I podcast. Formato dell’ascolto per educazione e formazione

“I podcast. Formato dell’ascolto per educazione e formazione” è il titolo del tutorial WeCa disponibile sul sito www.webcattolici.it, su Youtube e su https://www.youtube.com/watch?v=TWcD79pxlxo&t=2s .

La parola è un aspetto centrale della relazione educativa e da sempre connota il modo di annunciare e vivere la comunità, ma anche l’incontro con le cose attraverso un racconto. In questo tutorial proveremo a definire il significato didattico ed educativo di un formato molto amato, ormai da qualche anno, che chiamiamo podcast. Al centro del podcast c’è un racconto, un contenuto, una narrazione che possiamo organizzare attraverso la parola, ma anche i suoni e la musica.

Con il termine podcast si intende un formato audio digitale, una registrazione, che è possibile condividere grazie alla Rete e che è accessibile nello spazio della piattaforma in cui è caricato il file.

Cosa serve per realizzare dei podcast?

La risposta è semplice: non è necessaria una strumentazione particolarmente raffinata dal  punto di vista tecnologico, basta avere un registratore digitale – possiamo anche iniziare da uno smartphone – e un sistema di editing di suoni come Audacity, senza dimenticare una seconda risorsa altrettanto semplice (e professionale) che è Spreaker.

Pensando alle diverse tipologie di podcast possiamo segnalare:

  • il Podcast di ampliamento, che aggiunge alla nostra lezione o ai nostri materiali qualcosa di più, si tratta cioè di materiali di approfondimento e letture che abbiamo selezionato;
  • il Podcast di prestazione, realizzato in gruppo o individualmente dai ragazzi, su un tema o una porzione significativa, magari scelta da loro e approfondita in maniera collaborativa;
  • il Podcast di testimonianza, dove si racconta un’esperienza.

Il valore aggiunto del podcast? Anche in questo caso, sono numerose le note positive:

  • può essere facilmente archiviato e recuperato per il nostro lavoro educativo e pastorale;
  • può essere facilmente ascoltato da tutti;
  • non è vincolato a un preciso spazio fisico (posso ascoltarlo in camera, durante un viaggio breve, nel corso di un tragitto più lungo);
  • si costruisce in maniera poco macchinosa, da punto di vista tecnico, e questo aspetto viene incontro alle competenze digitali di molti, anche dei meno esperti;
  • non mette al centro il corpo, ma la parola, aspetto interessante anche per gli adolescenti che non sempre si trovano a proprio agio mostrandosi agli altri;
  • il podcast è tematico, costituendo di fatto una preziosa risorsa educativa su argomenti che affrontiamo e che consideriamo di valore, utilizzando lo stesso prodotto più volte nel corso del tempo.

Infine, se volessimo pubblicare i nostri podcast dopo aver preso dimestichezza con il formato, il consiglio è di curiosare in SoundCloud, dove chiunque potrebbe ascoltare i nostri podcast, o quelli realizzati con i ragazzi o con il gruppo di adulti che abbiamo coinvolto.

In questo caso, l’attenzione per la qualità è legata alla pubblicazione del lavoro, aspetto che rende ciascuno di noi attento alla forma e all’accessibilità.

Attenzione, però, parlare non significa improvvisare e così anche il podcast, per quanto semplice, prevede una sceneggiatura precisa, uno storyboard con pause, musiche e suoni che possono animare la lettura o portarci nel mondo che stiamo raccontando.

Senza dubbio, il processo di produzione di un podcast ci porta a seguire diversi step: individuare il tema, cercare materiale utile per svilupparlo, verificare le fonti, rielaborare il contenuto in maniera critica, registrarlo, ascoltarlo e infine pubblicarlo.

Si tratta di una esperienza significativa e coinvolgente che ci riporta alle trame del racconto attorno al fuoco, ai racconti di comunità. Fare podcasting significa trasformare l’aula in una redazione in cui creare – insieme o da soli – veri e propri oggetti culturali contemporanei.

Dal sito We.Ca. Testi di Alessandra Carenzio

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