Ha destato non poca sorpresa la nomina nel febbraio scorso del giovane tedesco Gabriel Zuchtriegel alla guida degli Scavi di Pompei, in assoluto una delle principali mete del turismo culturale. La sorpresa derivava dal fatto che si chiamava al vertice di una importante realtà archeologica italiana uno studioso straniero, ma anche per la giovane età di Zuchtriegel che non è ancora quarantenne.
In verità, se il nuovo direttore del Parco archeologico di Pompei è tedesco di nascita, si potrebbe dire che il suo “battesimo culturale” è tutto italiano. Anzi, materano.
Gabriel Zuchtriegel ha raccontato la sua storia a Mario Calabresi per il sito Altre Storie. «La passione per il mondo antico non me l’ha passata la scuola» spiega, «ma forse dovrei dire che è cresciuta dentro di me nonostante la scuola. È controproducente come si studia la storia: troppo focalizzata sulle date, le battaglie, i grandi eventi, mentre la parte affascinante è la scoperta della vita quotidiana delle persone, che non appare nei racconti storici».
Zuchtriegel si è laureato a Berlino, ha poi fatto l’Erasmus all’Università Tor Vergata di Roma, per poi tornare in Germania per il dottorato, conseguito a Bonn. Ma, prosegue, neanche l’università si è rivelata ciò che sognava. L’insegnamento accademico lo trovava troppo arido.
Iniziò ad appassionarsi agli studi storici, leggendo piuttosto il libro Civiltà sepolte, di Kurt Wilhelm Marek, un testo divulgativo scritto nell’immediato dopoguerra in una biblioteca tedesca, semidistrutta per i bombardamenti, col desiderio di guardare al futuro con speranza. «Quel guardare lontano» ricorda Zuchtriegel «era ciò di cui avevo bisogno anch’io e quell’approccio antropologico al passato mi fece capire che le cose e le società possono cambiare in modo radicale».
Scrive Mario Calabresi: «Alla fine del dottorato vinse un progetto di ricerca di una fondazione tedesca per studiare a Matera la colonizzazione greca, lì incontrò Massimo Osanna, oggi Direttore generale dei Musei italiani, il professore che avrebbe fatto la differenza nei suoi studi e nella sua vita, e al quale sarebbe succeduto nella guida di Pompei».
Dopo un periodo di insegnamento presso la sede di Matera dell’Università della Basilicata, arriva la nomina di Zuchtriegel che, come si diceva, ha sorpreso molti. Ma più di tutti rimase incredulo il diretto interessato, che ci scherza su: «è come se ti venissero a dire che sei diventato Papa». E ricorda quando era partito verso la città dei Sassi: «Insieme a mia moglie e alla bimba piccola partimmo per Matera con una vecchia Golf, piena zeppa di cose, pensando che saremmo presto tornati a Berlino. Subaffittammo il nostro appartamentino per un breve periodo».
La famiglia Zuchtriegel invece non tornò più indietro. Gabriel adesso è cittadino italiano. Vive a Napoli dove è si è stabilito con la famiglia e dove è nato il secondo figlio. Dice: «La mia vita è un sogno che si è realizzato».
Che se ne sia coscienti o no, questa nomina al Parco archeologico di Pompei, in un momento catastrofico per la cultura, a causa della pandemia, rimanda un po’ a quel libro Civiltà sepolte, di Kurt Wilhelm Marek scritto, in quella biblioteca tedesca bombardata, col desiderio di guardare con speranza al futuro.
«Pompei durante la chiusura per la pandemia era davvero triste» dice Zuchtriegel. Ma adesso si può vedere che, poco alla volta, i turisti tornano ad animare questa che fu una città sepolta.
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