Un uomo buono venuto da lontano

Il momento attuale che attraversa la Chiesa non é uno dei migliori per il calo delle vocazioni ma anche a causa di una società sempre più relativista e liquida. Peraltro, le comunità si alimentano esclusivamente di una comunicazione mediale tramite i social network per cui, in particolare con i giovani, diventa più difficile portare la parola di Dio in un ambiente sociale che non é tanto agnostico quanto indifferente. E’ ovvio che la situazione varia da luogo a luogo, da paese a paese, da persona a persona.

Anche Papa Francesco, durante l’omelia della Messa celebrata nei giorni scorsi nella basilica di San Pietro, in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti nel corso dell’anno, ha fatto riferimento ai momenti difficili della vita, così dicendo:  “Davanti alle difficoltà e ai problemi della vita è difficile avere pazienza e rimanere sereni”. “Serpeggia l’irritazione e spesso arriva lo sconforto. Può così capitare di essere fortemente tentati dal pessimismo e dalla rassegnazione, di vedere tutto nero, di abituarsi a toni sfiduciati e lamentosi.” A questo punto, però, “il Signore imprime una svolta, proprio nel momento in cui, pur continuando a dialogare con Lui, sembra di toccare il fondo”, ha fatto notare Francesco: “Nell’abisso, nell’angoscia del nonsenso, Dio si avvicina per salvare. E quando l’amarezza raggiunge il culmine, all’improvviso rifiorisce la speranza”.

Dio agisce attraverso la mente e le braccia degli uomini e alcuni di questi stanno nella Chiesa e vanno in aiuto del prossimo sofferente usando soprattutto il linguaggio del cuore. Tanto vale per un prete diocesano di Matera-Irsina, don Giorgio Saleh, di origini egiziane, che ha frequentato il Seminario di Potenza ed è stato ordinato sacerdote il 1999 a Matera per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di mons. Antonio Ciliberti. Nel 2003 viene nominato parroco della Parrocchia del Carmine a Ferrandina ed infine nel 2007 diventa parroco della Parrocchia SS Trinità in Salandra, dove si trova tuttora. In questo piccolo centro del materano la comunità parrocchiale sin dall’inizio ha accolto don Giorgio con amore e disponibilità. D’altra parte don Giorgio ha un carattere mite e fattivo per cui si è fatto volere bene e si è ben integrato nella comunità salandrese dove svolge il suo ministero pastorale con amore e in piena sintonia con il vescovo.

Tra i compiti pastorali di don Giorgio c’è anche quello dell’assistenza spirituale ai ragazzi ospiti della Comunità Emmanuel in contrada Montagnola di Salandra dove, in 14 con età tra i 20 e i 50 anni e con vari problemi di dipendenza, ricevono attenzioni e momenti formativi da animatori competenti capaci di far superare il disagio. Il programma ivi applicato prevede un cammino di prevenzione del disagio e delle devianze, di recupero, di reinserimento sociale e lavorativo di persone dipendenti. Chiara laicità nel servizio e forte identità cristiana sono, fin dalle origini, elementi caratterizzanti. La laicità del servizio si esprime nell’accoglienza offerta a tutti, senza distinzione di sesso, religione o appartenenza ideologica, e nell’atteggiamento di rispetto, dialogo e disponibilità verso le varie possibili collaborazioni richieste dal servizio alla persona. L’identità cristiana si manifesta nella vita spirituale intensa alla quale partecipano i membri stabili; essa determina la precisa collocazione ecclesiale della Comunità.

Don Giorgio, sempre vicino a questi ragazzi, è presente non solo per l’amministrazione dei sacramenti della confessione e della comunione ma anche per dialogare con loro a tutto campo offrendo occasioni di apertura e riscatto. Con intelligenza e fraternità è riuscito poco alla volta ad inserirli nella comunità parrocchiale cittadina, anche se all’inizio non erano ben accettati. Infatti, tanti sono gli atti di solidarietà che la comunità salandrese offre a piene mani ai ragazzi della comunità Emmanuel, grazie all’azione amorevole di don Giorgio, e non solo donazioni materiali ma anche momenti di fraterna accoglienza nelle occasioni particolari di festa.

Don Giorgio non fa mancare il suo aiuto materiale e spirituale anche ad un gruppo di una diecina ragazzi minorenni migranti ospitati in una casa messa a disposizione dalle istituzioni.

Infine, nel suo periodo di permanenza a Salandra, don Giorgio ha promosso, con i fondi dell’8xmille, il restauro di due organi a canne, del ‘700 nella chiesa di San Rocco e dell’800 nel Convento di Sant’Antonio. L’organo più antico della chiesa di San Rocco, nel recente 2019, è stato utilizzato per importanti manifestazioni artistiche tra cui un concerto previsto nel cartellone della Fondazione Matera-Basilicata 2019 durante l’anno di Matera capitale della cultura europea. 

Oltre l’aiuto economico della comunità parrocchiale, è sempre presente il sostegno della Diocesi, delle risorse provenienti dall’8xmille e dalle Offerte liberali intestate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero che, peraltro, provvede anche alla re­munerazione dei preti diocesani. Generosità dei fedeli, fondi dell’8xmille, la collaborazione di tanti laici disponibili e buoni sacerdoti rendono possibile opere di misericordia a favore dei più deboli, dei migranti e dei poveri.

Panorama Salandra

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Domenico Infante

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