Agesci: mezzo secolo di vita. Route nazionale a Verona: “Generazione di speranza”. 124 i lucani presenti

Si è conclusa domenica 25 agosto con l’ammainabandiera la route nazionale 2024: quattro giorni in cui l’AGESCI, nata dall’unione dell’AGI e dell’ASCI, ha festeggiato i suoi 50 anni e si è interrogata sul proprio futuro. Il tema di questo evento “Generazioni di speranza” assume un doppio significato: "generazioni” come insieme di persone della stessa età ma anche come desiderio di “generare”.

È il terzo incontro nazionale che l’associazione ha organizzato per celebrare i suoi 50 anni di vita: circa 1300 i gruppi scout AGESCI presenti a Verona, sui 1880 esistenti, da tutte le Regioni, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. 124 i lucani, oltre i due capi della nostra regione che hanno dato la disponibilità nella logistica per tutta l’esperienza.

Quattro giornate intensissime all’insegna della formazione, della sostenibilità e della vita scout vissuta in ogni aspetto.

Grandi numeri. Tutti eco-friendly e tecnologici

Gestire un campo con un gran numero di persone non è per niente facile: la tecnologia è venuta in aiuto con un’applicazione che di volta in volta si aggiornava sugli eventi, sulle informazioni utili e sui testi da leggere permettendo di ridurre carta e altri rifiuti.

Inoltre, sempre in tema di rispetto ambientale, la consumazione di cibo a basso impatto ambientale, la raccolta differenziata molto accurata, l’uso del treno come mezzo di trasporto – notoriamente il meno inquinante – da parte di quasi tutti i partecipanti, nonché l’utilizzo di saponi e dentifrici naturali per rispettare la natura e il luogo che ci ospitava, insieme a tante altre piccole accortezze, hanno reso il campo un’esperienza sostenibile in un’ottica del bene del creato.

Il giorno 21 sono cominciati gli arrivi: ecco le prime tende occupare il grande campo diviso in quattro settori distinti dai colori che contraddistinguono le branche (rosso, giallo e verde) e le comunità capi (viola). Poi, la festa serale all’insegna del divertimento.

Il giorno 22, l’arrivo di tutti gli altri scout d’Italia: un fiume di gente dai foulard di ogni colore eppure, talvolta, anche simile o uguale a quello di un altro gruppo, spesso con fantasie e composizioni molto originali.

Non sono mancati gli abbracci calorosi tra gli scout di diverse parti d’Italia che magari avevano già condiviso qualche giornata o un campo di formazione.

Così testimonia Raffaele Natale, un veterano tra i capi scout: “È stato bello conoscere gente nuova con cui si condividono scelte e ideali, con cui si parla la stessa lingua. È stato ancora più bello rivedere vecchi volti, vecchi compagni di strada con cui abbiamo condiviso eventi e campi di formazione. Ci siamo ritrovati più grandi, forse più maturi, ma sempre animati da quello stesso spirito che ci ha animati cinquant’anni fa”.

La serata inaugurale comincia con l’alzabandiera. Poi, alcuni interventi di capi scout e la presentazione di tutte le attività che impegneranno gli associati nell’ascolto, nell’impegno e nei laboratori e, infine, musica e saluti.

Le giornate formative

I gruppi formati dalle Comunità Capi (Co.Ca) nelle giornate di venerdì 23 e sabato 24 si sono divisi in due zone – Villa Buri (struttura scout alle porte della città) e nella stessa Verona – prendendo parte ad una serie di attività scandite in quattro moduli: uno formativo, uno di servizio, uno di laboratorio e uno di ascolto. Stand, tendoni, luoghi di preghiera, uno spazio per l’aspetto ludico – tanto importanti in ambito scout – erano collocati all’interno del grande campo.

Tavole rotonde, cantieri, botteghe, incontri con personaggi impegnati nel sociale o di spicco per il loro impegno o valore spirituale e umano: don Luigi M. Epicoco, alcuni rappresentanti del Sermig, la comunità di Bose si sono pronunciati sugli argomenti più vari ma che sempre fanno riferimento all’impegno per un mondo migliore: ecologia, giustizia, libertà, spiritualità. Con la loro significativa testimonianza hanno conferito il giusto spessore all’evento.

Non meno incisivi i momenti di condivisione gioiosa a cui hanno partecipato personaggi della cultura e dello spettacolo: Roberto Vecchioni con il suo “percorso sull’amore”, Gianni Morandi e il giovane scrittore, cantante e poeta Gio Evan.

Così si esprime una giovane capo scout di Matera, Milena Antonino: “Aspettavamo con ansia e trepidazione questi momenti! Sono stati giorni intensi, ricchi di condivisione, fratellanza e allegria. Abbiamo imparato che la felicità va condivisa, altrimenti è sterile, e che bisogna saper costruire il proprio futuro partendo e basandosi sulle relazioni. È proprio vero che la felicità è uno dei nomi di Dio e durante la strada lo abbiamo sperimentato”.

La veglia di preghiera

Venerdì 23 sera, la veglia guidata dal brano biblico della scala di Giacobbe in cui le comunità capi sono state protagoniste portando le loro stesse esperienze nella propria Co.ca prima e poi in un momento di condivisione con altri capi di altre parti d’Italia, creando un momento di forte amicizia.

La sera di sabato 24, invece, gli scout hanno partecipato al momento conclusivo di questi giorni così intensi dove hanno fatto un riepilogo di tutti gli impegni presi per essere “Generazione di speranza” e si sono proiettati nelle loro città e nei loro gruppi dove porteranno quello che a Verona è stato vissuto e maturato.

La celebrazione eucaristica presieduta dal Card. Zuppi

Queste giornate indimenticabili si sono concluse domenica mattina con la lettura ai presenti del messaggio di Papa Francesco ai capi scout e con l’Eucaristia presieduta dal Card. Matteo M. Zuppi, presidente della CEI: “Non siamo turisti, ma esploratori!”, ha sottolineato Zuppi. E ancora: “Siete un popolo. Solo l’io può scegliere, ma solo il noi può aiutare quell’io a camminare”. Inoltre l’invito all’impegno e alla responsabilità suggerito dalla prima lettura (Gs 24,1-2.15-17.18): “In un mondo che ama il ruolo e la considerazione, ma senza legami e sacrifici… per camminare nella vita vera, per cambiare questo mondo e renderlo felice, non perché va tutto bene, ma perché ho qualcuno con me e ho speranza”. Infine, l’invito alla missione, soprattutto agli ultimi, ricordando come lo stesso Baden Powell, fondatore dello scoutismo, “pensò allo scoutismo per i ragazzi più emarginati di Londra”.

Al termine della celebrazione, la parola alle autorità. Tra loro il vicepremier e Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani che ricorda il suo passato di scout e la figura di David Sassoli, giornalista ed europarlamentare scomparso due anni fa.

Il ritorno a casa

Gli scout si qualificano per il servizio al prossimo. Così, molti di loro in questi giorni hanno prestato servizio all’interno della città, nelle associazioni o nelle cooperative sociali che hanno chiesto un aiuto dando prova del loro impegno nel sociale.

La felicità di questi giorni si è estesa in tutta l’Italia quando durante il viaggio di ritorno gli scout hanno continuato a cantare e raccontarsi storie, consapevoli che la felicità non è altro che condivisione della felicità dell’altro.

Ma il vero modo di essere felici – ci dice Baden Powell – è quello di procurare la felicità agli altri: “procurate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto del vostro meglio”.

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Don Gianpaolo Grieco

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