Di Luca Iacovone dal magazine Vita del 25 aprile 2025

Che fine fa The Economy of Francesco senza Francesco? Il senso di smarrimento che si respira in questi giorni nelle chat e nelle call della community globale riporta il pensiero a un altro momento, altrettanto carico di domande.
Era il 24 settembre 2022. Al Teatro Lyrick di Assisi il mondo era seduto fianco a fianco: oltre mille giovani da ogni continente, economisti, imprenditori, changemakers, tutti uniti da una chiamata comune. Quella giornata avrebbe dovuto essere il culmine del nostro cammino: la firma del Patto di Economy of Francesco con il Papa.
Ma proprio lì, nell’istante più atteso, arrivò una sorpresa che non capimmo subito. Di cui nessuno si accorse, tra i tanti commentatori e giornalisti presenti. Noi sì, però, che a quel documento lavoravamo dal 2020. Mentre veniva letto il testo ufficiale del Patto, ci accorgemmo che non c’era più alcun riferimento all’economia di Francesco.

Il patto che avevamo immaginato come il Patto dell’Economia di Francesco — il Santo d’Assisi e il Papa insieme — era diventato semplicemente il Patto per l’economia. Noi che avevamo costruito passo dopo passo quel cammino, lo sentimmo subito. Avevamo coltivato un’idea di economia ispirata alla spoliazione del Santo, al dono, alla fraternità. Perché cancellare quel riferimento? Perché privare il nostro sogno del suo nome?
«Il Papa non ha voluto».
Papa Francesco non ci chiedeva un’economia per bravi ragazzi, né una nuova enclave di buone intenzioni. Non voleva un’altra economia di pochi, né tantomeno un’economia legata al suo nome o alla sua figura. Ci chiedeva di cambiare tutta l’economia. Senza recinti, senza etichette, senza esclusività.
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