«Nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo»
Nel mese di settembre del 2022 si terrà nella città di Matera il Congresso eucaristico nazionale. I Congressi eucaristici sono momenti importanti nella vita della Chiesa durante i quali si vuole presentare e far amare Gesù Cristo come lo conosciamo nel suo mistero eucaristico, centro della vita della Chiesa e della nostra missione per la salvezza del mondo.
L’idea dei Congressi eucaristici venne 140 anni fa a un gruppo di cattolici riuniti in una cappella francese intitolata alla Madonna della Visitazione, presso Paray-le-Monial. È questa una bella coincidenza: anche la città di Matera che ospiterà il prossimo Congresso è profondamente legata al mistero della Visitazione di Maria e, infatti, durante la festa della Bruna si celebra solennemente proprio questo mistero.
A fondare i Congressi eucaristici fu una donna, Émilie-Marie Tamisier, profondamente innamorata di Gesù eucaristia. La Tamisier voleva però che la bellezza della presenza di Gesù nella specie eucaristica fosse comunicata, fosse annunciata, fosse scoperta da tutti. In quegli anni, molti francesi si erano allontanati dalla Chiesa e specialmente non partecipavano più al sacrificio eucaristico, la santa messa.
Tutto ciò rattristava molto Émilie-Marie Tamisier che allora guidava tanti pellegrinaggi verso i santuari dei miracoli eucaristici, di cui parleremo dopo. La Tamasier vedeva quanta gioia c’era nei gruppi dei pellegrini che si recavano in visita in questi santuari e pensò di proporre a tutti di radunarsi attorno all’eucaristia. L’idea piacque molto e dopo un po’ il papa Leone XIII decise di estendere la proposta alla Chiesa intera, creando anche un comitato in Vaticano per seguire direttamente e incoraggiare i Congressi eucaristici.
Il Catechismo della Chiesa cattolica recita: «Nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo». In forza dell’eucaristia, nell’ostia consacrata durante la messa, «Cristo, Dio e uomo, tutto intero si fa presente».
Quando a scuola l’insegnate fa l’appello, l’alunno risponde “presente!”, che vuol dire “eccomi, sono qui!” Noi diciamo che Gesù Cristo è una presenza, la Presenza, perché in ogni momento Egli ci dice: “Sono qui, davanti a te”. Sempre, di giorno, di notte; a casa, a scuola, mentre si gioca, quando siamo in compagnia o se siamo soli.
In occasione del XX Congresso eucaristico nazionale che si tenne a Milano nel 1983, fu pubblicato un bel libro illustrato sull’Eucaristia dedicato proprio ai ragazzi (Storia dell’Eucaristia, di Inos Biffi, con illustrazioni di Franco Vignazia. Ed. Jaca Book). Nell’introduzione a questo libro, il vescovo di Milano di allora, il card. Carlo Maria Martini, scriveva: «Tra i sacramenti il primo è l’eucaristia che – quale segno della presenza personale di Gesù Cristo – in certo modo è l’origine e il fine di tutti gli altri. Essa si colloca al centro della vita della Chiesa; è “l’inizio” e il contenuto della sua missione».
Il card. Martini concludeva la sua introduzione a questo libro per ragazzi con queste parole: «Dopo la liturgia “la Messa non è finita”, ma incomincia, per essere tradotta nella fraternità. Il fine ultimo dell’eucaristia è l’amore».
I ragazzi hanno un rapporto privilegiato con il mistero eucaristico. Non soltanto perché ognuno ricorda il giorno della Prima comunione come uno dei giorni più belli della propria vita. Ma forse anche per l’importanza che essi danno all’amore, come scaturisce dalla comunione con Cristo e con i fratelli.
Uno dei testimoni di questo amore dei ragazzi verso l’eucaristia è stato Carlo Acutis, un ragazzo di quindici anni che non era molto diverso dagli altri ragazzi. Faceva esattamente quello che fanno tutti: andava a scuola, giocava a calcio, suonava, andava in pizzeria con gli amici ed era un vero esperto del computer. Su internet si trova una mostra virtuale realizzata da Carlo sui vari miracoli eucaristici dove presenta l’eucaristia come “l’autostrada per il cielo”.
Cosa sono i miracoli eucaristici? Bisogna dire che quando si parla di eucaristia è improprio parlare di miracolo; l’eucaristia è un mistero cui si può accedere soltanto con la fede che si fonda sulla parola di Dio. Nonostante ciò, può capitare di assistere, in casi veramente eccezionali, al manifestarsi di segni visibili con cui Dio vuole dissipare l’incredulità degli uomini.
Uno dei primi miracoli eucaristici avvenne nel 1264 a Bolsena, nel Lazio. Qui un sacerdote di Praga stava celebrando la santa messa ma era attraversato da tanti dubbi riguardo al fatto che Gesù fosse veramente presente nell’ostia consacrata. Inaspettatamente avvenne che, durante la consacrazione, proprio mentre aveva l’ostia tra le mani, questa si trasformò in carne. Gesù è realmente presente nell’ostia consacrata.
Carlo Acutis credeva fermamente che nel Santissimo Sacramento Gesù è presente allo stesso modo di com’era presente agli apostoli duemila anni fa. Ma allora, per vederlo, la gente doveva spostarsi da un posto all’altro, attraverso la Galilea o inseguendolo tra le strade di Gerusalemme. Mentre oggi, grazie all’eucaristia, diceva Carlo, è come se “Gerusalemme l’abbiamo sotto casa”.
Queste parole di Carlo possono aiutarci a comprendere la bellezza di ciò che scrive l’Arcivescovo don Pino nella sua ultima lettera pastorale dove fa notare che come Gesù duemila anni fa camminava per le strade della sua terra «oggi cammina attraverso di noi che, come lui, incontriamo volti stanchi, delusi, sofferenti, piagati nel corpo e nello spirito, i poveri, gli scartati. La nostra fede eucaristica non chiude le porte e non rimanda indietro nessuno, ma accoglie, cura, libera, indica strade nuove da percorrere, annuncia la buona notizia del Maestro e Signore, dialoga con la cultura di questo tempo, custodisce la terra, la casa comune, che ci è stata affidata».
È una lettera pastorale che don Pino ha scritto proprio in preparazione del Congresso eucaristico di settembre e che ha intitolato “Torniamo al gusto del pane”. Per rispondere alla domanda che Gesù stesso si è sentito ripetere: «Signore dacci sempre questo pane».
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