Assegnato alla comunità di Sant’Egidio e all’attivista keniota Shamsa Abubakar Fadhil, conosciuta come “Mama Shamsa”, il Premio Zayed 2023 per la fratellanza umana. Il Premio è stato consegnato il 4 febbraio ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, in occasione della Giornata Internazionale della Fratellanza Umana e nel quarto anniversario della firma, avvenuta nella stessa Abu Dhabi, dello storico Documento da parte di Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar.
A Sant’Egidio il Premio va per aver promosso a lungo la pace e il dialogo in diversi luoghi del mondo, dal Guatemala al Mozambico e oggi in Ucraina nella sanguinosa guerra in corso. Quello ucraino è un impegno che consiste non soltanto nell’offrire aiuti umanitari. «Dall’inizio della guerra» spiega Yiriy Lifanse, coordinatore del progetto portato avanti da Sant’Egidio, «tutta la Comunità nel mondo ha cominciato a pregare per la pace in Ucraina e concretamente ad esprimere la sua solidarietà. Al momento noi riceviamo gli aiuti da tutta l’Europa e anche da tutto il mondo, riusciamo poi a mandare gli aiuti fino alle città più pericolose – Kramatorsk, Dnipro, Kherson – ma anche a consegnarli direttamente alle persone nei nostri centri degli aiuti a Lviv, Ivano-Frankivsk e Kyiv».
La proposta di Sant’Egidio è quella di invitare le persone a ritrovarsi in chiesa e a ricercare nella preghiera quella forza necessaria a spezzare la spirale dell’odio e della rabbia che sono molto frequenti in tempo di guerra. «In Comunità» prosegue Yiriy Lifanse, «la gente trova il posto della pace, dove una persona aiuta gli altri nonostante tutti i problemi che vive, nonostante le perdite».
Anche a “Mama Shamsa” questo Premio viene assegnato per il suo impegno nel difficile contesto del continente africano a sottrarre soprattutto le giovani generazioni alla violenza, al crimine e all’estremismo. Il segretario generale del Premio, Mohamed Abdelsalam, ha dichiarato che va riconosciuto a Mama Shamsa il coraggio «di affrontare la divisione tra le comunità e coltivare la compassione e la speranza».
«Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, il professor Ahmed Al-Tayeb» riferisce la Wam, l’agenzia di stampa degli Emirati, «hanno pubblicato il Documento sulla fratellanza umana, che delinea i principi per l’umanità. I premiati di quest’anno, la Comunità di Sant’Egidio e Mama Shamsa, dimostrano come questi principi possono essere messi in pratica. Il comitato giudicante spera che i loro sforzi ispirino gli altri a condurre una vita di servizio, umiltà e compassione. Tra oltre 200 candidati, i premiati sono stati scelti per la loro dedizione al bene comune».
Come si è detto, quattro anni fa fu sottoscritto un Documento sulla fratellanza umana da parte di Papa Francesco e del Grande Imam di Al-Azhar. Successivamente, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha voluto fare proprio lo spirito di questo documento istituendo, con voto unanime, una Giornata mondiale della Fratellanza umana fissata nel giorno 4 febbraio di ogni anno, anniversario della storica firma.
In occasione del conferimento del premio Zayed, papa Francesco ha inviato agli organizzatori un messaggio nel quale, tra l’altro, si legge: «siamo consapevoli che il percorso della fratellanza è un cammino lungo e difficile. Ai tanti conflitti, alle ombre di un mondo chiuso, contrapponiamo il segno della fratellanza! Ella ci sollecita ad accogliere l’altro e rispettarne l’identità, ci ispira a operare nella convinzione che è possibile vivere in armonia e in pace. Ringrazio tutti coloro che si uniranno al nostro cammino di fratellanza, e li incoraggio a impegnarsi per la causa della pace e per rispondere ai problemi e ai bisogni concreti degli ultimi, dei poveri, degli indifesi, di coloro che hanno bisogno del nostro aiuto».
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