Il Consiglio Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo in udienza dal Papa

Ai responsabili nazionali del Movimento ecclesiale Rinnovamento nello Spirito Santo, il 20 gennaio 2024 è stata concessa l'udienza dal Santo Padre nella sala del Concistoro in Vaticano.

Il successore di Pietro, quando riceve un Movimento, un’associazione ecclesiale, significa, nel senso più letterale del termine, che senza la comunione piena con la Chiesa a partire dal Papa e poi con i Vescovi e con le realtà ecclesiali locali, non vi è servizio al Vangelo.

L’evento del 20 gennaio 2024, cioè l’udienza concessa da Papa Francesco nella sala del Concistoro in Vaticano ai responsabili nazionali del Movimento ecclesiale Rinnovamento nello Spirito Santo, ha ribadito sia la fiducia pastorale del Papa in questa realtà che la filiale sottomissione di chi la serve.

L’uno trae nuovo conforto nella missione apostolica, l’altro si responsabilizza ulteriormente nel condividere nel mondo l’esperienza carismatica che, se accolta, cambia le vite, le orienta alla preghiera del cuore, all’adorazione e alla Carità operosa.

Già in altre occasioni, che si sono sommate ad altre illustri udienze, a partire da quella del Papa santo Paolo VI, passando per un altro santo Papa, Giovanni Paolo II e poi per Benedetto XVI, Francesco ha più volte esortato i movimenti carismatici, figli del Concilio Vaticano II, tra cui il RnS (stadio Olimpico di Roma nel 2014 e piazza San Pietro nel 2015) ad esercitare i carismi di annuncio e di vita nuova in Cristo, frutto di una rinnovata manifestazione dello Spirito Santo attraverso l’esperienza del “battesimo nello Spirito” (Duquesne w.e. 17-19 febbraio 1967), o rinnovata effusione dello Spirito Santo, volta a rinnovare, appunto, nei battezzati soprattutto, la gioia e la potenza dell’Amore salvifico di Dio in Gesù. Dio che è Padre interviene sempre nella storia dell’umanità per aiutarla e sorreggerla nel cammino di fede.

Il Santo Padre, Papa Francesco, è stato poi l’ideatore dell’organismo mondiale di comunione e di fraternità denominato Charis (evoluzione dell’ ICCRS) che comprende le varie espressioni carismatiche cattoliche, al fine di favorire tra di esse la sempre maggiore unità e comunione nella diversità e nel rispetto dell’identità e organizzazione di ciascuna realtà facente parte dell’organismo. Anche questo particolare egli ha richiamato nel suo discorso di oggi ed è un ulteriore segno che “nessuno si salva da solo” e che lo stile sinodale nella Chiesa così tanto promosso da Francesco è ormai ineludibile.

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Franco Maggi

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