Termina oggi il tempo liturgico del Natale
Sì, è giusto dire così: non è una svista, né un’originalità fuori luogo: il Battesimo del Signore tutte le feste porta via. È oggi, con la festa del Battesimo del Signore, che termina il tempo liturgico del Natale – segnato dal colore bianco dei paramenti del sacerdote – per cedere il passo al tempo ordinario.
E per dirla tutta, è un’Epifania anche la festa di oggi, in cui – al Giordano – Gesù si manifesta al popolo in attesa di ricevere il Battesimo, che aspettava il Messia. “Tu sei il figlio mio, l’amato. In te ho posto il mio compiacimento!” (Lc 3,22), è la voce che risuona appena Gesù esce dalle acque del Giordano. Lo Spirito Santo e il Padre si erano dati appuntamento anch’essi dove Gesù attendeva il suo turno per essere battezzato. E i cieli che si erano chiusi con la disobbedienza di Adamo a Dio si riaprono per l’obbedienza di Maria e del Figlio da lei generato.
La solidarietà con il genere umano – in tutto, eccetto il peccato – è l’atteggiamento che Gesù mostra al momento del Battesimo: si mette in fila con i peccatori, inizia così la sua missione tra la sua gente, di cui condivide infermità, povertà, aspirazioni e desideri. E il Padre dichiara ai presenti che in mezzo a loro c’è il Figlio amato perché – diversamente dal primo uomo – obbediente. Anche noi siamo chiamati ad essere solidali, a sentirci figli amati e a riprendere coscienza dell’importanza dell’obbedienza.
Il Battesimo, istante “zero” della nostra vita di fede. Da riscoprire.
Ma il Battesimo di Gesù è anche occasione per riprendere coscienza del nostro Battesimo, che è stato la porta di accesso alla nostra vita cristiana: ogni anno papa Francesco ama ripetere in occasione di questa festa: “Ricordate la data del vostro Battesimo”. Sì, come ricordiamo la data di compleanno e anniversari vari, anche la data del Battesimo è doveroso ricordarla. Ci sono religiosi che festeggiano quella più che il compleanno o l’onomastico!
Ai tempi dei primi cristiani si cambiava nome al momento del Battesimo: dal nome pagano si assumeva il nome – ad esempio – di un santo. E nacquero così anche i nomi di “Renatus” e “Renata”: rinato/a per mezzo del Battesimo. Il rito era molto più atteso e preparato: si svolgeva nella notte di Pasqua nel Battistero e prevedeva l’immersione – è questo alla lettera il significato della parola “Battesimo” – del catecumeno nelle acque del fonte, grembo della Chiesa. L’immersione nell’acqua era segno dell’immersione nella morte e resurrezione di Cristo, immagine del Signore sepolto sotto terra e risorto dal sepolcro. Nell’acqua che è simbolo di morte (al peccato, come le acque del diluvio) e di vita (è qui che – lo dice la scienza che non è contraria alla fede – la vita si è generata).
E noi?
E noi? Siamo caduti in una noia che non lascia spazio a celebrare i momenti fondanti della nostra fede.
Vero è che anche la modalità con cui il Battesimo oggi viene celebrato, per infusione (o addirittura per aspersione) invece che nella forma più simbolica dell’immersione, ci fa perdere parte del significato del segno che esso rappresenta.
Una forma di rilancio del Battesimo di Gesù ci è giunto dalla lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae” in cui S. Giovanni Paolo II nel 2002 inseriva i misteri della luce, tra cui il primo che contempla il Battesimo di Gesù.
Allora? Non vi è occasione più opportuna della festa di oggi per riscoprire il valore del nostro battesimo, gli impegni di fede che ne derivano – di cui facciamo memoria attraverso la triplice professione di fede battesimale che nella festa odierna molti sacerdoti giustamente ripropongono al posto della classica formula del “Credo” niceno-costantinopolitano -, per riprendere consapevolezza di essere anche noi uniti alla morte e risurrezione di Cristo, anche noi “figli amati”, nella certezza che Cristo, che si mise in fila con i peccatori, è solidale al mistero della nostra vita.
È vero, siamo caduti in una noia stantia dalla quale sembra difficile risollevarsi, penso sia dovuta a questo periodo molto critico che porta ad un allontanamento involontario catartico dalla fede, forse perché è precaria?
Credo che il periodo che stiamo vivendo è una prova che mette a nudo le nostre reali interessi, passioni… Ne usciremo più veri: qualcosa dobbiamo perderlo, quel che perderemo è ciò che ci appartiene di meno.
Credo che dalla fede non ci stiamo allontanando ma la stiamo riformulando, rivisitando.
Grazie del feedback, Franca 😉
A me è sempre interessato conoscere la data del mio battesimo…infatti ho sempre chiesto a miei genitori tutto questo! Ci tengo molto!
E qual è la data del tuo Battesimo? Bravissima Anto!