A Matera saranno intitolate due strade cittadine a due donne vittime di femminicidio, Vita Maria Farina e Anna Rosa Fontana. È un atto con cui l’amministrazione comunale vuole dare un segno per ridurre le disparità di genere, particolarmente evidenti nella toponomastica, ma che vuole soprattutto denunciare la violenza di cui sono talvolta oggetto le donne. Vita Maria e Anna Rosa, infatti, sono state due concittadine vittime di femminicidio.
A sottolineare il valore simbolico del provvedimento, proposto dall’assessora alle Pari Opportunità e alla Parità di Genere Tiziana D’Oppido, è il fatto che costituisce il primo atto della nuova giunta comunale, subito dopo l’insediamento del 21 novembre scorso.
«Ho fortemente voluto» ha dichiarato il sindaco Domenico Bennardi, «che il primo atto di questa nuovo percorso di governo fosse caratterizzato, in continuità con il precedente esecutivo, da una precisa consapevolezza del contributo fondamentale dato dalle donne alla storia e al mondo, e questa consapevolezza può passare anche dalla toponomastica, che ha un forte impatto sui cittadini rispetto alla memoria storica che finora è stata deficitaria, soprattutto a livello locale, sull’intitolazione di spazi pubblici a figure femminili di riferimento nella cultura, nella scienza, nella politica e nella società. Nel caso di Vita Maria e Anna Rosa, l’intitolazione assume anche una valenza di monito alla comunità e di sensibilizzazione delle giovani generazioni sulle tematiche di genere».
Bisogna ricordare a questo proposito che per quanto riguardo lo stradario di Matera, negli Open data del Comune, su un totale di 760 record, le intitolazioni a figure femminili erano fino a questo momento pochissime, di cui quasi tutte nomi di sante della Chiesa cattolica. A prescindere da questi casi, le donne menzionate nello stradario erano soltanto quattro: Eleonora Bracco, Isabella Morra, Laura Battista e Indira Gandhi. Nello stradario non compare altro, se non la recente intitolazione del nuovo parco urbano di via Gravina all’educatrice materana Teresa Vezzoso.
È giusto sottolineare a proposito di ciò che queste “quote rosa” sulle mappe della città sono tratti di strada veramente brevissimi e che messi tutti insieme non sono nemmeno paragonabili a una qualsiasi delle strade materane di media estensione prese singolarmente.
Durante le epoche passate, purtroppo, la donna non aveva la giusta visibilità all’interno della società, se non nella comunità cristiana. E questo le ha decisamente penalizzate nel riconoscimento dell’esemplarità della loro vita. Non sarà facile colmare quel deficit della memoria storica di cui ha parlato il sindaco Bennardi. Nella toponomastica, tra l’altro, non si possono apportare cambiamenti rapidamente e, inoltre, l’espansione dei centri urbani, con l’apertura di nuove strade, sta subendo una brusca battuta d’arresto.
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