Articolo 32: diritto alla cura, non ai tamponi!

I tamponi sono diventati un Italia un bene di prima necessità: lo documentano le file di macchine ai drive-in e le code davanti alle farmacie che ricordano i tempi in cui ci si recava ad acquistare il pane con la tessera annonaria. Nella riposta ai bisogni di salute occorre una programmazione a carattere nazionale che non trascuri però il coinvolgimento della medicina di famiglia.

La prevenzione si fa con tre dosi di vaccino, non con i tamponi.

Nelle cittadine francesi della Costa Azzurra è impresa facile per villeggianti e residenti trovare in qualunque supermercato dei test rapidi a basso costo per la diagnosi a domicilio del Covid. 

Il governo a guida Macròn ha stabilito inoltre la somministrazione gratuita dei test molecolari presso appositi hub distrettuali per quei lavoratori che ne facciano motivata richiesta.

In tema di liberalità la regione Basilicata è andata oltre assicurando ai cittadini lucani la possibilità di prenotare gratuitamente un tampone molecolare a prescindere da qualunque motivazione clinica, quindi anche solo per ragioni sociali.

Che la politica dei tamponi per tutti (e se possibile gratis) non paghi lo dimostra quanto è accaduto in tutta Italia con l’inutile corsa ai tamponi “preventivi” per trascorrere in sicurezza le feste natalizie e più di recente con gli screening prima del rientro a scuola.

La crescita dei contagi in Italia a causa della variante omicron procede lungo una retta verticale: è impensabile pensare di testare l’intera popolazione a rischio che ora comprende non solo i vaccinati con due dosi ma anche persone che abbiano ricevuto la terza dose e financo pazienti guariti un anno fa e pochi mesi fa dal Covid.

L’appello rivolto dal generale Figliuolo a medici di medicina generale e pediatri di libera scelta perché partecipino al “tamponamento” della popolazione scolastica rischia di favorire uno stravolgimento dei compiti della medicina del territorio chiamata in tal modo ad occuparsi della conta degli asintomatici piuttosto che della diagnosi e cura dei malati!

La SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) sostiene da tempo l’importanza di procedere all’individuazione preventiva dei pazienti fragili e vulnerabili, favorita anche da idonei strumenti informatici, che consentirebbe interventi precoci ed appropriati in corso di eventi di malattia, Covid o non Covid.

Si continua a pensare che siano gli “asintomatici” i pericolosi diffusori del contagio ignorando che una parte di loro potrà nel tempo presentare dei sintomi mentre la maggior parte, non vivendo in una bolla di vetro, avrà intorno a sé un certo numero di familiari e conoscenti già contagiati.

Con l’equiparazione al test molecolare dei test rapidi, sia positivi che negativi, si rischia di favorire una ulteriore corsa ai tamponi, compresi quelli fai da te: pazienti Covid positivi (magari non ancora censiti in piattaforma regionale per il tardivo flusso informativo tra farmacie ed USCA) potrebbero tentare di accorciare la durata dell’isolamento con un test rapido negativo prima dei 10 giorni previsti per legge.

Questo sì sarebbe un vero rischio per il dilagare del contagio.

Effetto dei vaccini sull’andamento dei ricoveri in Italia (grafica modificata da Gimbe)

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Erasmo Bitetti

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