Caritas Diocesana. Cena della solidarietà: una festa perfetta

Venerdì 20 dicembre ore 20: dodici città del centro-sud Italia in contemporanea vivono la cena della solidarietà. Una possibilità di integrazione e di festa, all’insegna della fraternità, della musica e del buon cibo che ha unito quasi 300 persone seguite dai Centri di Ascolto della Diocesi, nei Centri di Accoglienza, nei progetti di contrasto alla povertà e gli operatori che le seguono.

Nella bellissima location di Villa Schiuma addobbata a festa, come da tradizione giunta alla decima edizione, si è tenuta la Cena della Solidarietà, con il sostegno di Despar Centro Sud.

Un appuntamento promosso da Despar Centro Sud che dal 2015 riunisce, con la collaborazione e il supporto delle Caritas diocesane, nello stesso giorno e alla stessa ora, in 12 città del Sud Italia quanti, a causa della povertà, vivono una condizione di fragilità economica, sociale e culturale.

La Caritas diocesana di Matera-Irsina, fin dalla prima edizione, ha aderito all’iniziativa coinvolgendo un considerevole numero di persone. Neanche la pandemia ha arrestato questa tradizione: nel 2020 e 2021 le “Cene” si sono trasformate nei “Sacchi della Solidarietà”, per poi tornare finalmente ad apparecchiare le grandi tavole della speranza nel 2022.

La Despar ha fornito i generi alimentari necessari alla preparazione della cena, mentre la location è stata messa generosamente a disposizione dalla proprietà, dove sono convenute circa 300 persone seguite dai Centri di Ascolto della Diocesi, nei Centri di Accoglienza, nei progetti di contrasto alla povertà.

Un particolare ringraziamento va a Nicola Schiuma, che fin da subito e per tutto il tempo dell’organizzazione ha messo a disposizione il suo tempo, la sua competenza, la sua stima per la Caritas affinché la festa fosse perfetta. Ed è stata perfetta!

“Amare è mangiare insieme perché la convivialità è un’esperienza di condivisione e integrazione: sia per tutti e per ciascuno un momento di festa, di incontro e di bellezza”: questo il messaggio di augurio e benvenuto che gli ospiti hanno trovato sui tavoli insieme al menu della serata. Un menu ideato e preparato appositamente dallo chef Antonio Dabraio e dal suo staff di cucina che ha previsto aperitivo di sfoglini, pettoline e soft drink alla frutta, soffice di manzo brasato, nappato alla mozzarella di bufala affumicata, spuma di patata al rosmarino e finto ketchup di peperone come antipasto, risotto con porcini e pesto alle erbette come primo, controfiletto di vitello con croccante di polenta e cicoriella per secondo. Infine, la frutta, la torta celebrativa e panettone e pandoro.

Ha animato e allietato la serata la “Fratelli tutti band” diretta da fra Gianparide Nappi, coinvolgendo operatori e assistiti in gioiosi balli, accompagnando le degustazioni dei sapidi piatti serviti nei 33 “tavoli della solidarietà”, donando dei regalini ai più piccoli.

Che cosa rappresenta per la Caritas questo evento che ormai si ripete, appuntamento fisso, da tanti anni?

Gli ultimi anni sono stati molto complessi per le note situazioni nazionali e globali, tanto da aver generato estrema incertezza e aumento della povertà, con un grande impatto sulla comunità, lo dimostrano i dati nazionali e diocesani del Rapporto sulla Povertà.

La cena della solidarietà, dunque, non è solo una festa, non è solo un piatto prelibato, non è solo convivialità, è un modo e un’occasione per parlare di inclusione, per favorire il coinvolgimento e il protagonismo delle comunità, per far prendere coscienza che ci sono persone che vivono fragilità economiche, sociali e culturali ma che non sono solo destinatari ma risorse con cui costruire nuovi percorsi di accoglienza e inclusione.

Perché la solidarietà è un legame che implica un impegno reciproco.

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Equipe Caritas Diocesana

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