Verso una chiesa sempre più sinodale
Sinodo sarà la parola che forse assoceremo di più, domani, al papato di Francesco.
Il 9 ottobre nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano si è avviato il “percorso sinodale”, quel processo indicato nel 2018 da papa Francesco nella Costituzione apostolica “Episcopalis communio” per cui il Sinodo dei vescovi dev’essere preceduto da due momenti preparatori “dal basso”: il primo, la «consultazione del popolo di Dio, che partirà il 17 ottobre in ogni diocesi, terminerà il prossimo 30 aprile; l’altro, il confronto tra le Conferenze Episcopali nazionali di ogni continente, si svolgerà sino ad ottobre 2023, quando inizierà il vero e proprio sinodo dal tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.
“Sinodo” è una parola che viene dal greco e significa “far strada insieme” e nel lontano IV secolo per S. Giovanni Crisostomo era un sinonimo di “ecclesia”, quell’”insieme” che alla lettera significa “convocazione, assemblea”.
Eppure, solo dopo il Concilio Vaticano II, che ha recuperato il ruolo profetico di ogni battezzato, è tornata in auge la “sinodalità” della Chiesa, a scapito della “gerarchia”. Ma perché l’idea potesse vedersi attuata sono passati più di 50 anni.
«Il sinodo non è un parlamento», ha messo in guardia papa Francesco nel momento di riflessione iniziale del percorso sinodale, «e il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo. Se non c’è lo Spirito, non ci sarà Sinodo». I rischi che corriamo nella celebrazione di un sinodo, ha continuato papa Francesco, sono il formalismo che riduce il sinodo ad «un evento straordinario, ma di facciata», l’intellettualismo, l’immobilismo. Come tre i rischi e tre le parole chiave che segneranno il sinodo (comunione, partecipazione e missione), tre sono le opportunità che si aprono alla Chiesa: incamminarsi non occasionalmente ma strutturalmente, diventare una Chiesa dell’ascolto, diventare una Chiesa della vicinanza. E mentre quasi tutte le diocesi del mondo si preparano alla celebrazione di un sinodo, le diocesi che come la nostra l’hanno già celebrato, “daranno il proprio apporto consegnando i testi contenenti i risultati” (cfr. Lettera ai cristiani della Chiesa di Matera-Irsina per il Congresso Eucaristico Nazionale).
E mentre la Chiesa Universale celebra il mese missionario segnato dallo slogan “Testimoni e profeti” e parte con il percorso sinodale, la nostra Chiesa locale – terminato il Sinodo e distribuiti gli atti nello scorso mese di giugno – intraprende il cammino sinodale e si prepara ad un nuovo anno pastorale, il cui inizio avverrà sabato 16 ottobre alle ore 17 nella Basilica Cattedrale di Matera, che si prospetta impegnativo perché culminerà con il XXVII Congresso Eucaristico Nazionale che la città di Matera ospiterà dal 22 al 25 settembre 2022.
Allora, auguriamo un anno pastorale proficuo e ricco di frutti spirituali abbondanti a ciascuno.
La redazione di Logos
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