Riscaldamento globale. È tutta colpa dell’uomo?

Il minore assorbimento di CO2 da parte delle piante richiede una posizione ancora più responsabile verso la crisi climatica

Diventa ogni giorno più acceso il dibattito sul riscaldamento globale del pianeta e sull’incidenza che ha la CO2 in questo preoccupante fenomeno. Le cause dell’eccesso di CO2, dell’anidride carbonica, presente nell’atmosfera si ritiene comunemente debbano essere attribuite alle attività antropiche. Come spesso capita, l’indice accusatore viene puntato sull’uomo e sulle attività umane.

Non possiamo attardarci qui sulle posizioni di quegli ecologisti che fanno un ragionamento di questo tipo: non esisteva l’inquinamento atmosferico prima della comparsa dell’uomo sulla terra, quindi è l’uomo il problema. A parte il fatto che queste affermazioni non sono del tutto vere, certamente non può essere questo il caso della CO2 che tra l’altro non è propriamente una sostanza inquinante, anzi in condizioni normali esercita un’azione rigenerante sulla vita del pianeta.

Ma, come si diceva, non è questo che interessa mettere in discussione in questo momento, quanto l’idea che purtroppo va affermandosi sempre di più che l’uomo sia il colpevole di ogni alterazione del clima. Sono affermazioni che trovano un fondamento nella discutibile idea che l’origine del male sarebbe sempre riconducibile all’uomo.

Si tratta di tesi suggestive: l’uomo è l’unico essere vivente morale, dunque l’unico che può scegliere tra il bene e il male. Quindi è qui che risiederebbe il male. In realtà si tratta di tesi inaccettabili e inconciliabili con quanto ci viene rivelato dalla Sacra Scrittura dove si afferma in maniera inequivocabile che quando Dio creò l’uomo, vide “che era cosa molto buona”. Nell’uomo, così come è stato concepito dal Creatore, non vi era all’origine alcun male. Nelle stesse pagine della Bibbia possiamo vedere da dove proviene invece il male, chi è il vero Tentatore.

Bisogna stare quindi bene attenti quando una simile concezione viene riversata nel dibattito sulla tutela dell’ambiente naturale. Nel caso specifico che riguarda l’eccesso di CO2 nell’atmosfera ci sono inoltre almeno un paio di considerazioni che dovrebbero farci riflettere per evitare conclusioni affrettate.

Una prima considerazione è stata sviluppata in un precedente articolo di questo giornale, a commento di quanto sostenuto dal fisico Francesco Vespe il quale richiamava il pensiero di un climatologo di fama come Richard Lindzen. Questo scienziato ha notato che se è vero che si registra un marcato incremento dei valori di CO2 presenti nell’aria, è anche vero che sia oggi sia stando a quanto si è verificato nelle ere passate l’aumento dei valori della temperatura ha sempre preceduto l’innalzamento della CO2. È un dato che potrebbe rendere l’idea che il riscaldamento globale non sia causato dall’incremento della CO2 e che potrebbe essersi semmai verificato il contrario.

Come si diceva, però, non è il caso di trarre conclusioni troppo affrettate. E comunque, ci sarebbe una seconda importante considerazione da fare. Circa un anno fa, la rivista Science pubblicava un articolo col quale si accreditavano i risultati di una ricerca condotta da un’équipe di scienziati cinesi i quali hanno osservato che negli ultimi tempi le piante assorbono molto meno anidride carbonica del passato.

Come sappiamo, le piante sono di gran lunga i maggiori “consumatori” di CO2 presente nel pianeta. Il fatto è riportato sulle pagine web del quotidiano La Repubblica dove possiamo leggere che «nel 2016 gli scienziati avevano infatti notato che, in conseguenza alla crescita delle emissioni di anidride carbonica da sfruttamento di combustibili fossili, l’attività fotosintetica terrestre delle piante era notevolmente aumentata nel decennio 2004-2014, mantenendo più o meno costante il tasso di anidride carbonica nell’atmosfera, pari a circa 1,9 parti per milione l’anno. Peccato, però, che le ultime notizie siano di altro tenore: l’effetto di aspirazione di CO2 dall’atmosfera da parte delle piante sta diminuendo molto velocemente, più di quanto non avessero previsto i modelli teorici».

È strano che se da un lato aumenta considerevolmente la quantità di CO2 nell’atmosfera, si registra nello stesso tempo una carenza di anidride carbonica nelle piante. Al punto che si pensa di trattare con additivi di CO2 quelle piante, come la frutta e la verdura, destinate all’alimentazione.

Tutto questo può significare che la causa dell’aumento di valore di CO2 è il minore assorbimento delle piante? L’ipotesi non è da scartare considerando l’importanza che ha il mondo vegetale nel bilancio della CO2. Sicuramente molto maggiore dell’attività antropica. Ma c’è da ripetere ancora una volta che non è il caso di trarre affrettate conclusioni.

Soprattutto perché se è vero che la vita delle piante sta incidendo negativamente sulla qualità dell’aria, questo è un buon motivo perché l’uomo riveda i suoi stili di vita in modo da attutire almeno un po’ questi effetti negativi.

Perché, checché se ne pensi, l’uomo è l’unico essere vivente che può fare qualcosa per migliorare l’ambiente in cui viviamo. Può farlo, deve farlo. E, per quello che si può vedere, c’è tanta gente di buona volontà disposta a farlo.

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Paolo Tritto

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