Carlo Casini sarà santo? Per il fondatore del Movimento per la Vita, l’Associazione Amici di Carlo Casini ha presentato, davanti all’autorità ecclesiastica, la richiesta di apertura della causa di canonizzazione. La notizia allieta particolarmente la nostra comunità materana per quel preciso rapporto che ha legato Casini a Matera.
Non si tratta di un legame di poco conto, perché questo candidato agli onori dell’altare sposò una ragazza della nostra città, Maria Nitti, figlia dell’avvocato Donato Nitti. Maria, che è nata a Matera nel 1942 è stata la terzogenita della famiglia Nitti, dopo due fratelli, Roccangelo e Vincenzo; sua madre era la signora Benedetta Paradiso.
Come suo fratello Roccangelo, Maria si trasferisce a Firenze per studiare e qui ha modo di frequentare la famiglia Casini, sua vicina di casa. Lei ha sette anni meno di Carlo. Un fratello di Carlo era il medico curante di Maria e un altro fratello era uno dei suoi insegnanti al liceo. Insomma, si stabiliscono subito solidi rapporti. La relazione sentimentale sarebbe iniziata nel 1961, in seguito alla partecipazione di Maria a una conferenza che Carlo, giovane magistrato, aveva tenuto in parrocchia sulla dottrina sociale della Chiesa.
Maria era una ragazza molto bella. Doveva sembrare a qualcuno la più bella tra le ragazze della città di Matera se, per questo, nell’estate di quel 1961 quando era già iniziata la relazione con Carlo e mentre era in vacanza a Metaponto, a Maria veniva proposto di partecipare a un concorso di bellezza. Lei accetta, col consenso dei genitori, per gioco e spinta da quel clima scanzonato dei giochi in spiaggia. Sarà eletta Miss Lucania 1961 e per questo, inaspettatamente, si ritroverà a partecipare di diritto al concorso di Miss Italia che si terrà a Salsomaggiore.
Tutto questo avviene all’insaputa di Carlo il quale scopre la cosa casualmente a cinema dove, nel notiziario che allora si teneva solitamente negli intervalli delle proiezioni, si videro scorrere le immagini di Salsomaggiore. Carlo nota così la presenza di Maria al concorso di Miss Italia. Ricorda la figlia Marina che, lì per lì, egli rimase un po’ sorpreso ma poi finirà per esserne orgoglioso.
Il 22 gennaio 1962 Carlo fa la sua dichiarazione a Maria, vent’anni, e un mese esatto dopo viene ufficializzato il fidanzamento. Anche Carlo è un bel ragazzo. Insomma, è una bellissima coppia che non avrebbe sfigurato nel mondo dorato dello spettacolo, al quale certamente Maria avrebbe potuto aspirare.
Il futuro però sembra meno dorato a Carlo che deve confidare a Maria un segreto. All’età di sette anni, ha contratto una malattia infiammatoria particolarmente grave che aveva già portato via sua sorella. Il giudizio dei vari medici consultati concordava su una prognosi infausta della malattia. Carlo sa che probabilmente non riuscirà a raggiungere i quarant’anni di età. In realtà, supererà di gran lunga questo limite; per un intervento miracoloso, o per i progressi che nel frattempo ha fatto la medicina – non si sa.
Maria accetterà ugualmente di unirsi a Carlo, nonostante la presenza di questa “spada di Damocle”, come fu definita. Certamente è stata questa disponibilità di Maria ad accettare quella croce ciò che svela il carattere veramente cristiano del loro rapporto.
Il 2 settembre dello stesso anno sono insieme a Metaponto – lo apprendiamo dalla data di una poesia che Carlo dedica a Maria. Si sposeranno a Firenze quasi due anni dopo, nel 1964. La data delle nozze è quella del 2 luglio. Il clima è particolarmente festoso; per i materani, quello è il giorno della Festa della Bruna, festa patronale.
I genitori di Maria in tutti quegli anni faranno spesso la spola tra Firenze e Metaponto, dove vive Vincenzo che ha un’azienda agricola. Anche Carlo prenderà a frequentare Metaponto e qui tutta la famiglia trascorrerà le vacanze estive per parecchi anni. Al punto che la figlia Marina ricorderà che Benedetta e Donato, figli dello zio Vincenzo, fratello della mamma, cresceranno come figli degli stessi genitori e loro fratelli.
Nel corso della sua attività di magistrato, Casini viene posto ripetutamente di fronte al dramma dell’aborto e delle sofferenze che si nascondono dietro le storie di tante donne spinte nel vicolo cieco dell’interruzione della gravidanza. A questo, il magistrato decide di dedicare la sua intera vita. Fonderà il Centro di Aiuto alla Vita di Firenze; da allora, tanti Centri di Aiuto alla Vita (CAV) si moltiplicano rapidamente nell’intero paese per sostenere la nascita di bambini destinati altrimenti all’aborto.
Carlo Casini ha quarant’anni; secondo le previsioni dei medici, egli non sarebbe sopravvissuto oltre questa età. Invece, proprio allora una nuova vita inizierà per lui. E non soltanto per lui. Nel corso degli anni, 300mila bambini potranno nascere col sostegno dei Centri di Aiuto. Nessuna delle loro madri – dicono al Movimento per la Vita – «ha mai rimpianto la scelta fatta di tenere il proprio bambino». Oggi, nelle 500 sedi locali, sono attivi circa 400 CAV.

Intanto la nonna Benedetta va a vivere a Firenze, portando nella famiglia Casini un po’ di Matera.
Nel libro “Carlo Casini, storia privata di un testimone del nostro tempo”, una bella biografia curata da Stefano Stimamiglio e pubblicata dalle edizioni San Paolo, Marina Casini racconta che la nonna, «con il suo inconfondibile accento materano che avevamo imparato a imitare, era la nostra mascotte. Sapeva fare tante cose: cucinare – proverbiali le sue orecchiette fatte in casa alle cime di rapa! -, lavorare a maglia, all’uncinetto, col chiacchierino, cucire. Era l’addetta alle riparazioni dei vestiti e spesso ce li faceva lei di sana pianta, compresi quelli di carnevale. È volata in Cielo nel 2007».
Vicino a Matera è vissuto per un certo periodo anche un sacerdote che avrà un grande ruolo nella vita della coppia, padre Antonio Francesconi, un barnabita che dopo Firenze, svolgerà il suo ministero pastorale prevalentemente in Puglia, nel difficile quartiere San Paolo di Bari, a Trani, a Conversano; sarà rettore del Santuario del Buoncammino nella vicina Altamura. Padre Francesconi aveva celebrato il matrimonio di Carlo e Maria; celebrerà anche il 40° e, nel 2014, il 50°.
Nel 1979 Carlo Casini viene eletto alla Camera dei Deputati nelle liste della Democrazia Cristiana, con un numero straordinario di consensi. In occasione del referendum di abrogazione della legge sull’aborto, Legge 194, tenuto nel 1981, fonda il Movimento per la Vita e dà vita al comitato promotore che ne sostiene l’abrogazione.
La sua lunga attività politica coprirà un arco di trentacinque anni, un impegno che lo ha portato prima al parlamento italiano e poi a quello europeo. Ma ovviamente, l’attività prevalente di Carlo Casini sarà quella che lo vede dedicarsi all’accoglienza della vita nascente. Non era una crociata la sua. La sua battaglia non l’ha combattuta tanto in nome di quelli che sono stati definiti i “principi irrinunciabili” per il cristiano, sebbene quei principi siano per un cristiano evidentemente irrinunciabili.
Era una battaglia che aveva in lui piuttosto lo scopo di rivelare ciò che l’uomo contemporaneo fa fatica a riconoscere; che cioè la vita consiste in un bene che tende prepotentemente a raggiungere l’uomo e la donna, in qualsiasi situazione si dovessero venire a trovare. Una vita che, con la sua promessa di bene, si muove inesorabilmente verso l’uomo e la donna, aprendoli alla felicità.
Casini credeva questo semplicemente perché è ciò che è accaduto concretamente alla sua vita. Non è stata una vita facile la sua. Perse il padre in tenera età, morto improvvisamente per un incidente sul lavoro. Poi sono arrivati gli anni della guerra, quando la madre con quel poco che aveva doveva procurare alla numerosa famiglia il necessario per vivere, in tempi in cui quel necessario non poteva procurarselo nemmeno chi ne aveva la possibilità.
Il giovane Carlo poteva fare allora esperienza della vita come di una misteriosa realtà che si prende cura degli uomini e che provvede ai suoi bisogni. Lui chiamava Provvidenza questo Mistero che non fa mancare agli uomini il suo sostegno, nemmeno nei momenti più tristi. Non si tratta perciò di fare crociate cristiane contro poteri ostili. Si tratta più semplicemente di consentire che quel Mistero possa operare ancora oggi in favore della vita, possa incrementare la vita.
Nel 2017, improvvisamente, nell’esistenza di Carlo Casini, irrompe una terribile malattia, la SLA, che lo avvierà rapidamente al suo calvario. Un anno e mezzo dopo gli viene praticata la tracheostomia e di lì la situazione comincia a precipitare. Non soltanto per il decorso della malattia ma anche per il dilagare della pandemia da Covid che rende tutto più difficile e quasi impossibile. Casini sarà assistito in casa dalla sua famiglia, dai sanitari e dal caro padre Francesconi che nel frattempo era ritornato a Firenze. Quando la malattia entrò nella sua fase terminale si spostò a Roma dove lo attenderanno i ricoveri ospedalieri presso il policlinico Gemelli.
Ormai immobile nel suo letto, il fondatore del Movimento per la Vita, non poteva fare molto di più che rivolgere il suo sguardo su ciò che aveva intorno. Dicono che gli piacesse osservare un grande albero che era davanti alla finestra dell’ospedale e che sembrava volesse allungare i suoi rami fin dentro alla stanza. Era un platano che con la sua imponenza si slanciava verso il cielo. Col suo sguardo intenso che rivolgeva a quella grande pianta, Carlo sembrava ci vedesse qualcosa. Forse vedeva se stesso. Un grande albero, infatti, tende i suoi robusti rami; qui gli uccelli vanno a posarsi, qui cercano un posto per i loro nidi. Nidi che dovranno accogliere altre vite. In fondo, era questo che aveva voluto essere il fondatore del Movimento per la Vita.
Carlo Casini è morto il 23 marzo del 2020. Era quello un periodo molto triste per tutti, segnato dall’imperversare del Covid; un periodo in cui era difficile perfino seppellire i propri morti. Ma Casini avrà pensato in quel suo ultimo momento anche a quel platano che poteva vedere dal suo letto di ospedale, un albero così simile al suo cuore buono e per il quale quegli ultimi giorni di marzo erano piuttosto i primi giorni di un’altra primavera.

Immagine tratta da Carlo Casini, storia privata di un testimone del nostro tempo
Biografia a cura di Stefano Stimamiglio, edizioni San Paolo
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