In memoria di Papa Francesco

Riflessioni di mons. Antonio Giuseppe Caiazzo ricordando Papa Francesco a Matera. Dichiarazione video del cardinale Matteo Zuppi su Papa Francesco. Riflessioni del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella su Papa Francesco.

RIFLESSIONE DI S.E. MONS. ANTONIO GIUSEPPE CAIAZZO

Nel pieno clima dell’annuncio della Pasqua, oggi, Lunedì dell’Angelo, Papa Francesco è nato alla vita eterna. Pur vivendo nella fede e nella consapevolezza dell’annuncio della vittoria di Cristo sulla morte, non possiamo non riconoscere che siamo rattristati e addolorati.

In questi anni di pontificato il suo magistero è stato illuminato da tutto ciò che faceva: gesti, attenzioni, vicinanza verso tutti. Un grande padre che non ha mai trascurato nessuno. Ogni cosa è stata vissuta pienamente e consapevolmente fino al termine della sua esistenza terrena, proprio nel giorno di Pasqua. Ha condiviso con l’umanità intera quell’ultimo atto della gioia pasquale attraverso la Benedizione Urbi et Orbi invocando la pace su tutta la terra. In quest’ultimo gesto è racchiuso tutto il suo ministero petrino: una benedizione di Dio per la Chiesa e il mondo intero.

Sicuramente ognuno di noi ha dei ricordi da raccontare o da ascoltare, ma in questo momento una preghiera corale di ringraziamento sale a  Dio per averci dato un pastore come Papa Francesco, punto di riferimento per i cattolici, i cristiani e non, ma anche per quanti si professano atei. Ognuno riconosce con quanto amore, determinazione e attenzione si è reso vicino a questa nostra umanità, spesso disorientata, spaventata e rassegnata, annunciando che “la speranza (Gesù) non delude”. Innamorato di Cristo, della Madonna, della Chiesa, degli uomini, specialmente degli ultimi, degli “scartati”.

“Fratelli e sorelle, sogniamo. Sogniamo una Chiesa così: una Chiesa eucaristica. Fatta di donne e uomini che si spezzano come pane per tutti coloro che masticano la solitudine e la povertà, per coloro che sono affamati di tenerezza e di compassione, per coloro la cui vita si sta sbriciolando perché è venuto a mancare il lievito buono della speranza. Una Chiesa che si inginocchia davanti all’Eucaristia e adora con stupore il Signore presente nel pane; ma che sa anche piegarsi con compassione e tenerezza dinanzi alle ferite di chi soffre, sollevando i poveri, asciugando le lacrime di chi soffre, facendosi pane di speranza e di gioia per tutti. Perché non c’è un vero culto eucaristico senza compassione per i tanti “Lazzaro” che anche oggi ci camminano accanto. Tanti!”. E’ un passaggio dell’omelia di Papa Francesco durante la S. Messa che concludeva il XXVII Congresso Eucaristico a Matera.

Mi pare di cogliere in questo brano una sintesi di tutto il suo magistero. L’attenzione a tutti, ad ogni uomo perché persona e non numero, piagato nel corpo e nello spirito. Una Chiesa eucaristica capace di celebrare l’Eucaristia ma soprattutto di vivere l’Eucaristia nella quotidianità, diversamente resterebbe ritualismo, soddisfazione di un precetto che non incide nella vita, nei rapporti con l’umanità.

Per Matera e la Basilicata sarà difficile dimenticare quel 25 settembre 2022! La presenza di Papa Francesco nella città dei Sassi ha illuminato ognuno e tutti di quella luce divina che ha penetrato in profondità il cuore della gente. Giorni che hanno visto la presenza delle delegazioni diocesane d’Italia, di centinaia di sacerdoti, di consacrate e di un centinaio tra vescovi e cardinali. Come dimenticare il suo sorriso distribuito a tutti, lo sguardo orante davanti all’immagine della Madonna della Bruna, la gioia di entrare nella mensa della fraternità “D. Giovanni Mele” e benedirla, il suo saluto finale a me personalmente che mi commosse e sorprese!

Papa Francesco ci ha mostrato fino all’ultimo momento di cercare e di stare accanto a tutti. È morto a conclusione della Pasqua, giorno dell’annuncio della vittoria di Cristo sulla morte, su ogni tipo di morte. È un segno profetico che, leggendolo nell’ottica della fede, lo cogliamo come premio che Dio riserva a chi gli è particolarmente caro.

Nei diversi colloqui avuti con lui si è mostrato sempre padre, capace di ascoltare, condividere, dialogare, incoraggiare. Più volte mi ha detto: “Vai avanti così. Non fermarti”. Mi ha sempre impressionato che mi conosceva e si ricordava anche di piccoli particolari. Ricordo che un giorno a S. Marta, mentre ci servivamo per pranzare mi disse: “Mi saluti sua sorella Sara”. Rimasi senza parole e meravigliato che si ricordasse nonostante l’avesse vista solo una volta.

Invito tutti a ringraziare insieme a me il Signore perché ha dato alla Chiesa e all’umanità intera, attraverso Papa Francesco, un padre premuroso, un maestro di vita attento, un instancabile operatore di pace, un amante della vita, della terra, nostra casa comune, un Pontefice fedele al Vangelo e al magistero della Chiesa, dalla parresia profetica, con lo sguardo proteso lontano, laddove i miopi non sono in grado di vedere perché rinchiusi e prigionieri dei loro stessi schemi.

Papa Francesco, grazie di tutto. Riposa in pace. Amen.

+ Don Pino, Arcivescovo-Vescovo

 Dichiarazione video del Card. Zuppi

Papa Francesco ha amato fino alla fine. Quel suo giro con la macchina, per salutare tutti e farsi salutare da tutti, è il gesto di un Papa che non si è mai risparmiato. Si è avvicinato alle persone perché voleva comunicare a tutti l’amore di Dio per l’umanità concreta, così come è, senza filtri, senza ipocrisie, coinvolgendo tutti. Creando qualche malumore in chi ha paura, in chi preferisce guardare da lontano, in chi non vuole sentire – come diceva lui – il famoso “odore delle pecore”, che dà anche un po’ fastidio, ma è proprio quello di cui il buon Pastore profuma.
C’è tanta sofferenza per la perdita di una persona così cara, e così cara a tutti, che ha saputo unire tanti uomini e donne, anche con sensibilità diverse, che però si sono sentiti vicini – e si sentono vicini – e compresi, proprio per l’attenzione alla persona e a Dio.
Ecco, è la sua Pasqua. Ci aiuta a capire qual è la forza dell’amore, che in Gesù vince il male della morte, e ci aiuta a guardare con speranza, con fiducia, anche questo passaggio così doloroso per tutti.

Roma, 21 aprile 2025

Riflessioni del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella su Papa Francesco

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Domenico Infante

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