“Dilexit nos”, in italiano “ci ha amati”.
Sappiamo che è questo il cuore del messaggio cristiano, il “primo annuncio” che dobbiamo dare ai nostri fanciulli e a chi si avvicina alla fede. ma giova riascoltarlo da papa Francesco in questa quarta enciclica del suo pontificato, sintesi di tutto il suo magistero. Uno scritto di carattere prettamente spirituale dopo due encicliche sociali.
Un compendio di quello che papa Francesco ha voluto e vuole dire a ogni fratello o sorella in umanità: Dio ti ama e te lo ha mostrato nella maniera più luminosa nella vicenda di Gesù di Nazareth.
Nella sua quarta enciclica, inizialmente prevista a giugno, mese del Sacro Cuore, ma poi pubblicata alla fine del mese missionario, il 24 ottobre, Papa Francesco affronta il tema dell’amore umano e divino, mettendo in particolare risalto il Cuore di Gesù Cristo come simbolo della sua premura e della sua dedizione verso l’umanità. Inizia citando San Paolo, che sottolinea come l’amore di Cristo sia incondizionato e duraturo, rivelando che il cuore è il centro dell’essere umano, luogo di decisioni e sentimenti che unificano la persona:
“Né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”.
Lettera di S. Paolo ai Romani (Rm 8,37-38)
è uno dei passaggi, citato all’inizio del documento, da cui la lettera prende le mosse.
Papa Francesco ci esorta a recuperare la centralità del cuore in un mondo che tende a perdere di vista il significato profondo della vita. Sottolinea l’importanza di esplorare le domande esistenziali fondamentali, come il valore della nostra esistenza e la nostra relazione con Dio. Il cuore è invitato a esprimere non solo sentimenti, ma anche un profondo amore verso gli altri, in un contesto che spesso ignora la spiritualità.
Il Papa esplora come il Cuore di Cristo esprima un amore eterno e come la sua figura possa ispirare la comunità a impegnarsi in opere di misericordia e giustizia. L’amore di Cristo, come descritto nella lettera, non si limita a essere un’idea astratta, ma si traduce in azioni concrete e relazioni autentiche. È attraverso l’amore fraterno che possiamo rispondere al desiderio del Cuore di Gesù, contribuendo così a costruire una società più giusta e solidale: “In questo mondo liquido è necessario parlare nuovamente del cuore; mirare lì dove ogni persona fa la sua sintesi”.
Francesco sottolinea anche l’importanza di ritornare al Sacro Cuore per riparare i cuori feriti e, così facendo, i danni che sono stati causati al mondo, in una chiave di amore piuttosto che di mera giustizia, evidenziando come sia necessario rispondere all’amore di Dio con atti concreti verso il prossimo. Attraverso tutto il documento, Francesco invita a far risuonare l’amore del Cuore di Cristo in tutte le nostre azioni quotidiane, affinché si possa costruire una civiltà dell’amore e dell’umanità, rispettando sempre la dignità di ogni persona.
Infine, il Papa conclude con la richiesta di una partecipazione attiva nella missione di amore di Cristo nel mondo, evidenziando che l’amore deve estendersi all’intera comunità nella quale si vive, riflettendo sul fatto che il dialogo e la testimonianza del Vangelo ci chiamano ad unire il cuore alla missione e alla fraternità.
La lettera, quindi, chiama i credenti a vivere un amore autentico e a modellare le loro vite sull’esempio di Cristo, in un’ottica di servizio e dedizione all’altro, rispondendo così al profondo amore che Dio ha per tutti noi: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).
Il Cuore di Cristo è la via per andare al Padre.
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