I Vigili del Fuoco Giuseppe Martino e Nicola Lasalata: due eroi materani morti tra le fiamme

Nova Siri, 17 luglio 2024, ore 17:30. È il pomeriggio di una torrida estate. Gli incendi divampano un po’ dappertutto. Il comando dei Vigili del Fuoco di Policoro è impegnato altrove e per liberare gli abitanti di una casa colonica circondata dalle fiamme nella campagna di Nova Siri giungono due Vigili del Fuoco da Matera
I Vigili del Fuoco Martino (sin.) e Lasalata (destra)

Morti da eroi i due vigili del fuoco materani, papà 45enni. Dopo aver liberato una famiglia da una zona in fiamme, tra cui un disabile costretto a letto, hanno cercato loro la fuga. Uno dei due è finito accidentalmente in un canalone, più profondo del previsto. Subito dopo vi è sceso il collega per prestargli soccorso. Cambiando improvvisamente direzione il vento, sono stati investiti dalle fiamme e non hanno avuto via di scampo. “Non c’è amore più grande di chi dona la vita per i propri amici”…

Sono Giuseppe Martino, materano del rione Aquarium (parrocchia Maria Madre della Chiesa), e Nicola Lasalata che viveva nella zona di via Dante, nel territorio della Parrocchia Maria SS. Addolorata.

Gli incendi per autocombustione sono rari! L’evento di questa sera ci dice che un atto doloso o una leggerezza possono costare la morte, inutile, di due uomini nel pieno delle forze.

Ma ci dice anche che lo svolgimento ordinario del proprio lavoro alle volte richiede atti straordinari. E che sempre lavorare davvero significa offrire la propria vita per il bene della propria comunità: alle volte questa offerta è continua, in 40 o più anni di servizio – come una goccia che alla fine perfora quella roccia su cui batte – alle volte cruenta, repentina, “a strappo rapido”.

Questa la storia dei Vigili del Fuoco Martino e Lasalata, che – dopo anni di servizio fuori regione, a Corato – da poco erano riusciti ad ottenere l’avvicinamento a casa, in Basilicata.

Ed è proprio qui che hanno trovato la morte, oggi.

Sempre attuali, nelle retrovie della società laica, “umanità che lotta, soffre e spera”, l’esortazione che Paolo rivolgeva ai Romani: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo” (Rm 12,1-2).

Ogni lavoro svolto con spirito di servizio e intelligenza è segno e modo per cooperare alla sapienza creatrice di Dio.

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Giuseppe Longo

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