“Abitare la terra”. Quale via per la fraternità universale?”

Un saggio di Leonardo Boff, teologo della “Liberazione”. Egli ha fatto dei poveri e degli ultimi la sua missione di vita, una missione contro lo sfruttamento di pochi sulla moltitudine dell’umanità. Boff è il padre della teologia della Liberazione.

Immagine tratta dal sito web https://leonardoboff.org/biografia/

Il 27 maggio 2023 è stato il centenario della nascita di don Milani e il 20 aprile 1993 i trenta anni dalla scomparsa di don Tonino Bello. Quanto, queste due grandi figure sono state importanti nel mondo cattolico? Non è facile rispondere a questa domanda. Entrambe hanno influenzato in profondità la crescita sociale e religiosa del loro tempo ed ancora oggi ci ispirano con ciò che è stata la loro azione e la loro vita. Don Milani e don Tonino Bello con i loro scritti, la scelta degli ultimi, ma soprattutto le posizioni sulla guerra e sulle armi hanno plasmato molti giovani della loro generazione, scontrandosi con i poteri forti. Messaggi ancora attuali che indicano la strada da seguire: salvare l’umanità. Ciò che è ammirevole in entrambi, è il coraggio nell’affrontare la tempesta mediatica che hanno subito per le loro posizioni. Sono stati veri e autentici cattolici, uomini coerenti che hanno affrontato sfide enormi senza mai perdere la speranza di un risveglio delle coscienze. Entrambi si sono battuti per la liberazione degli uomini dalla marginalizzazione e dall’esclusione sociale, per la consapevolezza e il rispetto della “Casa comune”.

Una figura attuale, che può essere considerata in continuità con Don Milani e Don Tonino Bello, fatte le dovute differenze, è Leonardo Boff, importante teologo della “liberazione” dell’America Latina, che nel suo saggio “Abitare la Terra – Quale via per la fraternità universale?”, ci ricorda e nello stesso tempo ci avverte: “Di fronte a questo drammatico scenario in cui è in ballo il destino comune della Terra e dell’umanità sono stati prodotti tre documenti seminali: la Carta della Terra (2003), nata da un’ampia consultazione e approvata dall’UNESCO, e le encicliche di Papa Francesco Laudato si’, Enciclica sulla cura della Casa Comune (2015) e Fratelli tutti (2020). Tutti questi testi, coscienti della grave situazione del pianeta e della vita su di esso, propongono alternative paradigmatiche, capaci di proiettarci verso un percorso diverso e salvifico. Come mai prima d’ora nella storia siamo obbligati a prenderci carico della nostra sopravvivenza e decidere se vogliamo prolungarla o se porvi drammaticamente fine?”.

In tutti questi documenti vi è la presa d’atto di quanto siano gravi le condizioni del pianeta e di tutto ciò che vive su di esso. Essi propongono un modello, indicano una strada per salvare l’umanità, tutti gli esseri in essa viventi, e fermare l’esasperato sfruttamento delle risorse naturali. La domanda da farsi è: può esserci una teologia che non è di liberazione per l’uomo? Purtroppo, occorre prendere atto che ci sono state e ci sono ancora oggi molte teologie che hanno smarrito il senso di liberazione per l’umanità.

Leonardo Boff ha fatto dei poveri e degli ultimi la sua missione di vita, una missione contro lo sfruttamento di pochi cosiddetti “esseri umani” sulla moltitudine dell’umanità. Egli è il padre della teologia della Liberazione.

Occorre, purtroppo, prendere atto che i cosiddetti “teocon” (conservatori) hanno sostenuto e fatto crescere un “cattocapitalismo” che dà legittimità non solo al liberismo economico, ma privilegia i ricchi, perché, secondo loro, si creerebbe una ricaduta di benessere sui poveri. Tesi alquanto assurda e intrisa di ipocrisia. Invece di battersi per la corretta distribuzione delle risorse e della ricchezza, questa teologia del liberismo, ha dimenticato un episodio della vita di Gesù riportato nei Vangeli di Mt19,16-30, Mc10,17-27, Lc18,18-30 che dice: “Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: “Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?”. Egli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”… Il giovane gli disse: “Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?”. Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”. Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Gesù allora disse ai suoi discepoli: “In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli…”.

La presa di distanza di Papa Francesco dalle politiche liberiste è diventata sempre più chiara e forte attraverso le sue ultime due encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti. Encicliche alle quali il teologo Boff si inspira per il suo ultimo libro “Abitare la Terra” e le considera, insieme alla Carta della Terra, i tre documenti fondamentali per tracciare la “Via” di uscita da una situazione difficile e complicata in cui ci trova tuttora.

Il saggio di Boff fa riferimento in modo particolare a Fratelli tutti, la prefazione è di Pierluigi Mele giornalista di Rainews24. Mele, fa una sintesi della visione del saggio di Boff e indica il forte legame tra l’autore e le Encicliche di Francesco, evidenziando una fondamentale citazione del grande teologo brasiliano: “Ora l’ecologia integrale e la teologia della liberazione hanno qualcosa in comune: entrambe partono da un grido. L’ecologia nasce dal grido degli esseri viventi, delle foreste, delle acque […] specialmente dal grido della Terra. […] E all’interno della categoria dei poveri deve essere incluso il Grande Povero che è la Terra, nostra Madre, la Terra torturata e crocifissa che dobbiamo far scendere dalla croce”.

Mele così conclude la sua prefazione: “Per questa loro capacità di ascolto dei poveri e degli ultimi, Papa Francesco e Leonardo Boff sono diventati fratelli di tutti, fratelli universali”. Non è la tesi di un “bergoglista”, tanto è vero che l’umanista planetario Edgar Morin, compiendo un secolo di vita, ha detto: “Rendo omaggio a Papa Francesco, perché è il solo ad avere la coscienza di tutta l’umanità. Serve un cambio di rotta al mondo”.

Che occorra un cambio di strategia, di rotta e di pensiero, lo avvertiamo tutti, ma è Papa Francesco che ha saputo esprimerlo con determinazione, con una visione che comprende la piena accettazione dell’altro. La discriminante è “fratelli tutti”, mentre per la finanza saremo sempre “soci tutti” e per l’economia imperante con il consumismo compulsivo saremo sempre “clienti tutti”. E’ praticamente difficile, anzi praticamente impossibile, che l’economia e la finanza si ravvedano e considerino fratelli tutti gli uomini.

L’amicizia sociale è l’argomento fondamentale e centrale del libro e della riflessione di Boff, che prima di affrontare i rapporti con il creato, analizza quelli degli uomini, per affermare la necessità di un azzeramento e rinnovamento dei comportamenti e del pensiero, senza più il dominio sugli altri e sulla natura. Mele, sempre nella sua prefazione, ritorna ancora sul tema dell’economia, alla concretezza del fare, tanto cara a Papa Francesco. E così ricorda i 12 punti scaturiti dall’incontro mondiale di giovani economisti The Economy of Francis: una tabella di marcia per un nuovo presente, di cui al seguente link: https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/the-economy-of-francesco-lo-statement-finale/

Punti che Leonardo Boff riassume chiaramente così: “Il paradigma del potere e la pretesa dell’essere umano di apparire come un dominus (signore e padrone) su tutto ciò che esiste e vive – piuttosto che essere frater (fratello) di tutti e con tutti – non rispondono ai gravi problemi che l’uomo stesso ha creato. Dobbiamo necessariamente cambiare e cercare un altro cammino, poiché questo ci porta su una strada senza ritorno”.

Le due encicliche di ecologia integrale di Papa Francesco e la Carta della Terra indicano e promuovono altri principi e nuovi valori, esortano a intraprendere un percorso per salvare l’uomo e la natura. Occorre progettare un altro tipo di mondo basato sulla solidarietà, la cura del territorio e il senso di un rispetto universale tra gli esseri umani e con tutti gli altri esseri presenti in natura. Un progetto che deve partire dal territorio a noi più vicino: la città, il territorio circostante, per conoscere, dialogare e chiedere di partecipare alle scelte per una “Città giusta”, un “Mondo giusto”.

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Marino Trizio

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