La Parrocchia ‘Stella Maris’ della Marina di Pisticci: casa di Dio che vive tra le case dei turisti
La villeggiatura: occasione di sano relax dopo un anno di lavoro, tempo di pausa dal tran tran quotidiano e di ricarica per affrontare un nuovo anno. Ma con il Signore della nostra vita, luce e guida ai nostri passi, che comprende la nostra necessità di riposo al punto che un giorno disse anche ai suoi apostoli, stanchi: “Venite in disparte, in un luogo deserto e riposatevi un po’” (Mc 6,31).
Anzi, quale periodo più proficuo delle ferie per recuperare un po’ del nostro rapporto col Signore? Ci sono famiglie che dedicano le vacanze ad esercizi o altre esperienze spirituali, collaboratori parrocchiali che impiegano una parte delle loro ferie come volontari (educatori, cuochi…) per attività a servizio di gruppi di giovani e non solo, giovani che vivono in ferie esperienze di servizio, preghiera, discernimento e, alle volte, proprio così maturano scelte di vita significative.
Quale occasione migliore delle ferie per riscoprire nell’armonia con il creato il nostro rapporto con il Creatore e con le creature?
Proprio al principio del mese di agosto, in pieno tempo di ferie, la Chiesa celebra il “perdono di Assisi”, che richiede una revisione di vita, oltre che l’atto pratico della comunione e della confessione sacramentale per ottenere l’indulgenza plenaria, per sé o un caro defunto.
Quali ferie sarebbero se noi cristiani ci privassimo dell’Eucaristia domenicale? Eppure anche molti di noi che ci diciamo cristiani – e alle volte (ahinoi!) finanche coloro che più si danno da fare durante l’anno pastorale come catechisti, organisti, ministranti, animatori di oratorio e della liturgia! – passiamo il tempo delle ferie lontano dalle celebrazioni eucaristiche.
“Senza la domenica non possiamo vivere”, dissero i martiri di Abitene nel 304 quando veniva loro prospettato il martirio come alternativa alla celebrazione della S. Messa. Quest’affermazione sia vera per ogni vero cristiano anche in vacanza.
Non mancano nei posti di villeggiatura della nostra Diocesi luoghi per santificare la domenica, lodando il Signore per le cose belle della vita, tra cui qualche giorno di ferie, e affidando a Lui i timori e le fatiche del tempo che seguirà le ferie.
Se a Scanzano Jonico c’è la chiesa “Maria SS. Annunziata” con le celebrazioni ore 09:00 e 19:30 e a Metaponto Lido è tradizione celebrare la messa nella pineta alle 08:30 e alle 19:00, nella Marina di Pisticci, tra le case di villeggiatura e tra i villaggi turistici, vicino il Tiblù, sotto un gruppo di gazebi, come una grande “tenda dell’alleanza”, sorge la parrocchia “Stella Maris”. La S. Messa viene celebrata per tutto questo periodo estivo il sabato e la domenica alle 18:30 e, inoltre, il giovedì alle 21:00 c’è l’Adorazione Eucaristica.
È bello vedere il concorso di tanti turisti – un centinaio o giù di lì – che si affrettano ad arrivare gremendo tutta l’area al di sotto dei gazebi, mentre da una sacrestia “da campo” esce don Filippo, affiancato da qualche ministrante. Mentre i più fedeli collaboratori della parrocchia “S. Giovanni Bosco” di Marconia, dov’è parroco, lo supportano nell’animazione della liturgia. Inoltre, un bel coro, composto soprattutto da giovani, aiuta l’assemblea a lodare il Signore.
Uno degli scorsi sabati, nel contesto semplice ma curato di questa chiesa all’aperto (come tra l’altro le misure anti-covid incoraggiano), è stato celebrato un Battesimo. E in preparazione alla festa di S. Anna è stato organizzato un settenario con celebrazioni eucaristiche il primo giorno alla “Stella Maris” e nei giorni successivi a turno tra le case di Borgo Casinello.
Era scritto in un documento del 2004 sulla Parrocchia missionaria che essa è “la casa di Dio che vive tra le case degli uomini”. L’impressione che si ha partecipando ad una liturgia alla “Stella Maris” è di essere nella casa di Dio tra le case dei turisti, tra cui giungono, pur in lontananza, per mezzo del microfono le parole della celebrazione o le note dei canti.
La Parrocchia della Marina di Pisticci è nata nel 2012, quando c’erano a Marconia e Tinchi i Padri Maristi: don Filippo, come lui ama dire, ha “ereditato anche questo”. Certo, ogni eredità ha bisogno di essere custodita, altrimenti decade, e crediamo che don Filippo ci stia riuscendo alla grande.
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