Si chiama Metaverso e rivoluzionerà Internet

Segnatevi questa parola: metaverso. Da qui in avanti nel mondo digitale la incontrerete sempre più spesso. In realtà molti di voi l’hanno già incontrata una trentina di anni fa. Cioè quando il termine venne coniato da Neal Stephenson nel romanzo di fantascienza Snow Crash del 1992. In quel libro il Metaverso veniva descritto come una specie di realtà virtuale di internet, in cui le persone erano rappresentate in tre dimensioni attraverso immagini da loro scelte (i cosiddetti avatar). Nel Metaverso ognuno poteva realizzare in 3D ogni cosa: uffici, case, club, discoteche, negozi, resort eccetera.


Se qualcuno di voi a questo punto ha pensato a Second Life, dimostra di avere buona memoria. Undici anni dopo il romanzo di Neal Stephenson, infatti, venne lanciata la piattaforma Second Life che ricordava in molti aspetti il Metaverso. Ci volle qualche anno ma diventò un discreto successo, conquistando diverse prestigiose società e persino università che vi aprirono sedi virtuali. Poi gli utenti, per mille ragioni, si stancarono e quel mondo virtuale che prometteva meraviglie e generava interrogativi passò di moda e andò in crisi. Sembrava tutto finito, ma in realtà l’idea di un mondo virtuale in cui fare interagire con sempre più efficacia le persone non è mai scomparsa. Recentemente l’abbiamo vista crescere anche in giochi come Fortnite (dove si sono tenuti incontri e concerti di successo) e Animal Crossing New Horizons e poche settimane fa anche un colosso come Google ha fatto un passo importante in questa direzione annunciando un sistema di videochiamate in 3d rivoluzionario. Pochi giorni fa Mark Zuckerberg ha fatto lo stesso, dichiarando che Facebook (che significa un colosso che comprende anche Instagram, Messenger, WhatsApp e decine di altre aziende) si spingerà sempre di più verso il metaverso, cioè nella costruzione di un’internet dove virtuale e reale saranno sempre più collegati.

Non sarà una nuova piattaforma come Second Life. La realtà virtuale del nuovo metaverso non avrà un unico proprietario ma diversi colossi che la porteranno con sempre più forza nelle nostre vite. L’abbiamo accennato qualche settimana fa in questo spazio: per esempio, le riunioni virtuali non saranno più piatte in stile Zoom ma diventeranno tridimensionali, dandoci la possibilità di comunicare con le persone come se le avessimo davvero davanti o come se la riunione si tenesse in una stanza fisica. Anche gli uffici diventeranno così. E una parte degli spettacoli, delle attività ludiche di gruppo e quant’altro potete immaginare avranno sempre più parti e spazi dove virtuale e reale si incontreranno.


Vi faccio un altro piccolo esempio. Se chiameremo un amico o un familiare non sentiremo solo la sua voce o al massimo vedremo la sua immagine come accade ora, ma ci siederemo virtualmente accanto a lui, magari nel salotto di casa sua.


Insomma, mentre noi stiamo per certi versi ancora elaborando l’accelerazione digitale alla quale la pandemia ci ha spinti e alcuni di noi speravano di avere archiviato per sempre gli incontri online a favore di quelli in presenza, i giganti del digitale ci mandano un messaggio molto chiaro: il futuro della Rete sarà probabilmente più divertente e più comodo per diversi aspetti ma porterà con sé un’ulteriore rivoluzione nei rapporti umani e nelle nostre vite. Sarà sempre più difficile scindere il virtuale dal reale. Probabilmente a differenza del metaverso originale saremo tutti a colori, ma le differenze economiche e di mezzi si faranno sentire ancora una volta di più.

Di Gigio Rancilio dal sito di Avvenire di venerdì 30 luglio 2021

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