“Il Serra si impegna a promuovere e far penetrare, nel tessuto di appartenenza, una cultura vocazionale di adesione al progetto di vita che il Signore ha in serbo per ciascun cristiano; come comunità di battezzati, siamo tutti chiamati a prenderci cura, nella quotidianità, di quel seme di grazia che il Signore infonde nelle nostre vite, di farlo crescere nella ricerca della santità, della perfezione dell’amore che dovrebbe orientare le nostre scelte”. Parla Paola Poli, presidente di Serra International Italia: le finalità dell’associazione, la pandemia, i progetti per il futuro.
“Dobbiamo renderci sempre più riconoscibili nelle realtà ecclesiali, nel nostro tessuto sociale, e di essere attrattivi nel presentarci con i contenuti valoriali di cui siamo portatori”. Paola Poli, presidente di Serra International Italia, parla a pochi giorni dalla conclusione dei lavori del Consiglio nazionale che si sono tenuti a Roma e durante i quali si è tenuta la cerimonia del passaggio del distintivo con il past president, Enrico Mori.
Qual è la specificità del Serra all’interno della Chiesa italiana?
La specificità del Serra è quella di offrire un “servizio” laicale di accompagnamento alle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, assicurando vicinanza spirituale e sostegno concreto, in amicizia. Il Serra, inoltre, si impegna a promuovere e far penetrare, nel tessuto di appartenenza, una cultura vocazionale di adesione al progetto di vita che il Signore ha in serbo per ciascun cristiano;
come comunità di battezzati, siamo tutti chiamati a prenderci cura, nella quotidianità, di quel seme di grazia che il Signore infonde nelle nostre vite, di farlo crescere nella ricerca della santità, della perfezione dell’amore che dovrebbe orientare le nostre scelte.
Cosa ha fatto Serra Italia durante la pandemia?
Durante la pandemia, il Serra ha sperimentato, come tutti, le drammatiche conseguenze della deprivazione della socialità, nell’assenza del contatto umano, nell’impossibilità di assicurare quel servizio che è tratto distintivo della sua identità, soprattutto nei seminari e nelle parrocchie. Tuttavia, nella fase emergenziale, dinanzi ai numeri impietosi di contagi e vittime che si registravano tra sacerdoti e religiosi/religiose, la missione del Serra, seppure interdetta dalla distanza, dai limiti imposti dal lockdown, si è sostanziata nel sostenere chi ha potuto rivolgere loro le necessarie cure, anche in un ultimo gesto di amore. Inoltre i serrani, superata una prima fase di smarrimento, hanno cercato di trarre beneficio dalle opportunità offerte dalla tecnologia con incontri su piattaforma digitale, sia a livello nazionale, che nei singoli club.
(Foto Serra Italia)
Chi sono i serrani?
I serrani sono donne e uomini di buona volontà che decidono di fare proprie le finalità del Serra attraverso una coerente testimonianza di fede e di servizio nella quotidianità della loro vita e del loro lavoro.
I soci si impegnano a sviluppare azioni e progetti rivolti a far fecondare, soprattutto nei giovani, interesse verso una “cultura dello spirito”, quella cultura vocazionale cui si riferiva Papa Giovanni Paolo II nell’individuare l’impalcatura di valori morali e spirituali sui quali costruire la realizzazione di sé in relazione con gli altri e con il mondo.
Per quanto riguarda le iniziative nazionali rivolte ai giovani, il Serra International Italia istituisce, ogni anno, grazie alla collaborazione della dirigenza scolastica e dei singoli docenti, un concorso nazionale che coinvolge tutte le scuole d’Italia di ogni ordine e grado, su temi ispirati dalle indicazioni della Presidenza nazionale, e sui quali i ragazzi, secondo gli interessi, le propensioni e le abilità individuali, sono chiamati a confrontarsi e ad esprimersi.
Quali sono le altre iniziative?
Dallo scorso anno, su proposta del distretto 73 e con la collaborazione della Fondazione Beato Junipero Serra, attraverso la quale è possibile assegnare borse di studio ai seminaristi e offrire un aiuto concreto a sacerdoti in condizioni di difficoltà, il Serra promuove un contest fotografico per consentire ai ragazzi di cimentarsi in un’attività legata ai gesti della loro quotidianità: fissare, con un semplice clic sul cellulare, un’immagine che racchiuda l’emozione di un momento per consegnarne la bellezza, con sguardo più attento e sensibile, al linguaggio dell’arte. Viene inoltre proposto ogni anno, dalla Biblioteca nazionale Beato Junipero Serra, il concorso “Penna dello Spirito”, per invitare alla lettura di testi che stimolino riflessioni di implicazioni spirituali, coerenti con le finalità del Serra.
Attualmente il Serra sta lavorando a un progetto rivolto ai seminaristi, un concorso musicale che possa raggiungere tutti i Seminari d’Italia, attraverso la collaborazione dei Rettori e degli organismi preposti della Santa Sede.
La finalità è quella di invitare i nostri futuri presbiteri ad esprimere le loro abilità nell’utilizzo dei diversi strumenti ed esaltare, unitamente ai doni ricevuti, quell’arte sublime e ineffabile che nel modulo espressivo della musica sacra si è posta da sempre a servizio della liturgia, rafforzandone solennità e partecipazione nella bellezza.
La crisi dell’associazionismo coinvolge anche Serra Italia?
La società è cambiata, noi siamo cambiati; la percezione alterata della relazionalità di certo preesisteva alla pandemia. La dimensione virtuale delle relazioni, con il congelamento delle esperienze sensoriali, e l’assenza di un coinvolgimento psico-affettivo, esasperate dall’impiego della tecnologia, hanno portato l’uomo contemporaneo ad una confusione valoriale tra persona e individuo, a non considerare più lo spazio sociale in termini di collettività, di aggregazione, bensì di estraneità; le nostre identità mutevoli ci portano alla condizione che Engelhardt definisce di “stranieri morali”, incapaci di agire all’interno di una verità ontologica nella quale, pur con visioni morali diverse, ci si accorda per il bene comune; prevale la volontà del singolo, e a una realtà valoriale condivisa, si impongono tante realtà soggettive. Difficile cambiare tendenza, ma il nostro impegno è quello di testimoniare un’adesione consapevole a valori condivisi, al concetto stesso di persona, come ci ricorda Papa Francesco.
(Foto Serra Italia)
Si parla spesso, anche all’interno della Chiesa cattolica, della presenza femminile nei ruoli di responsabilità. Lei è una donna alla guida di un’associazione così importante: come ha accolto l’incarico?
Ho accolto con grande emozione, e anche con qualche iniziale timore l’incarico affidatomi, ma solo perché consapevole dell’impegno che ciò avrebbe comportato. Il Serra ha sempre esaltato, sia nei singoli soci che nelle cariche, la capacità di donarsi e di rispondere, quando richiesto, a un senso di responsabilità nell’accettare incarichi impegnativi, senza implicazioni di genere. Peraltro, nella Presidenza di Serra International Italia, mi hanno preceduta due donne. Il senso di responsabilità e la gratitudine verso i serrani che hanno riposto in me tanta fiducia, hanno contribuito ad infondermi energia ed entusiasmo, nella rassicurante consapevolezza di poter contare sulla collaborazione di una squadra animata dalle stesse spinte motivazionali e da un profondo sentimento di amicizia.
Sul ruolo della donna, non solo all’interno della Chiesa, il Santo Padre si è più volte espresso nel Suo richiamo alla stessa e al mondo a non screditarne il valore, a non relegarla a ruoli subalterni, a non mortificare il suo servizio in servilismo. Sappiamo che Papa Francesco ha proceduto nei fatti a rafforzare il Suo pensiero, assegnando incarichi di grande responsabilità alle donne.
Si è da poco aperto il Cammino sinodale che vede coinvolta la Chiesa italiana…
Il percorso sinodale, che il Pontefice ha voluto, ci vede tutti coinvolti in un “cammino di discernimento spirituale” del bene della Chiesa, per cercare di comprendere la direzione che il Signore vuole indicare in questo nostro tempo, e non solo il ruolo della donna, ma tanti altri temi saranno in agenda. L’invito del Santo Padre a porsi in ascolto del mondo e delle sue tante sfide deve rappresentare un monito anche per il nostro Serra ad assumere un atteggiamento sinodale, affinché si lasci “interpellare dal volto e dalla storia dell’altro” per trovare ‘risposte’ che possano accrescere l’efficacia del suo servizio, armonizzarsi con i segni dei tempi e tradursi in azioni sempre più aderenti al progetto di salvezza di Dio.
Di Riccardo Benotti dal sito del SIR del 19 novembre 2021
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