Cenere e acqua, liscivia di purificazione, polvere inconsistente, fragilità e limite.
La Quaresima inizia con la cenere sul capo, segno di penitenza, e termina con l’acqua del Battesimo, segno di una vita nuova, risorta.
Come fuoco sotto la cenere, lo Spirito Santo brucia nell’intimo le scorie del peccato; come crogiolo purifica e libera dall’egoismo, dalle paure e dalle chiusure; come soffio di vita ricompone le ossa spezzate e restituisce consistenza e libertà.
Cenere, memoria della polvere del suolo da cui Dio ha tratto l’uomo, memoria del soffio che ha reso l’uomo essere vivente.
“Ricordati, uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai”, ricorda, anche, che l’acqua del Battesimo ti ha impastato per essere nuova creatura.
Tutti siamo fatti di cenere e tutti resi viventi dallo Spirito, che ci rende tutti fratelli, perché amati, figli dello stesso Padre, salvati dalla Carne di Cristo, animati dallo Spirito Santo.
Cenere e acqua per ricomporre l’umano disgregato, diviso in sé stesso, dagli altri e da Dio, per intraprendere un cammino di conversione.
Ognuno fa esperienza di questa divisione e la pandemia la sta accentuando perché ci impone il distanziamento fisico, che diventa spesso anche sociale.
La paura del contagio, che ritorna a ondate, anche nelle comunità del territorio materano, suggerisce di chiudere le scuole, di diradare gli incontri di catechesi, accentua le paure e le distanze.
Più forte, però, emerge il desiderio di relazione e di normalità.
Non si tratta semplicemente di uscire di casa quanto di ritrovare, dopo il distanziamento, il senso della comunità e, prim’ancora, il senso vero dell’umanità.
La Quaresima 2021 ci offre questa opportunità: passare dall’esperienza del limite e della fragilità, condivisa e sperimentata da tutti, all’esperienza della solidarietà, siamo fatti della stessa polvere del suolo e animati dallo stesso Spirito, all’esperienza del “nessuno si salva da solo”.
Digiuno, carità e preghiera, suggeriti dalla tradizione della Chiesa, sono quanto mai attuali. Papa Francesco li spiega così nel messaggio della Quaresima 2021:
“Il digiuno vissuto come esperienza di privazione porta quanti lo vivono in semplicità di cuore a riscoprire il dono di Dio e a comprendere la nostra realtà di creature a sua immagine e somiglianza, …chi digiuna si fa povero con i poveri e “accumula” la ricchezza dell’amore ricevuto e condiviso. Così inteso e praticato, il digiuno aiuta ad amare Dio e il prossimo (cfr Enc. Fratelli tutti, 93).”
“La carità è dono che dà senso alla nostra vita e grazie al quale consideriamo chi versa nella privazione quale membro della nostra stessa famiglia, amico, fratello. Il poco, se condiviso con amore, non finisce mai, ma si trasforma in riserva di vita e di felicità.”
“Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa, la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, che illumina sfide e scelte della nostra missione”.
Ricomporre l’umano a partire dalla cenere e dall’acqua, consapevoli che solo lo Spirito Santo è capace di utilizzarli per fare di noi capolavori di bellezza e di dignità.
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