Mons. Antonio G. Caiazzo: «Ora per noi inizia il vero e proprio cammino sinodale nell’applicare quanto abbiamo maturato e deciso».
Una processione che segue il Santissimo Sacramento, racchiuso nell’ostensorio, coperto da un baldacchino che avanza per le vie della città. Una forma di adorazione pubblica che anima le nostre città – salvo rare contingenze, quali l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo – coinvolge intere città dal 1200: la processione del “Corpus Domini” che ha luogo ordinariamente il giovedì dopo la solennità della Ss. Trinità.
Nel 1208 una mistica francese, la beata sr. Giuliana di Retìne, vide durante un’estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo che ancora mancava di una solennità in onore del Ss. Sacramento. Nacque nella diocesi di Liegi la festa del Ss. Corpo e Sangue di Cristo.
Era il 1263 quando un prete boemo incredulo, in viaggio verso Roma per chiedere al papa la dispensa, celebrando a Bolsena, vide alcune gocce di sangue che stillarono dall’ostia mentre la spezzava: il corporale del famoso miracolo eucaristico di Bolsena è stato custodito nel duomo di Orvieto e il papa, Urbano IV – originario proprio della Diocesi di Liegi – con la Bolla “Transiturus” dispose che la festa fosse celebrata a livello universale nel giovedì dopo la solennità della Ss. Trinità oppure – dove la solennità non è festa anche a livello civile, come in Italia – la domenica successiva, oggi.
Se il giovedì santo la Chiesa guarda all’Istituzione dell’Eucaristia, scrutando il mistero di Cristo che ci amò sino alla fine donando se stesso in cibo e sigillando il nuovo Patto nel suo Sangue, nel giorno del Corpus Domini “la Chiesa ci insegna di riconoscere in questa celebrazione, […] la fonte, il centro ed il culmine della vita stessa della Chiesa e di ogni singolo credente”, ha puntualizzato il nostro Arcivescovo all’inizio dell’omelia nella celebrazione diocesana del Corpus Domini che ha avuto luogo giovedì scorso in Piazza Duomo.
Una funzione notevolmente partecipata, pertanto segno dell’unione della Chiesa, “l’unico corpo di Cristo, l’unica famiglia di Dio”, con il suo pastore: “dalla Civita, il punto più alto di Matera, non potendo percorrere le strade della nostra città, con Gesù intendiamo guardare ogni angolo, attraversando l’intero territorio della nostra Arcidiocesi”, ha proseguito Mons. Antonio G. Caiazzo.
“Sono due anni che il Signore ci sta invitando a fare un altro tipo di processione, la stessa che ha fatto Gesù camminando per le strade della sua terra. Oggi cammina attraverso di noi che, come lui, incontriamo volti stanchi, delusi, sofferenti, piagati nel corpo e nello spirito, i poveri, gli scartati”.
Mons. Antonio G. Caiazzo, omelia nella celebrazione eucaristica del Corpus Domini in Piazza Duomo
L’Eucaristia è mistero: nemmeno gli apostoli immaginavano quello che sarebbe accaduto in quella Pasqua in cui Gesù chiedeva di preparare nel cenacolo tutto l’occorrente per celebrarla. Ed è mistero di comunione, sebbene molti di noi continuano a celebrarla “mantenendo rancori personali e incapacità di perdono”, ha continuato il Vescovo.
Nell’omelia, inoltre, l’Arcivescovo ha rappresentato che dal 22 al 25 settembre 2022 nella nostra città di Matera si celebrerà il Congresso Eucaristico Nazionale che svilupperà il tema: “L’Eucaristia sorgente e forma della conversione pastorale, culturale, ecologica”. Mai successo che una città, piccola come la nostra, potesse ospitare un evento così importante, che porterà a Matera i rappresentanti di tutte le diocesi d’Italia – centinaia di sacerdoti e religiosi e religiose e non meno di un centinaio di vescovi e cardinali – e darà a Matera la stessa visibilità vissuta durante l’anno 2019.
La celebrazione del Corpus Domini ha altresì segnato l’avvio del cammino sinodale: il primo Sinodo diocesano che ha impegnato molti figli di questa Diocesi per due anni, si è concluso formalmente con questa liturgia con consegna di due corposi volumi: atti e “orientamenti e norme” del Sinodo.
E allora buon Corpus Domini, con l’augurio di vivere bene questa giornata eucaristica di solennità recuperando, con devota fede, il senso profondo del dono che l’Eucaristia è per noi.
Si ringrazia Rino Bisignano per la concessione delle foto
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