Molte le presenze lucane, segno di un desiderio di formazione e di stabilità dei gruppi già esistenti, ma anche molti capi e aiuto capi scout venuti dalla Puglia e tanti altri provenienti dalla Sicilia, dalla Calabria, dalle Marche, Lazio e perfino da Udine.
Lo staff ha ricreato in più momenti il contesto del brigantaggio, quale segno di riscatto della terra, e una lettura profonda del desiderio di un cambiamento del nostro mondo così come auspicava Baden Powell, cioè con l’idea di trasformare il mondo con il bene che gli scout possono portare coi loro valori.
Dopo l’accoglienza in stazione, la presentazione del campo e la divisione secondo lo schema tipico degli scout della branca E/G (esploratori e guide), presso il parco Giovanni Paolo II, la prima tappa è stata nella chiesa di S. Pietro Caveoso. I partecipanti hanno poi condiviso il pranzo a sacco iniziando, subito dopo, le sessioni riguardanti il metodo scout, l’approccio della fede e per finire la celebrazione della messa presieduta dall’assistente ecclesiastico del campo di formazione. Quindi, tutti si sono spostati per fare un giro in città prima di concludere con la cena e con un momento di animazione con tutto il gruppo sul tema del brigantaggio.
Il giorno dopo, la città storica con la sua bellezza è stato lo scenario dei nuovi “briganti” che sono stati impegnati tra un incontro di formazione e la visita guidata da Raffaele Natale il quale ha fatto da guida nella visita di Matera. Tutti hanno potuto gustare della bellezza e l’originalità della capitale europea della cultura del 2019 per poi spostarsi nel posto dove è stato posizionato il campo presso la struttura dell’ ex-centro sociale di Timmari.
Nei successivi tre giorni gli allievi si sono immersi nel mondo di Baden Powell vivendo in prima persona come scout le stesse sensazioni ed esperienze: giochi, sessioni di studio, catechesi, liturgie e fuochi di bivacco hanno reso questi giorni indimenticabili.
La catechesi, elaborata sulla figura di Giuseppe d’Egitto, ha approfondito le diverse tematiche educative con cui i capi di E/G sono soliti confrontarsi: il sogno, la crisi, la giustizia, la misericordia, la saggezza e tanti altri temi che si collegavano ad altrettanti testimoni cristiani che avevano vissuto le beatitudini ed erano il chiaro esempio dell’attuazione della legge scout.
Il percorso educativo, la relazione capo-ragazzo, l’organizzazione degli scout e tanti altri sono stati gli argomenti che i vari responsabili hanno trattato per far maturare nei partecipanti l’adesione a un metodo singolare nella impostazione.
“Questo CFM è stato per me “la conferma” di ciò di cui avevo bisogno”, commenta Noelia e aggiunge “La catechesi è stata “egocentricamente” fatta per me. L’ho sentita mia… sono pronta a continuare sulla stessa strada”.
Un’altra scout ha raccontato che “prima di partire per questo CFM, non avevo il coraggio di cucirmi la tacchetta verde del capo reparto sull’uniforme sulla parte destra, in corrispondenza del cuore. Il senso di inadeguatezza era tanto, ma ridendo, divertendoci, riflettendo, credo di aver compreso quella che un vecchio amico chiamava “l’arte del capo”. Oltre alle nozioni, bisogna fare un salto di qualità. Come? Mettendoci il cuore… Quanto al campo… è stato una carezza al cuore. Adesso che sono tornata, credo proprio che cucirò quella tacchetta verde”.
Giovanna di Matera invece così esprime tutta la sua gioia “L’energia è la positività oltre all’impegno che mi ha coinvolta moltissimo. Per quanto riguarda la fede invece [la catechesi ndr] mi hai fatto riflettere su come io la vivo, sicuramente mi ha aperto un mondo”. E riguardo ai momenti di preghiera commenta “il momento della lavanda dei piedi è stato bellissimo, molto intimo ed emozionante”.
Cristina da Molfetta invece racconta di aver ricevuto “Uno scossone efficace che ci ha risvegliati dal torpore della testimonianza poco autentica” e conclude con “personalmente, questa catechesi da un lato ha ravvivato il mio Spirito e rinnovato il mio impegno verso il Vangelo, dall’altro mi ha riempita di domande. Sarà bello continuare a camminare lungo il sentiero, in cerca di risposte, insieme ai miei ragazzi”.
Raffaella così invece commenta il suo momento di deserto: “Soffermandomi a guardare l’orizzonte nel mio momento di deserto ho pensato (da quell’altezza) come è grande l’amore di Gesù il dono che ogni giorno riceviamo e che dopo le mie esperienze di vita vissuta, adesso mi sento di esprimere perché, come Giuseppe caduto nella cisterna, anch’io posso dire che sono risalita più forte pronta a discernere e consapevole di dire “Ti voglio bene”, “Ti perdono” a chi mi ha delusa… Custodirò con cura questi ricordi felici…, mi daranno un sorriso quando ne avrò bisogno”.
Desirèe di Matera dice “Torno con uno zaino più pesante di prima. Ho imparato tante cose soprattutto perché questa esperienza mi ha permesso di essere una Guida non avendolo mai potuto fare”.
Nunzia da Matera: “Questa esperienza mi ha arricchita sicuramente di nuove ed interessanti conoscenze (intendo sia di persone che nozioni), mettendomi in gioco come una ragazzina e vivendo il campo con interesse, spensieratezza e serenità, grazie a tutti i suoi componenti e, soprattutto, alla mia squadriglia, ragazze e donne che sin da subito sono apparse ai miei occhi come intraprendenti, combattive, simpatiche e gioiose, e che non mi hanno fatto sentire una “novizia” (così mi chiamano le ragazze del mio reparto!”.
Ogni membro dello staff ha dato il suo contributo formativo in merito alle varie competenze; capi non ci si improvvisa soprattutto se si ha davanti un metodo che da oltre cent’anni fa proseliti in tutto il mondo, che va salvaguardato e rispettato nella sua impostazione molto strutturata dal punto di vista esperienziale e formativa.
Luca dall’Abruzzo così si esprime riguardo queste giornate intense: “Ho avuto una sensazione di “purezza” , lo scoutismo, come farlo , come guardarci negli occhi in un momento, era tutto così puro e autentico”.
“Scout sempre scout” così si grida dopo la promessa che il lupetto/esploratore fa davanti alla comunità; questi giovani capi hanno rinnovato in tal modo tutto l’entusiasmo di donare del tempo per questa grande famiglia che conta su di loro affinché lo scoutismo diventi testimonianza e luce per il mondo.
L’ultimo giorno si è concluso con la messa e l’invito a portare con sé quello che si è vissuto, imparato e di cui si è fatto esperienza. Infine le ultime sessioni, i suggerimenti, le ultime consegne, la verifica e non potevano mancare le raccomandazione e l’ultimo segno ufficiale che dichiara la chiusura del campo: l’ammaina-bandiera.
Gli abbracci calorosi che sono seguiti hanno così sottolineato la bellezza di questi giorni di felicità vissuti insieme con la promessa di rincontrarsi tutti alla route nazionale a Villa Buri dal 22 al 25 agosto 2024.
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