Passando dalla Task force al Vaccine Day e dalla Palliative Care al Caregiver, anche la comunicazione è messa alla prova in tempo di pandemia.
I nostri pazienti non sembrano spaventati dagli inglesismi tanto di moda e fanno buon viso a cattiva sorte salvo inciampare nella corretta pronuncia o scivolare sulle assonanze: ricordo ancora un giovanotto piegato in due per il colpo della strega che, risvegliando in me un mai sopito orgoglio meridionalista, si diceva convinto che dovesse trattarsi di una “sciatica lombarda”.
La questione seria è che con le parole non si scherza: pensate solo a quanti danni ha prodotto l’aggettivo “essenziale” associato nel precedente piano vaccinale alla categoria degli addetti ad un “servizio pubblico”. Prevedo che il processo ai “furbetti dei vaccini” si concluderà, nella gran parte dei casi, con un non luogo a procedere per insussistenza del fatto: in fondo siamo tutti essenziali!
Ma c’è un altro problema di cui dovrebbe occuparsi il generale Figliuolo, dal primo marzo 2021 commissario straordinario per il contrasto dell’emergenza epidemiologica ed oggi in visita nella nostra regione: nell’Ordinanza n. 6/2021 in cui ridefinisce i criteri di priorità per la vaccinazione anticovid, esemplare per concisione e chiarezza, c’è un riferimento normativo che rischia di ingenerare ulteriori equivoci.
Vi si legge che avranno diritto al vaccino, insieme alle “persone con elevata fragilità”, i “familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari” ma, si badi, secondo quanto “previsto dalle specifiche indicazioni contenute alla Categoria 1, Tabella 1 e 2 delle citate Raccomandazioni ad interim”, ovvero il Piano vaccinale nazionale del 10 marzo 2021.
Senza chiarire quali siano i pazienti ultrafragili, i disabili gravi e cosa significhi caregiver (per molti anche la nipote che vada a visitare la nonna) finiremo per alimentare una nuova schiera di furbetti, ignari di aver male interpretato la norma.
Se per i miei lettori non c’è alcuna differenza tra pazienti “fragili”, “vulnerabili” ed “invalidi civili” non così per il portale di Poste Italiane che talora non ammette tra le categorie prioritarie ciechi ed ipovedenti, molti degli affetti da malattie rare ed opera distinzioni, incomprensibili ai non addetti ai lavori, tra invalidi civili 100% con accompagnamento affetti dalla stessa patologia!
Per darne ragione bisogna considerare che il CTS, per definire i gruppi target della vaccinazione anti Sars-Cov2, ha adottato tre criteri: due dei quali non opinabili, quello dell’età e della disabilità grave (attestata dalla connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3 comma 3 della legge 104, quella dell’handicap -termine fortunatamente tradotto in italiano!) e quello delle “condizioni patologiche”, per evidenti ragioni non facilmente delimitabile.
Di conseguenza non tutti gli esenti per patologia cronica (con attestato di esenzione) possono considerarsi fragili ma solo quelli minuziosamente elencati nella Tabella 1, tra questi gli affetti da patologie oncologiche, da malattie neurologiche gravi (ad es. SLA e sclerosi multipla), non tutti i malati cardiologici (solo quelli con scompenso cardiaco) o pneumologici (solo quelli con fibrosi polmonare), i diabetici (quelli con la forma giovanile e quelli con la forma adulta ma solo a condizione che assumano due o più farmaci o soffrano di complicanze della malattia), gli affetti da insufficienza renale cronica (solo se in dialisi), i pazienti con una storia di ictus, pazienti trapiantati o in attesa di trapianto.
Analogamente non tutti i conviventi e caregiver (cioè coloro che forniscono assistenza continuativa) rientrano nelle categorie prioritarie per la vaccinazione: il piano vaccinale li richiama con degli asterischi nella lista degli ultrafragili.
Hanno dunque titolo tra i conviventi solo chi assiste “pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive”, “pazienti con grave compromissione polmonare”, “pazienti oncologici e onco-ematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione della cure”.
Solo chi assiste i disabili gravi (con problemi fisici, sensoriali, intellettivi e psichici) ma in modo continuativo, tanto a titolo gratuito (familiari) che a contratto (badanti), potrà beneficiare della priorità.
Le cronache di questi giorni ci restituiscono invece storie di malati gravi non ancora vaccinati e di giovani adulti men che trentenni già vaccinati perché familiari di pazienti presunti fragili perché ipertesi.
Urge un chiarimento prima che i criteri di priorità vengano nuovamente sovvertiti.
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