Se dovessi rispondere a quanti chiedono senza pregiudizi cosa sia il “Meeting di Comunione e Liberazione” direi che è un luogo dove la fede diventa cultura e si apre al dialogo con tutti.
“Il coraggio di dire io” è il tema scelto per la 42” edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli che, tornato in presenza nei padiglioni della fiera di Rimini dal 20 al 25 agosto, è stato aperto dall’autorevole intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha tenuto a ricordare come nel 2016 avesse avuto la gradita opportunità di prendere la parola al Meeting quando nel tema proposto l’accento cadeva sul “tu”: Tu sei un bene per me.
Nel messaggio di Papa Francesco ai responsabili, volontari e partecipanti al Meeting 2021, a firma del cardinale segretario di stato Pietro Parolin, si legge che – il titolo scelto, tratto dal Diario del filosofo danese Søren Kierkegaard, è quanto mai significativo nel momento in cui si tratta di ripartire con il piede giusto, per non sprecare l’occasione data dalla crisi della pandemia. “Ripartenza” è la parola d’ordine. Ma essa non si realizza automaticamente, perché in ogni iniziativa umana è implicata la libertà.
L’esercizio della libertà, che è la massima espressione della persona, richiede sempre un nuovo inizio, spesso un rischio ed insieme una responsabilità ma la riscoperta del proprio io non coincide con l’affermazione egoistica di sé ma implica sempre il rapporto con un tu e con un noi.
“La società ha necessità vitale di persone che siano presenze responsabili. … Dopo quello che abbiamo vissuto in questo tempo, forse è più evidente a tutti che proprio la persona è il punto da cui tutto può ripartire. Certamente c’è la necessità di reperire risorse e mezzi per rimettere in moto la società, ma c’è bisogno innanzitutto di qualcuno che abbia il coraggio di dire “io” con responsabilità e non con egoismo, comunicando con la sua stessa vita che si può cominciare la giornata con una speranza affidabile.”
Il Papa si interroga anche sulla parola coraggio che “non è sempre una dote spontanea e nessuno può darselo da sé”: il coraggio non può nascere da uno sforzo di umana coerenza ma piuttosto da uno sguardo amorevole su di se, lo stesso sguardo sperimentato da Pietro, dopo il tradimento, di fronte alla sorprendente domanda di Cristo Mi ami tu?
Il messaggio del Santo Padre si conclude con una esortazione ed un augurio: – La gioia del Vangelo infonde l’audacia di percorrere nuove strade: «Bisogna avere il coraggio di trovare i nuovi segni, i nuovi simboli, una nuova carne, particolarmente attraenti per gli altri». È il contributo che il Santo Padre si aspetta che il Meeting dia alla ripartenza, nella consapevolezza che «la sicurezza della fede ci mette in cammino, e rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti» nessuno escluso, perché l’orizzonte della fede in Cristo è il mondo intero. –
Chi ha partecipato anche una sola volta al Meeting per l’amicizia fra i popoli sa bene che si tratta di un luogo di incontro tra persone di fede e culture diverse unite dalla tensione a condividere ciò che costruisce il bene comune.
Al centro degli incontri, delle mostre e degli eventi artistici c’è lo sguardo attento a cogliere tutti gli aspetti della vita, da quelli culturali e religiosi fino a quelli sociali e politici.
Tanti anche quest’anno gli invitati ed i temi in discussione come si evince dal programma: i numeri parlano di 75 i convegni, 245 i relatori in presenza, 80 quelli da remoto.
A differenza delle mostre e degli spettacoli, fruibili solo in presenza, tutti gli incontri possono essere seguiti in diretta e on demand (in italiano, inglese e spagnolo) sul canale YouTube a questo indirizzo: https://www.youtube.com/playlist?list=PLwj-fCF9FCuwiUTADJX8_sz2PCNBLZL6Y
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