Il mondo sta cambiando. Come ricominciare?

Stiamo attraversando un momento difficile perché stanno saltando equilibri che reggevano da decenni. Quali sono le prospettive per ricominciare?

Tanto per cominciare l’anno non è iniziato proprio bene per i materani perché la notizia del 7 gennaio, il trasferimento di mons. Caiazzo a Cesena – il nostro caro don Pino – come nuovo Pastore di quella Diocesi, non è stata accolta bene; in questi nove anni l’arcivescovo ha conquistato il cuore della comunità materana e, da due anni, di quella tricaricese. Egli ha dialogato col cuore prendendo il cuore della gente, ha stabilito contatti con tutti gli ambienti sociali, ha portato la Parola di Dio con amore e semplicità a tutti, ha confortato le persone sofferenti, ha dato accoglienza a chi non aveva da mangiare e un tetto per dormire. Vederlo partire improvvisamente, e senza una motivazione ad oggi comprensibile, ha determinato una situazione di sconforto e pessimismo non di poco conto.

Anche il panorama dei fatti regionali e nazionali presenta un aspetto plumbeo perché, al di là delle schermaglie politiche, delle insipienze e delle leggerezze, i problemi dei più deboli – in particolare dei poveri, degli anziani e dei bambini – non vengono affrontati con serietà. Anzi, la situazione delle coppie giovani che hanno il coraggio di affrontare l’avventura di formare famiglia, purtroppo, peggiora sia per le crescenti difficoltà per i giovani di trovare lavoro (se non accettando la mortificazione di andare al Nord oppure all’estero) e soprattutto per i redditi troppo bassi che non consentono di affrontare una vita di coppia con bambini.

Significative sono le parole di Papa Francesco che, durante il Summit mondiale sui diritti dei bambini organizzato il 3 febbraio scorso nella Sala Clementina dice: «Sempre più frequentemente chi ha la vita davanti non riesce a guardarla con atteggiamento fiducioso e positivo. Proprio i giovani, che nella società sono segni di speranza, faticano a riconoscere la speranza in sé stessi. Questo è triste e preoccupante». «D’altronde, quando il futuro è incerto e impermeabile ai sogni, quando lo studio non offre sbocchi e la mancanza di un lavoro o di un’occupazione sufficientemente stabile rischiano di azzerare i desideri, è inevitabile che il presente sia vissuto nella malinconia e nella noia» (Bolla Spes non confundit, 12)”.

Summit mondiale sui diritti dei bambini organizzato il 3 febbraio 2025 nella Sala Clementina

A livello locale, le cose non vanno affatto bene, basta citare l’assistenza sanitaria, che diventa sempre più problematica dal punto di vista qualitativo e quantitativo, le infrastrutture e i trasporti che negli anni peggiorano in termini di funzionalità.

A livello internazionale, poi, le cose vanno veramente male perché forse un momento così critico non si vedeva dalla crisi di Cuba nel 1962 o addirittura dalla II Guerra mondiale o forse non si è mai visto in epoca moderna. La guerra tra Russia e Ucraina continua e non si pensa che possa finire a breve. Una schiarita si intravede sulla guerra israelo-palestinese con la tregua che sta consentendo lo scambio di prigionieri, sempre se regge.

Ma le preoccupazioni maggiori provengono dal fronte americano per i proclami che il nuovo presidente fa un giorno si ed uno no. Si parla, infatti, di acquisto o conquista della Groenlandia, di Panama, di Canada e addirittura della striscia di Gaza, ormai quasi totalmente distrutta. Sono cose quasi incomprensibili ma occorre  far prevalere l’ottimismo della ragione di Chomsky ritenendo quelle attuali solo scaramucce di inizio mandato.

Gli analisti più audaci, però, pensano che si stiano delineando oggi i contorni di nuovi equilibri di potere nel mondo che vedono l’Europa soccombere, viste le sue contraddizioni interne, rispetto alle due grandi potenze economiche mondiali. Certo, se non si riesce a trovare tra i paesi della UE la giusta sintonia ed un’opportuna concordia – che ipotizzarono i suoi fondatori – allora sarà veramente brutta la situazione.

Sono di grande conforto ed anche di insegnamento le parole del presidente Mattarella, pronunciate la mattina del 10 febbraio scorso in occasione della Giornata del ricordo celebrata al Quirinale, parlando degli oltre 70 anni seguiti alla conclusione della II Guerra Mondiale: «Si è trattato di un percorso che, in Europa, ha visto il ribaltamento della pretesa di dominazione, di secoli di guerre fratricide e rovinose. Un percorso che ha ricomposto lacerazioni profonde, grazie alla cooperazione e al multilateralismo, offrendo oltre settant’anni di pace, sicurezza, benessere e stabilità al nostro continente e consentendo l’affermazione dei valori della libertà, dell’uguaglianza, della democrazia, del rispetto dello Stato di diritto».

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel Giorno del Ricordo, il 10 febbraio 2025. Foto dal sito web del Quirinale

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Domenico Infante

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