Festa della Bruna 2024. Al via i grandiosi festeggiamenti!

Prima sera di novena e poi lo svelamento del carro. Tema: i discepoli di Emmaus. Una grande opera d’arte, realizzata da Francesca Cascione, artista materana già cimentata con la cartapesta, appassionata di arte sin da bambina.   

“Allo spezzar del pane i discepoli di Emmaus lo riconobbero e gli dissero: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?» (Lc 24,13-35)”.

Questo il tema del carro che il Capitolo Metropolitano ha scelto per l’edizione della Festa di questo 2024.

Bellissimi i colori, con cui all’artista piace giocare, passando per una stessa tinta dal satinato all’opaco: forse il colore è ciò che attrae l’osservatore che per la prima volta ammira il carro. E con dispiacere pensa che tra 10 giorni verrà distrutto!

Un carro “popoloso”: 14 gli angeli – tra maschietti, femminucce (si sa, gli angeli non hanno sesso!) e piccoli putti – e altre 13 statue.

Originale l’interpretazione dei discepoli di Emmaus come un uomo e una donna: una coppia di sposi. Infatti, il vangelo di Luca ci tramanda solo il nome di uno di loro: Cleopa (secondo la ricostruzione dello storico Egesippo – II sec. – un fratello di san Giuseppe). E se gli esegeti hanno sempre amato dire che l’altro discepolo che Luca non nomina può essere ciascuno di noi, Francesca, magari pensando a sé, l’ha raffigurato come donna!

Gesù conforta, con sapienza, i discepoli affranti, ignari di chi hanno accanto: ecco la prima formella che si incontra a sinistra del rostro del carro: Gesù è come un medico che stringe la mano ad un paziente.

È questa l’attualizzazione del primo momento dell’episodio di Luca: sì, la Cascione propone per ogni momento dell’episodio di Emmaus una rilettura attualizzata nella società di oggi.

E poi, infervorati dala “liturgia della Parola ” di Gesù, i discepoli lo invitano a casa. Ecco l’immagine della quarta e della terza formella: rispettivamente, Gesù e i due di Emmaus dietro la porta e la relativa attualizzazione resa dall’immagine di una volontaria Caritas che offre sollievo con la sua presenza ad una famiglia di migranti.

La porta si apre e la ritroviamo, anch’essa verde, identica nella forma, nella calda scena tridimensionale dell’interno della casa, dove attorno al tavolo della cena in Emmaus siede un’intera famiglia: i due di Emmaus, con un nonnino, una bambina e l’Ospite ancora misterioso. Un contesto adorno di tanti particolari. Non solo la bellissima tovaglia che sembra di tela, eppure è in carta-pesta. Ma anche gli animali domestici che scorrazzano sotto il tavolo – tra cui il cagnolino a cui la bambina dà da mangiare – e la fornacella.

E, immancabile, il pane di Matera! Il cornetto segnato dai tre tagli e benedetto con l’invocazione trinitaria di cui il nostro vescovo Antonio Giuseppe tanto ci ha parlato in vista del Congresso Eucaristico Nazionale che Matera ha ospitato nel 2022.

E che dire di Gesù? Bellissimi e originali i piedi e le mani segnate dal foro dei chiodi della crocifissione, particolare tratto da un altro passo evangelico, che allo spezzar del pane va via: levita. Eccolo con i piedi sollevati da terra.

Cleopa e la moglie sono stupiti! Lui si è alzato di scatto e ha urtato lo sgabello che vediamo a terra e lei ha lo sguardo attonito verso Gesù!

Lo riconoscono allo spezzar del pane!

Questo l’istante preciso immortalato dalla Cascione nella scena tridimensionale di tutto il carro.

Quanto è vero e quanto sarebbe bello che nelle nostre Eucaristie riconosciamo davvero Gesù e siamo resi capaci di scoprire di averlo incontrato tante volte nel nostro cammino di vita. Nei momenti di sconforto e di non-senso.

A tavola c’è una lampada: ricordiamo che la scena si svolge quel “primo giorno dopo il sabato”, a sera: un un tempo in cui così si illuminavano le nostre case e si rimaneva nella penombra.

Quella stessa lampada che ritorna nella quinta formella: i due di Emmaus escono, a sera inoltrata, e si fanno luce con due lampade, identiche a quella che è a tavola, per annunciare agli undici che “Cristo è risorto”. Ecco il kerygma, il centro di ogni annuncio catechetico, come nel Sinodo Diocesano ci è stato vivamente raccomandato.

E a proposito di “primo annuncio” viene rappresentato nella formella successiva (la sesta) un sacerdote in terra di missione.

E nelle ultime due, infine, i due di Emmaus sono con gli undici, immagine attualizzata in cui gli stessi vengono rappresentati come due giovani pellegrini della GMG che porteranno l’entusiasmo del loro incontro con Cristo, con la Chiesa, con il Papa al mondo intero.

Due immagini di Maria sul carro di quest’anno, oltre la sacra effige che ssarà portata in processione: davanti, Maria mentre viene dipinta, come d’antichissima tradizione, da S. Luca – medico e pittore, oltre che evangelista – ovviamente con le sembianze della Bruna; dietro, una statua di Maria con la città di Maria sotto il suo grebo e, in basso, con la scritta “Matera Civitas Mariae”. Un particolare, questo, richiesto dalla traccia del carro, visto che Matera quest’anno celebra il 70° della nomina a Città di Maria.

Non vi resta che andare a contemplare il carro!

Nel frattempo potete ascoltare la lettura interpretativa dello stesso attraverso la viva voce dell’autrice.

Francesca Cascione, dopo aver partecipato varie volte al concorso per la costruzione del carro, quest’anno, finalmente, ha vinto e si è posta con tutto il suo impegno, la passione, l’entusiasmo che forse ha ereditato nel DNA dal padre Carlo (grande appassionato della Festa). Carlo che ha fotografato per decenni tutte le edizioni della festa della Bruna. Alla costruzione del carro hanno contribuito fattivamente tutti i familiari di Francesca.

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Giuseppe Longo

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