di Ibrahim Faltas* dal sito del Corriere Cesenate del 19 aprile 2025

Gerusalemme sia la città del Dio della pace
Coincidenza di date, occasione unica
(Gerusalemme) Celebrare la Santa Pasqua in una data comune è l’invito che papa Francesco ha sempre rivolto alle Chiese cristiane. Nel 2025 la data della Pasqua coincide nel calendario gregoriano e in quello giuliano e i cristiani, cattolici e ortodossi, saranno uniti nel celebrare la passione, morte e resurrezione di Gesù, centro e fondamento della fede cristiana. Nello stesso giorno, domenica 20 aprile, cade la Pesach, la Pasqua ebraica, che ricorda la liberazione dalla schiavitù in Egitto del popolo ebraico: guidato da Mosè raggiunse la Terra Promessa dopo un viaggio difficile lungo 40 anni.
Questa coincidenza di date di solennità importanti è insolita e, nel contesto storico attuale, può e deve essere un’occasione unica.
Gerusalemme, una città divisa dalla violenza
Gerusalemme, la città Santa per le tre religioni monoteiste, è il cuore del conflitto israelo-palestinese alla cui soluzione il mondo guarda come composizione di tanti altri conflitti. Gerusalemme vive le contraddizioni dell’umanità: nel raggio di poche centinaia di metri quadrati i Luoghi Santi per cristiani ebrei e musulmani sentono voci, canti e preghiere diverse ma simili e allo stesso tempo nella stessa città l’odio impedisce il diritto a professare la fede dell’altro. Gerusalemme è una città divisa dalla violenza, è la città che promette la vita della fede, è la città che provoca la morte dei cuori.
Non ci si può abituare alla violenza
Non ci si può abituare alla violenza avendo negli occhi la bellezza dei Luoghi Santi, dove si cammina rinnovando le promesse di Cristo. Vivere la Terra Santa significa camminare con le scarpe dei poveri, guardare con i loro occhi e da un’altra prospettiva la guerra e in quest’ottica chiedere pace, verità e giustizia. Chi vive in Terra Santa è testimone anche per chi guarda alla Terra Santa come si guarda all’origine della fede, alla sorgente della speranza, alla carità silenziosa e solidale.
Sia la data di un nuovo inizio
Chi vive la Terra Santa non può essere neutrale, assente o indifferente. Vivere la Terra Santa, anche da lontano, fa sentire il silenzio e l’arroganza di chi prepara la guerra, fa sentire la voce ferma e la semplice determinazione di chi chiede la pace. Per i cristiani la data comune della Santa Pasqua sia la data di un nuovo inizio per “ripartire, come gli apostoli, da Gerusalemme, luogo dal quale l’annuncio stesso della Risurrezione si è diffuso nel mondo”, come ci chiede il Santo Padre.
Chi ha fede rifletta sull’urgenza di percorrere uniti la strada della speranza
Le tre religioni monoteiste vivono quasi contemporaneamente eventi di fede importanti e significativi: è appena terminato il mese di Ramadan per i musulmani, i cristiani percorrono il cammino quaresimale che porta alla Santa Pasqua, il popolo ebraico ricorda e celebra la Pesach. Chi ha fede non guardi il calendario, rifletta sull’urgenza di percorrere uniti la strada della speranza per liberare l’umanità dalla schiavitù dell’odio. Chi ha veramente fede consenta all’altro di essere testimone di una fede diversa, gioisca reciprocamente nei rispettivi giorni di Festa, preghi perché Gerusalemme, Santa tre volte, sia riconosciuta come esempio universale di convivenza pacifica, come Città del Dio della Pace.
*Vicario Custodia di Terra Santa
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