Davide Fusiello. Mercoledì 28 agosto un nuovo presbitero per la Chiesa materana. Oggi inizia il triduo di preghiera in preparazione all’ordinazione

La richiesta di pregare per lui ha accompagnato l’invito che don Davide ha rivolto agli amici, ai parenti e ai conoscenti a partecipare alla celebrazione dell’ordinazione presbiteriale e al triduo di preghiera che inizia la sera del 25 agosto

“Alla vigilia della mia Ordinazione sacerdotale provo tanta gioia e un senso di attesa: è un momento che prepariamo da tempo non solo a livello organizzativo ma a livello spirituale e umano dagli anni del seminario. Tanti sono gli impegni contingenti ed è bello sentire la presenza delle persone a me più vicine che hanno segnato il mio cammino di formazione.

Ammissione agli ordini sacri di Davide Fusiello (Basilica Cattedrale – Matera | 06/01/2021)

Una storia vocazionale iniziata 12 anni fa

“Ho 27 anni, sono il primo di due figli e da bambino abitavo di fronte alla chiesa di ‘S. Giacomo’: don Franco Taccardi era il parroco e don Michele La Rocca vi svolgeva il tirocinio pastorale previsto negli ultimi anni di seminario.

Ho frequentato da sempre la parrocchia: S. Messa, catechismo e musical. Ricordo che quando ero in prima elementare don Michele è diventato sacerdote.

Appena ricevuta la prima comunione – era quello il requisito che don Franco richiedeva – ho iniziato a servire messa.

All’inizio delle scuole medie, come accade per molti adolescenti, ho interrotto la partecipazione al catechismo, ma non la parrocchia: mai è mancata la Messa la domenica e la partecipazione al coro.

Alla fine delle scuole medie un momento di difficoltà: papà ha perso il lavoro. In quel momento ho sentito tanto la vicinanza di don Michele che mi ha fatto fare la Cresima.

Risalgono ai primi due anni delle superiori alcune esperienze bellissime: i pellegrinaggi a Međugorje – dove ho sperimentato la provvidenza perché non fosse stato per l’aiuto ricevuto non sarei potuto partire – e la Terra Santa. E anche l’impegno come animatore alla scuola estiva “Mary Poppins”, che don Michele organizzava a S. Giacomo.

Nel 2012 don Michele viene trasferito all’Addolorata: l’ho seguito. Una scelta che agli occhi di alcuni poteva parere sbagliata, ma per me non lo era perché avevo bisogno di qualcuno che mi accompagnasse. In questo don Michele è stato molto bravo.

All’Addolorata ho avuto la possibilità di fare una bella esperienza di Chiesa: avevo ricevuto sicuramente tanto a S. Giacomo nella mia infanzia e adolescenza, ma lì il tutto è stato completato. Il ricordo va ora in particolare a tante famiglie che mi hanno accolto.

Fu verso il secondo superiore che parlai a don Michele del desiderio di entrare in seminario, che lui ha accolto, sebbene mi invitasse ad andare con i piedi di piombo, a non essere già ‘troppo’ certo della scelta perché: erano le prime “farfalle nello stomaco”. E continuavo il Liceo delle Scienze Umane: facevo le mie esperienze come ogni ragazzo di 15 anni, ma mi facevo accompagnare da lui.

Verso il terzo superiore chiesi a don Michele di approfondire questa scelta che volevo compiere. Partecipai ad alcuni incontri in seminario. A casa hanno subito accolto questa scelta.

In un weekend vocazionale mi fu proposto di continuare le scuole superiori in seminario ma non mi sentivo pronto, sebbene avrei potuto risparmiare un anno, evitando il “propedeutico”, l’anno di discernimento che è previsto in seminario prima di iniziare il seennio.

Così, ho iniziato l’anno propedeutico subito dopo il diploma, nell’ottobre 2016.

Entravo in seminario a settembre 2017: anni bellissimi in cui ho continuato a intrattenere rapporti con la mia comunità di appartenenza, l’Addolorata, con le loro storie belle e alle volte anche di sofferenza, che mi hanno sempre colpito mediante le quali ho imparato a scorgere l’agire di Dio attraverso le storie degli uomini. Attraverso di esse ho fatto anche discernimento sulla mia vocazione.

Anche in seminario ho conosciuto tante storie di vita: dai sacerdoti che ci accompagnavano ma soprattutto attraverso i dialoghi che ci sono tra noi seminaristi. In seminario non impariamo solo attraverso le catechesi e le mille lezioni, ma la storia diretta di ciascuno di noi attrae sempre molto di più.

Efficaci le esperienze di pastorale nel carcere di Potenza e in una Casa Famiglia di Potenza dove vi erano bambini accolti dalle suore. Non di meno le esperienze nella Comunità Emmanuel a Lecce (2019) e nella Caritas della Diocesi di Fermo (2020) e dei tirocini pastorali che ho svolto nelle parrocchie “S. Maria della Croce” in Ferrandina nel 2021-’22 (quinto anno di seminario), con l’accompagnamento di don Pierdomenico Di Candia, e “S. Michele Arcangelo” in Pomarico nel 2022-’23 (sesto anno di seminario), con l’accompagnamento di don Vito Burdo.

Anche in questo caso il primo ricordo è l’accoglienza squisita della gente, le cui storie sono una bella testimonianza per tutti noi. Sono contento perché la formazione di questi anni mi ha portato ad una libertà interiore maggiore e alla maturità attuale.

Dopo un anno di collaborazione con don Vito a Pomarico, nella preghiera e la celebrazione eucaristica di questi giorni rimedito tanto su questi anni: sugli inizi della mia storia vocazionale, con i primi segnali che mi hanno fatto pensare alla scelta del seminario, e sulle persone che con i loro gesti mi hanno trasmesso il dono della fede. E rimetto tutto nelle mani del Signore: tutta la mia umanità fragile e però anche piena di tanti suoi doni. Che spero di riuscire sempre a mettere a frutto.

E spero che questo cammino non si concluda ma sia il principio di una formazione permanente.

Ecco che a partire da stasera ci prepariamo con un triduo di preghiera al grande giorno di mercoledì. Di seguito il programma.

Lunedì ore 12,00 in Episcopio si terrà la Declaratio che è il giuramento ufficiale cioè le promesse di celibato e di obbedienza al vescovo compiute con la mano sul Vangelo, momento questo già effettuato da don Davide alla vigilia dell’ordinazione diaconale che viene ripetuta domani 26 agosto. Tutti possono accedere in episcopio per questa cerimonia.

L’ordinazione invece sarà celebrata in cattedrale, nell’Eucaristia presieduta dal nostro vescovo Mons. Antonio G. Caiazzo.

Per quanti fossero impossibilitati a raggiungere la Cattedrale a piedi, saranno a disposizione due pulmini con partenza dalle 17.15 alle 18.30 da via Lanera, davanti alla scuola media Nicola Festa. La fermata qui collocata sarà evidenziata da un apposito segnale. Vi aspetto mercoledì!

Per coloro che mercoledì 28 agosto fossero fuori Matera o diversamente impossibilitati a giungere in cattedrale per l’occasione, Logos – Le ragioni della Verità provvederà a trasmettere la diretta della celebrazione, di cui di seguito il link:

La stessa è visionabile anche dalla pagina Facebook di Logos o dal canale YouTube Logos – Matera.

Chi è il presbitero? Cos’è il sacramento dell’ordine sacro?

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1534, 1535) annovera il sacramento dell’ordine sacro, assieme a quello del matrimonio, tra i due ordinati alla salvezza altrui (contribuiscono alla salvezza personale attraverso il servizio degli altri). Sono i sacramenti a servizio della comunione e della missione della Chiesa: “conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono all’edificazione del popolo di Dio. “Coloro che ricevono il sacramento dell’Ordine sono consacrati per essere ‘posti, in nome di Cristo, a pascere la Chiesa con la parola e la grazia di Dio’”

“L’Ordine è il sacramento grazie al quale la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli continua ad essere esercitata nella Chiesa sino alla fine dei tempi: è, dunque, il sacramento del ministero apostolico. Comporta tre gradi: l’Episcopato, il presbiterato e il diaconato (CCC, n. 1536).

È Cristo che ha scelto gli Apostoli e li ha resi partecipi della sua missione e della sua autorità. Innalzato alla destra del Padre, Egli continua ad agire per mezzo dei Vescovi. È dunque Cristo che stabilisce alcuni come Apostoli, altri come Pastori (cf CCC, 1575).

“La Chiesa conferisce il sacramento dell’Ordine soltanto a uomini (viri) battezzati, le cui attitudini per l’esercizio del ministero sono state debitamente riconosciute. Spetta all’autorità della Chiesa la responsabilità e il diritto di chiamare qualcuno a ricevere gli ordini.

Nella Chiesa latina il sacramento dell’Ordine per il presbiterato è conferito normalmente solo a candidati disposti ad abbracciare liberamente il celibato e che manifestano pubblicamente la loro volontà di osservarlo per amore del regno di Dio e del servizio degli uomini (ccc, 1598,1599).

“Nelle Chiese Orientali, è in vigore una disciplina diversa: mentre i Vescovi sono scelti unicamente fra coloro che vivono nel celibato, uomini sposati possono essere ordinati diaconi e presbiteri. Tale prassi è da molto tempo considerata come legittima; questi presbiteri esercitano un ministero fruttuoso in seno alle loro comunità. 214 D’altro canto il celibato dei presbiteri è in grande onore nelle Chiese Orientali, e numerosi sono i presbiteri che l’hanno scelto liberamente, per il regno di Dio. In Oriente come in Occidente, chi ha ricevuto il sacramento dell’Ordine non può più sposarsi (CCC, 1580).

Il dono spirituale conferito dall’ordinazione presbiterale è espresso da questa preghiera propria del rito bizantino. Il Vescovo, imponendo le mani, dice tra l’altro: «Signore, riempi di Spirito Santo colui che ti sei degnato di elevare alla dignità sacerdotale, affinché sia degno di stare irreprensibile davanti al tuo altare, di annunciare il Vangelo del tuo regno, di compiere il ministero della tua parola di verità, di offrirti doni e sacrifici spirituali, di rinnovare il tuo popolo mediante il lavacro della rigenerazione; in modo che egli stesso vada incontro al nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo, tuo unico Figlio, nel giorno della sua seconda venuta, e riceva dalla tua immensa bontà la ricompensa di un fedele adempimento del suo ministero» (CCC, 1585).

Umili per accogliere un ministero così grande

Dinanzi alla grandezza della grazia e dell’ufficio sacerdotale., i santi dottori hanno avvertito l’urgente appello alla conversione al fine di corrispondere con tutta la loro vita a colui di cui sono divenuti ministri mediante il sacramento. Così, san Gregorio Nazianzeno, giovanissimo sacerdote, esclama: «Bisogna cominciare col purificare se stessi prima di purificare gli altri; bisogna essere istruiti per poter istruire; bisogna divenire luce per illuminare, avvicinarsi a Dio per avvicinare a lui gli altri, essere santificati per santificare, condurre per mano e consigliare con intelligenza». «So di chi siamo i ministri, a quale altezza ci troviamo e chi è colui verso il quale ci dirigiamo. Conosco la grandezza di Dio e la debolezza dell’uomo, ma anche la sua forza». [Chi è dunque il sacerdote? È] il difensore della verità, «che si eleva con gli angeli, glorifica con gli arcangeli, fa salire sull’altare del cielo le vittime dei sacrifici, condivide il sacerdozio di Cristo, riplasma la creatura, restaura [in essa] l’immagine [di Dio], la ricrea per il mondo di lassù, e, per dire ciò che vi è di più sublime, è divinizzato e divinizza».

E il santo Curato d’Ars: «È il sacerdote che continua l’opera di redenzione sulla terra». […] «e si comprendesse bene il sacerdote qui in terra, si morirebbe non di spavento, ma di amore». […] «Il sacerdozio è l’amore del cuore di Gesù» (CCC, 1589).

“Tutta la Chiesa è un popolo sacerdotale. Grazie al battesimo, tutti i fedeli partecipano al sacerdozio di Cristo. Tale partecipazione si chiama «sacerdozio comune dei fedeli». Sulla sua base e al suo servizio esiste un’altra partecipazione alla missione di Cristo: quella del ministero conferito dal sacramento dell’Ordine, la cui funzione è di servire a nome e in persona di Cristo Capo in mezzo alla comunità.

Il sacerdozio ministeriale differisce essenzialmente dal sacerdozio comune dei fedeli poiché conferisce un potere sacro per il servizio dei fedeli. I ministri ordinati esercitano il loro servizio presso il popolo di Dio attraverso l’insegnamento (munus docendi), il culto divino (munus liturgicum) e il governo pastorale (munus regendi).

Fin dalle origini, il ministero ordinato è stato conferito ed esercitato in tre gradi: quello dei Vescovi, quello dei presbiteri e quello dei diaconi. I ministeri conferiti dall’ordinazione sono insostituibili per la struttura organica della Chiesa: senza il Vescovo, i presbiteri e i diaconi, non si può parlare di Chiesa” (CCC, 1591-3).

“I presbiteri sono chiamati ad essere i saggi collaboratori dei Vescovi; riuniti attorno al loro Vescovo formano il «presbiterio», che insieme con lui porta la responsabilità della Chiesa particolare. Essi ricevono dal Vescovo la responsabilità di una comunità parrocchiale o di una determinata funzione ecclesiale(CCC, 1595).

Il rito liturgico di ordinazione

“Il sacramento dell’Ordine è conferito mediante l’imposizione delle mani seguita da una preghiera consacratoria solenne che chiede a Dio per l’ordinando le grazie dello Spirito Santo richieste per il suo ministero. L’ordinazione imprime un carattere sacramentale indelebile.

Spetta ai Vescovi conferire il sacramento dell’Ordine nei tre gradi” (CCC, 1597, 1600).

Agli aspetti liturgici dell’ordinazione è dedicata la catechesi che questa sera, prima del triduo di preparazione all’ordinazione di don Davide, terrà nella chiesa dell’Addolorata alle ore 20:15 la prof. Maria Pina Rizzi, vicedirettrice dell’Ufficio Liturgico Diocesano.

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Giuseppe Longo

Latest videos