«“Tu sei la speranza”, mi ha risposto il Santo Padre. Poi gli ho consegnato il progetto “Amata Siria” e il cd di brani, e lui li ha benedetti. Per me è stata una novità piena di bellezza e, soprattutto, di responsabilità». Così Nahel Al Halabi, compositore e direttore d’orchestra di Damasco, fondatore della Syrian Philarmonic Orchestra, descrive il suo incontro con Papa Francesco. Ora il maestro è esule a Mantova e ha promosso il progetto Amata Siria, nato per raccontare in musica il dolore della sua terra piegata da una lunga guerra che sembra essere stata dimenticata.
Sono passati 10 anni dal marzo 2011, quando la primavera araba sbocciò in Siria, fiorendo con le parole sui muri delle scuole di Da’ra. Quelle parole-graffiti erano la voce del popolo siriano, che al regime di Damasco chiedeva libertà, dignità, cittadinanza.
A dieci anni da quei graffiti, la guerra continua e l’eredità della primavera siriana è tutt’altro che florida: una miseria fatta di polvere, macerie, di centinaia di migliaia di morti; di un’instabilità da cui il Paese non si libererà presto. Di milioni di civili in fuga: 6,6 milioni di essi hanno trovato rifugio fuori dalla Siria, 6,7 all’interno dei confini nazionali. Una miseria che ha il volto di 13,4 milioni di siriani bisognosi di assistenza umanitaria e di oltre 12 milioni che nel Paese hanno fame per le conseguenze della guerra.
Il dossier che Caritas Italiana pubblica on line ripercorre questi anni e le fasi principali di una guerra sanguinosissima e ancora in corso: una rivoluzione di popolo trasformatasi in un conflitto a ingerenze internazionali, inasprito dalle violenze del califfato islamico, tutt’altro che sconfitto. Una guerra qui raccontata dalla prospettiva degli sfollati, interni o esterni al Paese, attraverso dati, analisi e studi specifici, testimonianze e ipotesi di futuro.
Dal 2011 ad oggi Caritas Italiana ha avviato 85 progetti con un investimento complessivo di oltre 8,3 milioni di euro, provenienti da donazioni e dall’8xmille alla Chiesa Cattolica. Tali fondi sono stati destinati ad aiuti di urgenza, alloggio, istruzione, costruzione di percorsi di pace e riconciliazione, interventi sanitari, sostegno psicologico, riabilitazione socio-economica, protezione per i più vulnerabili (bambini, anziani e donne), accompagnamento e formazione delle organizzazioni locali. Nel 2021 proseguono gli interventi a carattere umanitario e non solo, in tutti i Paesi coinvolti, tenendo conto anche della pandemia di Covid-19. In particolare in Siria l’impegno si concentra nelle città di Aleppo, Homs, Hassakeh. I programmi hanno un approccio olistico rispondendo a diverse tipologie di bisogni: cibo e altri beni di prima necessità, alloggio, assistenza medica e psicologica, sostegno all’educazione scolastica.
L’impegno di Caritas Italiana si inserisce in un quadro più ampio di iniziative che la rete Caritas promuove nei Paesi toccati dalla crisi. Un impegno che nel complesso, in dieci anni di guerra, si è concretizzato in progetti per oltre 170 milioni di euro. In particolare in Siria, nel 2020 Caritas Siria ha attuato 20 progetti per oltre 9 milioni di euro, molti dei quali proseguono nel 2021 portando aiuto a più di 100 mila persone a Damasco-Ghouta, Aleppo, Hassakeh, Homs, Latakia, Littoral‐Tartus.
Il Dossier è disponibile online sul sito www.caritas.it
Per contribuire:
Conto corrente bancario intestato a: Caritas Italiana Banca Popolare Etica – Via Parigi 17, Roma
Codice IBAN: IT 24 C 05018 03200 000013331111 Codice BIC/SWIFT: CCRTIT2T84A
Specificare nella causale: “Emergenza Siria – AMATA E MARTORIATA”.
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per l’emergenza Siria, anche utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito www.caritas.it
L’articolo Siria. Dieci anni di guerra: il Dossier della Caritas proviene da CEInews.