
Piazza Duomo è gremita di sedie che ad una ad una si riempiono mentre il cielo vira dal turchese al blu notte e, inconfondibile, suona la colonna sonora che annuncia l’inizio di un’altra serata di Festa di Avvenire. E il color ocra della cattedrale e dell’episcopio si illuminano di luci variopinte. È festa: è la “Festa di Avvenire”.
Chi esce dalla Cattedrale, non appena è termina la novena in onore della Madonna della Bruna, chi sale dalle vie del centro: tutti alla ricerca di un posto a sedere da cui godere una rilassante e arricchente serata di confronto sui grandi temi dell’attualità.
“Chiesa e mondo”, “Lo sviluppo del mezzogiorno”, “Il Mediterraneo e i flussi migratori”, “La sanità di domani”, “L’Italia e l’Europa tra conflitti e nuovi bisogni”, “Famiglia, giovani e lavoro”, “La criminalità organizzata”.
Questi alcuni dei temi caldi sui quali ci siamo confrontati a partire dal 2017, secondo anno dell’episcopato di monsignor Caiazzo, al 2019 per quattro serate, le ultime di giugno, l’una di seguito all’altra, e poi nel 2022 e 2023, per tre e due serate, cambiando sede, in Piazza S. Francesco d’Assisi.
Le restrizioni pandemiche hanno limitato la Festa di Avvenire nel 2020 e 2021 a una sola serata, in piazza Sisinni, a Maratea. Invece il primo luglio, vigilia della Bruna, la festa si spostava in un’altra diocesi lucana: Matera è stata promotrice di grandi eventi in questi anni, ma senza dimenticare che è l’unione che fa la forza e, nello specifico, la sinergia con le altre Chiese lucane.

Nei primi anni erano sempre Mons. Caiazzo e il direttore di Avvenire che introducevano; a seguire, gli interventi di personaggi eccellenti del mondo della Chiesa, della cultura, del giornalismo, della politica, della sanità provenienti da tutta Italia: Romano Prodi, Antonio Tajani, Claudio Descalzi, Annamaria Furlan, Federico Cafiero De Raho, Nicola Gratteri, il giovanissimo Paolo Rotelli presidente dell’università vita salute San Raffaele di Milano, Enrico Letta, Giulio Tremonti, Leoluca Orlando, i cardinali Pietro Parolin, Matteo Zuppi e Mauro Gambetti, Gualtiero Bassetti e Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, il segretario della CEI mons. Giuseppe Baturi, padre Enzo Fortunato, ai tempi direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, Tiziano Onesti, in qualità di presidente di Trenitalia, Domenico Francesco Crupi, Direttore Generale della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza, Franco Anelli, rettore dell’università cattolica del Sacro Cuore, Nino Cartabellotta, medico specialista in Gastroenterologia e in Medicina Interna, è presidente della Fondazione GIMBE.
Un appuntamento ormai tradizionale di cui probabilmente sentiremo la mancanza, che è nato dalla visita di mons. Caiazzo in Redazione di Avvenire, ai tempi in cui Direttore di Avvenire era Marco Tarquinio, e ha continuato il suo corso anche sotto la direzione di Marco Girardo.
Una festa che ha origini ultracinquantennali – Avvenire è nato nel 1968 – e impreziosiva le estati dei centri turistici della riviera ligure, romagnola e del Veneto e le piazze del nord Italia, ma mai era giunta alle nostre latitudini.


Serate culturali per una città che stava per diventare, o da poco era stata, Capitale Europea della Cultura. Serate di presa di coscienza di tanti problemi ancora aperti e complessi, come l’imprescindibilità dall’Europa ora che i cinesi sono 23 volte più numerosi di noi italiani.


Spesso, è stato il giornalista materano di Avvenire Vito Salinaro che ha moderato il dibattito.

Il progetto delle Feste di Avvenire ha visto la presenza nel tempo di sempre più sponsor, dalla storica Cooperativa sociale Auxilium del lucano Angelo Chiorazzo e dalla Bawer, alla Banca di Credito cooperativo di Alberobello, Sammichele e Monopoli, al Gruppo Cassa Centrale, al Gruppo Macchia di Potenza e, anche, alla Conferenza Episcopale Italiana.
Scrivi un commento