!
Spingi gli uomini
a deporre le armi
e a stringersi in un universale abbraccio di pace!
Invita i popoli,
misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri
creati dalla miseria
e dalla disoccupazione,
dall’ignoranza
e dall’indifferenza,
dalla discriminazione e dall’intolleranza.
Sei tu,
Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi,
liberandoci dal peccato.
Sei tu il vero e unico Salvatore,
che l’umanità spesso cerca a tentoni.
Dio della pace,
dono di pace
per l’intera umanità, vieni a vivere
nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.
Sii tu la nostra pace
e la nostra gioia!
È Natale – Madre Teresa di Calcutta
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
la Natività” – Gerardo Dottori- I Mostra Internazionale d’Arte Sacra 1930
dal sito https://www.galleriaartemodernaroma.it/
“Canto di Natale” di Charles Dickens.
Dal sito web Feltrinelli Ibs
“Canto di Natale” di Charles Dickens pubblicato nel 1843, è una delle storie più famose sul Natale, un vero classico della letteratura mondiale. Una grande storia sulla possibilità di cambiare il proprio destino. Una riflessione sull’equilibrio difficile fra il presente, il passato e il futuro. Una denuncia dello sfruttamento minorile e dell’analfabetismo. La redenzione dell’egoista ed arcigno Ebenezer Scrooge, che passa attraverso l’apparizione dei fantasmi del Passato, del Presente e del Futuro, diventa occasione per una favola dura e molto critica nei confronti della società del tempo e, in generale, di tutti i tempi.
“Ricordo di Natale” di Truman Capote
Sito Donzelli editore
Buddy e Sook, sono amici per la pelle, ambientato nel profondo sud degli Stati Uniti nei giorni che precedono il Natale. Ripercorre tutte quelle emozioni, riti che rendono da sempre il Natale speciale. La storia di questa amicizia senza tempo è diventata in America e nel mondo, un piccolo classico di Natale, con decine di riedizioni e adattamenti teatrali, cinema e tv, tra cui quello celebre del 1967, raccontato dalla stessa voce di Capote.
“Le Lettere di Babbo Natale” di J. R. R. Tolkien.
Dal sito Feltrinelli Ibs
Opera pubblicata nel 1976 in cui sono racchiusi oltre vent’anni di un Tolkien padre premuroso e affettuoso. “Lettere di Babbo Natale”, sono le lettere scritte di suo pugno, che Tolkien scriveva ai figli, dalla prima lettera scritta al figlio maggiore nel 1920 all’ultima, toccante, del 1943, per la figlia. Questo libro raccoglie tutte quelle lettere e tutti quei disegni bellissimi. Il resto è da leggere.
La notte prima di Natale, di Nikolai Gogol
sito Feltrinelli Ibs
La notte prima di Natale», viene pubblicato nel 1832 nella raccolta «Le veglie alla fattoria vicino a Dikanka e si svolge cronologicamente nel periodo del regno di Caterina II, più precisamente, l’ultima deputazione dei cosacchi detenuta nel 1775. Eventi che si svolgono in Ucraina, a Dikanka. E’ la storia del fabbro Vakula innamorato di Oksana, la ragazza più bella del villaggio. Amore ostacolato dal diavolo. Anche in questo racconto di Gogol il bene trionfa sempre sul male.
“Sogno di Natale” di Pirandello
dal sito Feltrinelli Ibs
In questo racconto del Natale Pirandello oltre ad affrontare il tema della festività del Natale, pone un’attenzione al rapporto dell’uomo con la Divinità, dall’ingenua fede popolare al distacco del borghese colto.
Scrivi un commento