Si legge ei ai act e sembra uno scioglilingua, ma diventerà probabilmente un documento importante per tante persone. Si tratta del Regolamento sull’ Intelligenza Artificiale che l’ Unione Europea ha approvato, dopo un iter di diversi passaggi. La proposta della Commissione Europea, dell’aprile 2021, è stata approvata dal Parlamento europeo nel giugno scorso, con una larghissima maggioranza, e ha avuto il consenso del Consiglio dell’Unione Europea in questo mese di febbraio. Entrerà in vigore in forma completa tra due anni, ma già tra sei mesi dovranno essere osservate le prime limitazioni.
Con questo documento l’Europa, che è rimasta indietro rispetto a Stati Uniti e Cina sul piano della ricerca nelle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale, cerca di ritagliarsi un ruolo di “regolatore tecnologico mondiale”. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha descritto l’ AI ACT come “una legislazione che senza dubbio stabilirà lo standard globale per gli anni a venire”.
Con il Regolamento sull’ Intelligenza Artificiale l’Europa propone al mondo un insieme di regole universali, per creare le condizioni per uno sviluppo tecnologico in un quadro di regole certo, proprio mentre se ne avverte la necessità in maniera diffusa, a causa della potenza di queste nuove tecnologie e del loro impatto sulla vita quotidiana.
L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia molto potente, che sta diventando il motore principale nell’ecosistema digitale costituito dalla rete Internet, dal “cloud” dove si conservano enormi quantità di dati, dai dispositivi che controllano gli apparati industriali e domestici e raccolgono continuamente le informazioni circolanti. Gli algoritmi e le tecniche dell’Intelligenza Artificiale elaborano i dati e producono informazioni e previsioni, all’Intelligenza Artificiale vengono sempre più spesso affidate decisioni in tanti campi che influiscono sulle attività e sulla vita delle persone e della società nel suo complesso. Dopo un lungo percorso affidato ai laboratori di ricerca e alle aziende informatiche, l’Intelligenza Artificiale si sta imponendo anche all’attenzione del grande pubblico.
Possiamo cercare di rispondere ad alcune domande. In questo tutorial ci chiederemo perché è importante una normativa sull’Intelligenza Artificiale e perché l’Europa potrebbe stabilirla meglio di altri. In un successivo tutorial esamineremo cosa stabilisce il Regolamento e quali sono i suoi punti di forza e di debolezza.
Perché una normativa sull’ Intelligenza Artificiale?
Prima di tutto perché è il momento giusto per farlo, mentre è ancora aperta la discussione sugli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale e un quadro di regole certe può aiutare a indirizzare la ricerca nel modo più opportuno.
In secondo luogo perché è necessario, per due motivi principali: perché le tecniche di Intelligenza Artificiale possono avere effetti disastrosi in forza delle caratteristiche delle tecnologie messe in atto, e perché la complessità dei sistemi tecnologici fondati sull’Intelligenza Artificiale rendono difficile identificare quali siano e a chi siano riconducibili le responsabilità di ciò che viene fatto. Con l’I.A. si possono produrre notizie e immagini falsificate che non è possibile distinguere dal vero e influire così sugli orientamenti culturali e politici di interi gruppi sociali, condizionando le scelte politiche e l’andamento dell’economia. Con l’Intelligenza Artificiale si può arrivare ad un controllo della vita delle persone estremamente preciso e invadente. Con l’Intelligenza Artificiale si possono sviluppare nuove forme più perfezionate e terribili di guerra tecnologica.
L’Intelligenza Artificiale può essere dannosa non solo se è usata in modo criminoso, ma anche per motivi legati alle sue stesse caratteristiche, ad esempio se viene utilizzata in situazioni per le quali non è adeguata, in particolare quando ci sono da prendere decisioni in un contesto di incertezza e di incompletezza delle informazioni disponibili, specialmente se non ci sono regole rigorose predeterminate per la scelta ed è in gioco la vita stessa delle persone.
Perché l’Europa potrebbe stabilire le regole meglio di altri ?
L’Europa ha una lunga storia culturale in cui ha elaborato una propria visione del mondo, una concezione dei diritti fondamentali della persona e una affermazione di valori individuali e sociali. Ed è importante che le regole abbiano un riferimento a solidi principi. L’Europa in questo momento può svolgere un ruolo di “arbitro”, perché le principali tecnologie dell’Intelligenza Artificiale sono state sviluppate da altri, Stati Uniti e Asia in testa.
Ci sono molte ragioni a favore o contrarie sul ruolo dell’Europa come regolatore tecnologico, ma possiamo trovare in anni lontani una specie di premonizione a questo riguardo. Nel 1962, a Bruxelles, fu conferito a Romano Guardini il premio Erasmo. Nel suo discorso di accettazione Guardini affrontò il tema dello sviluppo scientifico e tecnologico con una serie di osservazioni che si potrebbero applicare esattamente all’Intelligenza Artificiale, esprimendo la preoccupazione che si potesse verificare un effetto di “schiacciamento” della persona umana, sotto il potere tecnologico da essa stessa prodotto e reclamando un ordine in cui il potere della tecnica sia messo al servizio dell’uomo. Guardini afferma “credo che qui ci sia un compito che è affidato particolarmente all’Europa”, in forza della sua storia. Un compito di critica in nome della cura dell’uomo, il compito “non nell’accrescere la potenza che viene dalla scienza e dalla tecnica, ma nel domare questa potenza”.
La prossima volta cercheremo di capire come l’A.I. Act è formulato, e quali sono i benefici che potrebbe produrre.
Testi: Andrea Tomasi dal sito We.Ca. del 3 Aprile 2024
Scrivi un commento