Lettera per l’Avvento 2021

Lettera ai cristiani della Chiesa di Matera-Irsina per il tempo di Avvento 2021

Carissimi,

il tempo che stiamo vivendo è davvero ricco di contenuti, di eventi, di proposte ma, nonostante queste opportunità, non ricordiamo di aver mai vissuto tempi difficili come in questo momento di pandemia.

È un tempo durante il quale lo Spirito sta parlando alla Chiesa e alle singole Chiese perché si intraprenda un cammino sinodale e si senta, come famiglia di Dio, il bisogno di tornare al gusto del pane, mettendoci, sull’esempio di S. Giuseppe, in ascolto di Dio e sposando il “Si” di Maria per accogliere “il Verbo che si è fatto carne” (Gv 1,14).

L’anno speciale dedicato a S. Giuseppe (8 dicembre 2020 – 8 dicembre 2021) ci sta guidando, attraverso la lettera apostolica di Papa Francesco Patris Corde, a sperimentare con S. Giuseppe la gioia di camminare verso il Natale.

Un cammino che ci dona l’opportunità di incominciare a mettere in atto quanto il nostro Sinodo Diocesano ha indicato, in conformità con il sinodo della Chiesa Italiana. «Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù» (Mt 1,24-25).

La responsabilità che si prende Giuseppe è grande e dà delle indicazioni chiare ad ognuno di noi, soprattutto in questo tempo di grandi turbamenti come lo furono i sogni di Giuseppe, nel porci nell’atteggiamento di chi è capace di ascoltare la voce di Dio, mettendosi in ascolto della voce di questo tempo.

Ma c’è di più. Giuseppe vive la pienezza dell’amore in un modo nuovo che ha maturato nella relazione con Dio: la paternità di chi è capace di offrire la propria vita per un amore più grande, fatto carne nel grembo della sua promessa sposa, Maria. Amore di sposo e di padre che si esprime nel suo consumarsi quotidiano, offrendosi con gioia e rinnovato entusiasmo.

È esattamente ciò di cui abbiamo bisogno tutti in questo momento storico. Ancora una volta, di fronte al mare della disperazione, Dio apre le acque affinché, camminando insieme all’asciutto, possiamo compiere il passaggio verso la terra promessa (Cfr. Es 14,21-22). Sull’esempio di Giuseppe, dobbiamo avere coraggio fidandoci della Parola di Dio che si compie nell’oggi della storia (Patris corde, 5).

Ma come Chiesa Diocesana abbiamo oltre che l’onore anche l’onere di ospitare il XXVII Congresso Eucaristico Nazionale.

Avvertiamo il bisogno di “Tornare al gusto del pane”. Si compirà solo se saremo capaci di leggere questo tempo di Avvento guardando avanti in modo propositivo. Non si tratta semplicemente di tornare a partecipare alla S. Messa domenicale, ma mettere al centro della nostra esistenza l’Eucaristia: l’Atteso che si è fatto carne, cibo di vita eterna. Ripartire dal vivere l’Eucaristia non per soddisfare un precetto ma per diventare eucaristia nel quotidiano.

Mi piace citare quanto P. David Maria Turoldo diceva: «Restituiscimi all’infanzia, Signore, fa’ che ritorni fanciullo, al sapore vero delle cose, al gusto del pane e dell’acqua. Signore, salvami dall’indifferenza, da questa anonimia di uomo adulto. È il male di cui soffriamo senza averne coscienza. Signore, salvami dal colore grigio dell’uomo adulto e fa’ che tutto il popolo sia liberato dalla senilità dello spirito. Salvami dall’abitudine delle cose sacre e fammi godere il miracolo della luce e quello dell’acqua viva che sgorga dalle pietre; il miracolo delle primavere come quando, fanciullo, mi sorprendevo nei campi uguale a un calice colmo di gioia per il dialogo amoroso con le piante e i monti e gli uccelli».

Celebrare il Congresso Eucaristico Nazionale nella nostra città di Matera significa cogliere la grande opportunità che lo Spirito Santo ha suggerito alla Conferenza Episcopale Italiana “per una Chiesa eucaristica e sinodale”.

Vogliamo arrivare a questo appuntamento attraverso un percorso condiviso perché diventi prassi comune che la Chiesa, superando la logica del “si è sempre fatto così”, celebri l’Eucaristia ogni giorno in famiglia, nel mondo del lavoro, della scuola, dell’imprenditoria, della sanità, della politica.

Tornare al gusto del pane per mostrare il volto di una fede adulta, capace di orientarci verso scelte che soddisfino il bisogno di vivere la comunione, la partecipazione, la missione.

Gustare il pane, allora, significa essere capaci di vivere una conversione ecologica che vada oltre il G20 di Roma o la COP26 di Glasgow, riprendendo le indicazioni venute dalla recente Settimana Sociale di Taranto.

Significa promuovere una conversione culturale, un “cambiamento di mentalità” che metta in atto il valore della sussidiarietà come riportato dal Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, «tutte le società di ordine superiore devono porsi in atteggiamento di aiuto […], quindi di sostegno, promozione e sviluppo rispetto alle minori» (n. 186).

Significa che ci sia una conversione pastorale che Papa Francesco esprime in questi termini: «Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: “Voi stessi date loro da mangiare” (Mc 6,37)» (EG 287).

Indicazioni per la liturgia domenicale

Alla luce delle indicazioni pastorali che gli Uffici della nostra Arcidiocesi hanno elaborato, nello stile sinodale, in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale, vi suggerisco questi segni durante le domeniche che ci accompagneranno verso il Natale del Signore:

I DOMENICA DI AVVENTO: Vegliate in ogni momento

Un nucleo familiare preceda la processione d’ingresso con un cero acceso, con un vaso di terracotta pieno di terra, all’interno del quale vengono sistemati 12 chicchi di grano che germoglieranno nel corso delle domeniche. Stanno ad indicare le spighe che nasceranno e dalle quali si ricaverà la farina che, impastata, diventerà pane e pane eucaristico. Al centro del vaso sarà piantato un bulbo che germoglia in questo periodo e che, come il germoglio di Jesse, crescerà più velocemente e si distinguerà in mezzo agli steli del grano. Sia il cero che il vaso saranno posti ai piedi o davanti all’ambone: il “Verbo che si fa carne” (Gv 1,14).

II DOMENICA DI AVVENTO: Preparate la via al Signore

Alcune coppie di fidanzati porteranno un cero acceso e la Parola di Dio che sarà posta chiusa sull’ambone. Il primo lettore la aprirà per proclamarla, mentre l’altra coppia sistemerà il cero acceso. La Parola di Dio va ascoltata perché tutti possiamo essere come terra capaci di accoglierla e farla germogliare per portare frutto. È luce che illumina il cammino della vita dal suo concepimento al suo morire a questa vita.

III DOMENICA DI AVVENTO: «Il Signore è vicino»

Alcuni nonni porteranno un terzo cero acceso, un vaso di farina ed una brocca d’acqua che saranno sistemati attorno all’ambone. Sono gli elementi fondamentali che, con il lievito, serviranno per l’impasto del pane. Come i nostri avi anche noi, impastati dal lievito dell’amore, cresciamo come il pane annunciando la fragranza del vangelo per portare l’annuncio del profumo della Parola che si è fatta carne.

IV DOMENICA DI AVVENTO: «Maria si alzò e andò in fretta»

Alcune mamme incinte precederanno la processione d’ingresso con la quarta candela e un pane di Matera lievitato ma non cotto. I segni saranno posti ai piedi dell’altare, mentre si canta il Magnificat insieme a Maria, Madre di Gesù e Madre nostra. Nel silenzio ormai si vive l’attesa della nascita di Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi.

NATALE DEL SIGNORE

Sull’esempio di S. Giuseppe, che ha accolto Gesù e si è preso cura di lui, alcuni papà porteranno in processione pani di Matera: uno intero, uno spezzato, uno tagliato a fette. Gesù è il pane vivo disceso dal cielo, continua a spezzarsi per noi nell’Eucaristia perché possiamo condividerlo e spezzarlo con i fratelli. È lui che ci rivela il cuore di Dio che è amore.

Sarà mia cura consegnare, soprattutto ai giovani, un breve videomessaggio settimanale di tre minuti, così come già fatto nel tempo di Quaresima/Pasqua, come aiuto concreto alla meditazione.

Infine vi invito a prendere visione sul sito della nostra Arcidiocesi (https://www.chiesadimaterairsina.it/) di tutte le iniziative che gli Uffici di Curia hanno elaborato con relativo calendario e che saranno rese note nei prossimi giorni.

Ogni Domenica, fino alla celebrazione del Congresso Eucaristico Nazionale, al termine della preghiera dopo la comunione, si rivolge alla Madonna della Bruna questa preghiera:

Vergine Santa della Bruna

Ostensorio del tuo figlio, Gesù,

carne della tua carne

cibo di vita eterna

per noi bisognosi di pane vero:

donaci il tuo “Si”

per essere portatori di danze

nelle case che visitiamo.

Vergine Maria in cammino

Arca della presenza divina

per le strade inondate di vita

donaci il gusto del frutto del tuo seno

per essere tra la nostra gente

condivisione di fraternità

nella frazione dell’unico pane

nella bevanda dell’unico calice.

Donna del pane Trinità

figlia e madre del tuo Figlio

che hai nutrito la Parola fatta carne

con il latte del tuo seno

con il pane impastato dalle tue mani

e cotto nel forno del vicinato

donaci il desiderio

di nutrirci del Pane disceso dal cielo.

Mamma della Visitazione

portaci a Gesù

per essere come lui ci vuole

dissetandoci alle cisterne della Parola

per versarla ogni giorno

tra i solchi della nostra terra

nei templi abitati dallo Spirito

nella misericordia, volto del Padre.

Auguro a tutti un buon cammino: in ognuno cresca sempre di più il desiderio di tornare al gusto del pane.

Vi abbraccio e benedico.

 Don Pino

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