La “famiglia dei chatbot” – strumenti di conversazione automatica
L’idea di programmi per la conversazione automatica risale ai lavori di Alan Turing, che li ha considerati la misura dell’ “intelligenza artificiale”, cioè della capacità della macchina di conversare con l’interlocutore senza che questi si accorgesse di parlare con una macchina.
Nel 1966 Weizenbaum, un informatico tedesco del MIT, il centro universitario di Boston che è stato la culla degli studi di Intelligenza Artificiale, realizzò ELIZA, che dialogava con lo stile di uno psicoterapeuta. L’ambito fu scelto perché la modalità dell’interazione terapeuta-paziente si basava sull’idea che lo psicoterapeuta doveva solo indirizzare il paziente a scoprire da sé la strada per superare i suoi problemi. Eliza divenne una parodia delle conversazioni tipiche delle sedute terapeutiche, diffusissime negli Stati Uniti e oggetto di divertenti episodi in molti film. La maggior parte delle risposte di Eliza non era altro che la domanda stessa dell’interlocutore. Se questi chiedeva “Dottore, sono preoccupato “, la risposta poteva essere: “Da quanto tempo è preoccupato?”. La conversazione proseguiva: “Da qualche mese”. “Mi dica di più”. “Ho timore di non superare l’esame”. “Come ti senti al pensiero di non superare l’esame?”
L’evoluzione delle tecniche di Intelligenza Artificiale ha permesso in questi ultimi anni la grande diffusione di “assistenti elettronici”, sia come dispositivi “tuttofare” che come interlocutori nelle chat. Chi ha avuto a che fare con i chatbot dei servizi di assistenza clienti si è reso conto però di quanto sia ancora immatura l’applicazione dell’ Intelligenza Artificiale in tale ambito.
Le tecniche GPT
ChatGPT promette di essere un notevole avanzamento verso una maggior capacità di interloquire con gli esseri umani, intrattenendo conversazioni che sembrano frutto di pensiero e di competenza.
Tutto ciò grazie alle tecniche GPT. Il nome Generative Pre-trained Transformer, quasi incomprensibile, indica lo scopo del programma e il suo funzionamento. ChatGPT è un sistema “generativo”, cioè in grado di produrre composizioni anche abbastanza complesse, testi molto simili a quelli scritti dall’uomo, in diversi settori. L’obiettivo viene raggiunto applicando tecniche di apprendimento automatico che “addestrano” l’algoritmo prima che venga usato diffusamente. Il perfezionamento della tecnica GPT è dovuto principalmente al fatto che si svolge in più fasi. Il sistema riceve e analizza un certo numero di dati e di testi, abbastanza rappresentativi dei diversi ambiti a cui il sistema è destinato. In seguito un gruppo di esperti sottopone il sistema a sessioni di prova, con una serie di domande e risposte che permettono di affinare la correttezza delle scelte operate dall’algoritmo di funzionamento della macchina. Le scelte sono sempre determinate da una identificazione dei termini essenziali nella domanda e da correlazioni statistiche sui dati che costruiscono la risposta. Il “peso” da attribuire alle possibili scelte determina il risultato, e gli esperti identificano la misura più opportuna di tali pesi, affinando così la capacità dell’algoritmo di sostenere dialoghi e di produrre testi originali in maniera appropriata. Il sistema si avvale per questo di una enorme potenza di calcolo per le elaborazioni.
Nei pochi mesi trascorsi dall’autunno 2022, quando è stato reso disponibile gratuitamente, ChatGPT ha raggiunto un grande successo con milioni di utenti, grazie alla sua versatilità e facilità d’uso.
La pubblicizzazione di ChatGPT, promosso in forma di gioco tra tutti gli utenti e la macchina, che sollecita gli utenti con la logica: “troviamo i difetti del sistema”, “vediamo fin dove può arrivare”, ha permesso a OpenAI, la ditta che ha realizzato il sistema, di avere una sessione di addestramento con milioni di domande di prova, e con la possibilità di valutare le reazioni di soddisfazione degli utenti, completando l’opera degli esperti che lo hanno progettato.
Di Andrea Tomasi dal sito We.Ca. del 17 Maggio 2023
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