“Grazie, don Pino!” | 5. “Dividi il pane con l’affamato, dà una casa ai miseri e senza tetto, vesti chi è nudo”

Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, nel suo ministero episcopale a Matera, ha affrontato tante situazioni difficili di fragilità e di indigenza. Egli ha sempre affrontato con amore e determinazione le strade per le possibili soluzioni al fine di dare accoglienza e conforto a tanti figli sfortunati di Dio che ha incontrato sulla sua strada.

La povertà oggi assume sempre più i tratti di un fenomeno poliedrico e dinamico e nel territorio dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina assume modalità e intensità diverse. Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo è stato sempre molto sensibile alle problematiche degli ultimi per sua formazione e la sensibilità di Pastore che si è sempre ritrovato sin dalla sua ordinazione sacerdotale. Nel periodo del suo ministero episcopale svolto a Matera si è impegnato sui vari fronti delle fragilità presenti nel territorio diocesano e non si è tirato mai indietro anche nelle occasioni più difficili e nelle situazioni di emergenza.

Infatti, all’inizio del suo episcopato si è trovato a traghettare un’opera segno benemerita quale la costruzione della nuova Mensa della fraternità don Giovanni Mele, fondata circa quindici anni prima dallo stesso sacerdote. Infatti, proprio mons. Caiazzo, dopo aver superato una serie incredibile di difficoltà di ordine burocratico per l’acquisizione del suolo del vecchio immobile ex Alsia nel rione Piccianello – su cui è sorta la mensa -, ha inaugurato l’avvio dei lavori del cantiere il 22/12/21, nella fase di uscita dall’emergenza Covid.     

L’iter burocratico è stato molto lungo ma alla fine, con la forte determinazione di mons. Caiazzo a superare le difficoltà, si è arrivati all’inaugurazione della Mensa il 4 dicembre 2022 anche se, qualche mese prima, la stessa è stata visitata e benedetta da Papa Francesco in occasione della sua presenza a Matera per la conclusione del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale il 25 settembre del 2022. Significativo una parte dell’intervento di mons. Caiazzo all’inaugurazione: “Oggi, in questi tempi difficili, in cui la pandemia e la situazione economica fanno crescere visibilmente il numero degli immigrati e si constata l’aumento delle situazioni di precarietà, di povertà e di disagio per molti abitanti, la realizzazione di una nuova struttura assume una importanza di grande rilievo per dare un sollievo a chi è in difficoltà”.

Città del Vaticano, 25 set. (askanews) – Fuori programma, per la benedizione della Mensa don Giovanni Mele, di papa Francesco a Matera dove ha concluso i lavori del 27.mo Congresso eucaristico della Chiesa italiana.

Altra iniziativa a favore degli ultimi è la Mensa Don Tonino Bello che è stata creata nei locali della parrocchia San Rocco di Matera dal parroco don Angelo Tataranni che offre ben oltre 200 pasti caldi giornalieri, tra pranzo e cena. Ma l’opera  di don Angelo non si limita alla Mensa don Tonino Bello perché in locali adiacenti ha creato un centro di prima accoglienza per dare una risposta urgente, in attesa di essere prese in carico dalle pubbliche istituzioni, a quelle persone che vengono a trovarsi in una situazione di disagio improvviso, sia italiani che stranieri. Mons. Caiazzo ha molto incoraggiato don Angelo Tataranni per la sua empatia e capacità di comprendere i bisogni degli ultimi.

Ma l’infaticabile don Pino, sempre in viaggio per visionare personalmente tutte le situazioni difficili, in particolare quelle delle persone con i più diversi problemi di fragilità, espresse in maniera manifesta la sconfitta della società in occasione di un incendio delle strutture precarie dove si rifugiavano i migranti del Metapontino proprio nel periodo più caldo dell’estate 2019. Il vescovo in quella occasione ebbe a dire: «S. Giovanni Paolo II espresse questo profetico concetto, quando c’erano altri fenomeni migratori: “Nella Chiesa nessuno è straniero e la Chiesa non è straniera a nessuno”. Ma forse in questo momento dovremmo dire: “Nella terra nessuno è straniero e la terra non è straniera a nessuno”».

E continua mons. Caiazzo con maggiore determinazione: «Tuttavia mi chiedo: lo sgombero della Felandina, successiva al rogo, ha risolto il problema? E ancora: al di là delle tante dichiarazioni propagandistiche, di facciata, di interessi personali o di partito, cosa è stato fatto nel frattempo affinché questi uomini e donne venissero trattati come esseri umani?».

Mons. Caiazzo è un uomo di azione e, dove può, trova lui stesse le soluzioni. E in questa ottica, con l’impegno costante della Caritas Diocesana, della Fondazione Migrantes, dei confratelli sacerdoti di Bernalda e Metaponto, e insieme alle istituzioni con enti e associazioni del territorio, ha concretizzato l’apertura di “Casa Betania”, casa della dignità a Serramarina e i due appartamenti a Metaponto per ospitare e aiutare i fratelli migranti a integrarsi nel contesto sociale,  culturale e religioso locale. Ed ancora come non ricordare l’aiuto di mons. Caiazzo con la creazione della Casa per nuclei familiari e Casa della Pace a Terzo Cavone di Scanzano Jonico, della casa “S. Marta” a Bernalda. Infine, a Matera, nel quartiere Lanera, si trova il Villaggio del Fanciullo “S. Antonio” dei Padri Rogazionisti. All’interno di questo complesso della solidarietà è sorta “Casa “Anna Carla”, una struttura di accoglienza per donne sole oppure con bambini che può ospitare fino a 15 persone in quattro camere e include anche un mini-appartamento di circa 50 metri quadrati con bagno e angolo cottura per una famiglia.     

Un bel daffare a mons. Caiazzo glielo ha dato la RSA “Brancaccio”, una struttura che, nata nel 1934 come Casa di Riposo nel Convento di Sant’Agostino, nel 1980 si trasferisce nell’attuale edificio e nel 2009 si trasforma in Residenza Assistenziale con forma giuridica di Fondazione Onlus. Quanti anziani di ogni ceto sociale sono passati dal “Brancaccio”, quanti vescovi hanno sofferto per tenere in piedi questa struttura ed anche mons. Caiazzo non poteva sfuggire a quelle preoccupazioni che d’altra parte erano scontate proprio per la natura del servizio che essa fornisce alla comunità.

Ultimo fiore all’occhiello di mons. Caiazzo è stato la promozione di un’attività a favore della cura dell’autismo. Il primo passo è stato compiuto il 19 gennaio 2024 nel Salone degli Stemmi del palazzo arcivescovile di Matera con la cerimonia ufficiale di consegna in comodato d’uso gratuito dell’antico monastero di Santa Maria del Casale in Pisticci (Matera) all’Associazione Autismo in Movimento Basilicata. Il centro polifunzionale nascente è destinato a ragazzi e adulti autistici e sarà gestito dalla Cooperativa sociale “La Luce” che si  avvarrà dell’apporto di professionisti del settore e del sostegno dei soci, circa una quarantina.

Insomma, l’edificazione dell’umanità, come più volte ne ha parla mons. Caiazzo, tocca ai cattolici insieme ai non cattolici e si può realizzare solo attraverso un continuo dialogo con tutti proiettandosi verso il futuro nella certezza che l’essere umano può proporre, ma solo Dio dispone. Nel messaggio dell’arcivescovo mons. Antonio Giuseppe Caiazzo alle autorità civili e militari il 1° luglio scorso alla vigilia della Festa della Bruna si legge: “Siamo, dunque, parte integrante di questo mondo ferito che ci precede e ci accompagna. Sono ferite che sentiamo aperte e sempre più incancrenite. Chi ne paga il prezzo più caro sono proprio i fragili, i piccoli, i vulnerabili, i diseredati, gli indifesi, perché esclusi dal bene comune, dalla giustizia sociale, dalla libertà e dai diritti umani; sono esclusi dalla tenda di cui parla Isaia sotto la quale c’è un pane condiviso, dalla casa comune che ci ospita come figli e fratelli. Possiamo allora dire che ogni attacco al fratello, chiunque esso sia, sarà sempre un attacco alla casa comune che è il creato”?

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Domenico Infante

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