Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Mostra a Palazzo Lanfranchi

Dal 2005, quando venne proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ogni anno il 27 gennaio ricorre la Giornata Mondiale di Commemorazione in Memoria delle Vittime dell’Olocausto. In quel giorno, nel 1945, le truppe alleate liberarono il campo di concentramento e di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau.

L’Olocausto, come è noto, nei paesi dove sono stati perpetrati i crimini nazisti, ha comportato milioni di vittime, colpendo profondamente e duramente i Paesi di appartenenza con implicazioni e traumi che ancora oggi, ad oltre 70 anni di distanza, sono ancora fortemente presenti in chi è rimasto. È questo il motivo per cui è necessario mantenere viva la memoria, anche prendendosi cura dei siti storici e promuovendo la documentazione, la ricerca e l’istruzione. È fondamentale anche educare le nuove generazioni sulle cause, le conseguenze e le dinamiche sottostanti tali crimini, per rafforzare la resilienza dei giovani contro le ideologie razziste. Ciò è tanto più vero visto che crimini di genocidio e atrocità di questo tipo continuano purtroppo a verificarsi ancora oggi.

Forte è stato l’appello lanciato da Papa Francesco nell’udienza di mercoledì scorso per giovedì 27 gennaio, Giornata della memoria, affinchè tutti «favoriscano nelle nuove generazioni la consapevolezza dell’orrore di questa pagina nera della storia. Essa non va dimenticata, affinché si possa costruire un futuro dove la dignità umana non sia più calpestata».

Molte sono le commemorazioni che si svolgono quest’anno la maggior parte delle quali si terranno  online per via delle restrizioni messe in atto a causa dell’attuale pandemia. Un’iniziativa che si terrà a Matera, in occasione della Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto, è quella del Museo Nazionale che esporrà al pubblico in una mostra temporanea dal 27 al 31 gennaio 2022, presso la Sala Levi del Museo di Palazzo Lanfranchi, il dipinto di Carlo Levi, Nudi femminili, 1938, olio su tela, cm 97 x 130, attualmente custodito in deposito.

L’opera precede di qualche anno quella dipinta a Firenze, nel 1942, dal titolo Campo di concentramento o le donne morte (il lager presentito).

Con la sua pittura, carica di una particolare tensione espressiva, Levi, come in una visione premonitrice, prefigura l’orribile realtà dei lager, i campi d’internamento, di concentramento e di sterminio, costruiti dal regime Nazista, che saranno rivelati al mondo, solo nell’aprile del ’45, grazie agli alleati.

I mucchi di cadaveri, i corpi ammassati l’uno sull’altro, già nel dipinto del 1938, preannunciano le atrocità e i crimini della guerra commessi anche contro le donne, soggette ad una persecuzione particolarmente brutale. I corpi femminili inermi, privati di tutto, posti in primo piano su ciocchi di legno che formano una pira, esprimono la drammaticità di eventi causati da disumana ferocia e crudeltà.

L’esposizione è accompagnata dalla proiezione della video-intervista 1 ad Elisa Springer (Vienna, 12 febbraio 1918 – Matera, 19 settembre 2004) testimone diretta degli orrori dell’Olocausto.

La scrittrice austriaca, naturalizzata italiana, fu arrestata nel 1944 a Milano, città nella quale lavorava come traduttrice, e deportata ad Auschwitz. Fu trasferita poi nel campo di concentramento di Bergen Belsen, nel quale conobbe Anna Frank, e poi a Terezin dove nel 1945 fu liberata. Tornata in Italia, ha vissuto per gran parte della sua vita a Manduria, in provincia di Taranto. Per cinquant’anni ha portato con sé i ricordi di quegli orrori per paura di non essere capita o peggio creduta, ma nel 1997 ha avuto il coraggio di condividere la sua esperienza di sopravvissuta nel libro “Il silenzio dei vivi. All’ombra di Auschwitz, un racconto di morte e di resurrezione”, che ha rappresentato per lei una seconda liberazione.

Elisa Springer ha ricevuto il 10 dicembre 2002 la cittadinanza onoraria di Matera.

Inoltre, nel ventennale del conferimento, il Museo vuole ricordarla con un reading di brani tratti da un suo libro e da altre testimonianze di donne sopravvissute a quegli orrori, come Anna Frank e Liliana Segre, senatrice a vita della Repubblica Italiana, a cura della classe VB del Liceo Classico “Emanuele Duni” di Matera, accompagnata dai professori Angela Reale (docente di Filosofia e Storia) e Giovanni Quinto (docente di Lingue e Letterature Classiche), giovedì 27 gennaio alle ore 10.00 .

«L’odio è come un grande fiume che quando straripa trascina con sé tutto quello che incontra. I sopravvissuti sono tornati e in silenzio, per tanti anni, hanno ripreso in mano quello che era rimasto delle loro vite, private di tutto, affetti, cose, case. E soprattutto dell’innocenza di essere vivi. Non avevano fatto niente per sopravvivere, avevano avuto fortuna, avevano mantenuto salda la convinzione di dovercela fare a vivere in un luogo dove la selezione tra la vita e la morte era una pratica quotidiana, un pericolo costante». (Elisa Springer)

L’esposizione sarà visitabile dal 27 al 31 gennaio 2022 nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, dalle ore 9.00 alle ore 19.30.

1 Intervista realizzata a San Giovanni in Persiceto l’01/02/2002 (Crediti:

https://www.memoriae1943-45.it

https://www.youtube.com/watch?v=zufv69tE2cs)

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Domenico Infante

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