Avviate le operazioni di installazione delle gabbie per la cattura dei cinghiali nel Parco della Murgia Materana

In linea con gli obiettivi del Piano per la programmazione degli interventi di controllo numerico dei cinghiali, la società assegnataria del servizio ha avviato nei giorni scorsi l’installazione delle gabbie e il riposizionamento e la pulizia di quelle già presenti nell’area del Parco della Murgia Materana.

“Da alcuni decenni stiamo assistendo alla progressiva e inarrestabile esplosione numerica del cinghiale e alla dilatazione degli areali anche in zone nelle quali la specie non era stata mai avvistata. L’impatto esercitato da questi animali, – ha dichiarato il presidente dell’Ente Parco, Giovanni Mianulli – tanto sulle specie vegetali quanto sulle colture agricole ricadenti nell’area del Parco è aumentato in maniera notevole. Contrastarne l’incremento era ed è una delle numerose priorità del Parco per il quale mi sono da subito impegnato lavorando all’avviso per selezionare il soggetto che avrebbe curato l’attività di contenimento della specie, gestendo tutte le fasi del processo dalla cattura all’abbattimento. Oggi la società assegnataria del servizio ha avviato un processo che sostiene la realizzazione delle strategie di intervento per l’eradicazione della Peste Suina Africana.”

L’avvio del servizio è un passaggio fondamentale per un approccio sistemico al ristabilimento di un necessario equilibrio di specie all’interno del Parco e sperimentare la sostenibilità di una filiera produttiva basata sul cinghiale.

Il presidente Mianulli ha sottolineato l’importanza del sostegno dell’assessorato regionale, in questo specifico contesto, confermato anche nell’avvio della consigliatura con la nuova assessora, la dottoressa Laura Mongiello: “in una politica di gestione complessiva di un Parco complesso qual è quello della Murgia Materana, con un’area di 8000 metri molto frammentaria, a ridosso di aree urbane diverse, e ricadente in spazi di proprietà privata e con vocazioni che vanno dalla tutela biodiversità, al patrimonio archeologico, storico e culturale in esso presenti, salvaguardare un approccio multi-livello diventa fondamentale. La lungimiranza di non sacrificare un aspetto a beneficio di un altro, magari ritenuto principale, è stato accolto, compreso e sostenuto da chi può materialmente rendere operativo il lavoro del Parco. In questi mesi siamo andati per gradi e l’emergenza dei cinghiali, che rischiava di vanificare qualsiasi altra attività istituzionalmente considerata più rilevante, aveva una priorità condivisa con l’assessorato regionale che ha da subito messo a disposizione collaborazione e strumenti concreti che potessero metter in condizione di affrontare e risollevare la piaga nota a noi, ma soprattutto alla cittadinanza.”

Redazione

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