Approvato il Regolamento urbanistico dal Consiglio comunale di Matera

Il provvedimento è giunto in porto dopo un iter di circa quattordici anni. Una pietra miliare non priva di criticità.

Dopo un’attesa che si trascina da 2007, quando fu presentato, il Regolamento urbanistico per la città di Matera è stato approvato l’11 marzo scorso, al termine di una seduta del Consiglio comunale durata 14 ore. Il sindaco Domenico Bennardi lo ha definito il più importante intervento amministrativo della Città dei Sassi.

Indubbiamente può essere considerato un buon successo per l’amministrazione, che ha ottenuto l’approvazione del Consiglio riuscendo a superare contrapposizioni politiche e mostrando di saper valorizzare, senza pregiudizi, il lavoro fatto dalle precedenti amministrazioni e a portarlo a compimento. In questa maniera si è scongiurato anche il rischio che ulteriori rinvii vanificassero questa che è stata un’insidiosa corsa ad ostacoli. Il rischio cioè di dover ricominciare tutto daccapo per la decorrenza del tempo massimo concesso dalle norme vigenti.

Il Regolamento è uno strumento di programmazione che, secondo il sindaco Bennardi, è frutto di una grande visione sul futuro della città e che, attraverso una serie di norme, di vincoli e di prescrizioni consentirà di avviare un percorso di ricucitura del tessuto urbano ed extraurbano, interrompendo il ricorso a una lunga successione di varianti urbanistiche che non hanno certamente consentito a Matera, nella sua storia recente, di svilupparsi in maniera armonica e secondo criteri di sostenibilità.

Proprio con l’obiettivo di riprendere la storia della città che ha visto in passato interventi di grande valore urbanistico, il Regolamento ha assimilato i borghi della città, come La Martella, Picciano, Venusio, al centro storico e ai rioni dei Sassi, introducendovi gli stessi vincoli. Qui, in futuro, le costruzioni dovranno rispettare determinate categorie d’intervento, pur evitando il rischio di una musealizzazione dei quartieri.

Il Regolamento urbanistico approvato dal Consiglio comunale di Matera rappresenta evidentemente uno strumento fondamentale e una pietra miliare per la vita della città. Bisogna dare atto all’amministrazione Bennardi di essere riuscita dove le precedenti amministrazioni avevano fallito. Aspetti critici però non mancano. Innnanzitutto riguardo al supporto amministrativo che richiede uno strumento urbanistico così complesso. Purtroppo gli uffici comunali sono pesantemente sotto organico e lo saranno ancora di più in futuro quando sono previsti altri pensionamenti tra il personale. Si riuscirà a potenziare gli uffici?

Oltre questo, almeno da parte di chi ha guardato dall’esterno il dibattito intorno all’approvazione del Regolamento urbanistico, c’è l’impressione che, per come è stato impostato il provvedimento, sarà difficile fare i conti con ciò che l’ex sindaco Raffaello De Ruggieri ha definito “la questione delle questioni” e cioè l’area ex Padula – o ex Barilla – rimandata, sempre secondo De Ruggieri, “a un futuro destino”. Difficoltà di cui sembra consapevole anche l’amministrazione comunale che vede sempre più restringersi i margini di una trattativa con la proprietà dell’area detenuta attualmente da privati. Il rischio è vedere il ripetersi dell’analogo caso del Teatro Duni, che si è trascinato per troppo tempo e che si è concluso con l’acquisizione della proprietà da parte del Comune.

L’area ex Padula avrà lo stesso destino? Per l’assessore al ramo Rossella Nicoletti non si esclude di poter percorrere questa strada. Ma è realistico ciò? Considerando che rispetto al Teatro Duni, che pure fu un’operazione tutt’altro che semplice, nel caso dell’ex Padula ci si trova di fronte a una realtà di dimensioni ben maggiori; è un’operazione che per concludersi richiederà tempi non certamente brevi o comunque più lunghi di quelli necessari a cogliere le opportunità attualmente disponibili, perse le quali si rimarrebbe nella spiacevole situazione di dover pescare il pescecane con la canna da pesca.

Scopri le caratteristiche del Regolamento urbanistico

La prima caratteristica è quella della sostenibilità, per una migliore qualità urbana, che vede una città finalmente funzionale ai cittadini e non più all’edilizia, dove sono destinati più spazi al verde e ai parcheggi, più spazi alla vita dei cittadini.

Con questo regolamento si vuole inoltre allargare la realtà del centro storico ai borghi, per restituire alla città una storia di cui si rischiava di perdere i connotati e la memoria. Altra caratteristica è quella di essere un provvedimento cerniera, in grado di essere un punto di congiunzione tra regolamenti già in vigore, come quelli del verde, del commercio, della sostenibilità turistica.

Passando agli specifici vincoli edilizi, il Regolamento urbanistico, per conseguire una migliore sostenibilità, abbassa gli indici delle aree edificabili fino al trenta per cento. In futuro, dunque, la prospettiva sarà quella di orientarsi verso una rigenerazione urbana più che verso il consumo di suolo, verso il restauro e la riqualificazione dell’esistente.

Ultimo aspetto caratterizzante del provvedimento riguarda la conversione funzionale di alcuni siti, nel senso dell’attrattività e del lavoro. Il riferimento è in particolare all’area dei mulini cittadini che in passato hanno rappresentato un modello di successo imprenditoriale, che con la produzione della pasta giungeva fino ai mercati esteri. Bisogna convertire queste aree ormai dismesse in chiave di attrattiva turistica e di opportunità occupazionale. Generando inoltre aree verdi che possano conferire alla città un aspetto più armonico e accogliente.

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Paolo Tritto

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