Animazione liturgica. Il seminario “Cantare la liturgia: criteri, orientamenti, proposte”. Una proposta utile e apprezzata dai partecipanti

Due mezze giornate di formazione – 22 e 23 febbraio 2025 – offerte ai direttori di coro, ai coristi, agli organisti e a tutti gli operatori liturgici della nostra Diocesi presso la Casa di Spiritualità “S. Anna”. I criteri per la scelta dei canti, l’utilizzo del Messale Romano, l’importanza di una programmazione a lungo raggio sono alcuni degli input che la relatrice, sr. Elena Massimi FMA, ha offerto. Al termine dell’articolo, il materiale formativo utilizzato durante il seminario.

“Due cose commentano i fedeli alla fine di una celebrazione: se l’omelia è stata buona e breve e se i canti sono stati belli”: questa l’osservazione di sr. Elena Massimi FMA – Docente di Liturgia, responsabile della Sezione Musica Sacra dell’Ufficio Liturgico della CEI, primo presidente donna dell’Associazione Professori di Liturgia (APL) e Direttore di ‘Rivista Liturgica’, nonché curatrice della sezione musicale della nuova edizione del Messale Romano – all’inizio del seminario “Cantare la liturgia” per comunicare l’importanza della componente canora all’interno della liturgia.

Frutto di scelte sapienti, i canti devono essere orientati a far pregare.

Alcuni criteri oggettivi ha indicato sr. Elena come linee guida per la loro scelta: ad esempio, quello di leggere il testo senza musica, per capire se si può ricondurre a una preghiera, e quello di ascoltare la musica senza canto, per capire quali emozioni produce.

Inoltre, sr. Massimi ha sottolineato l’importanza del Messale Romano come guida per l’animazione musicale (scaricabile dal sito dell’Ufficio Liturgico Nazionale, come tutti i libri liturgici), facendo riferimento in particolare alle prime pagine, l’Ordinamento Generale, per le indicazioni di fondo, alle antifone del giorno, come guida per i canti di ingresso e di comunione, e a quelle parti per cui, solo per alcune solennità, sono indicate le partiture (il che rappresenta un chiaro invito al canto).

E che dire della scelta del canto di ingresso, tanto importante perché fa entrare il popolo di Dio nella celebrazione? Un canto in tono minore rispetto al solito, ad esempio, può rendere tangibile l’ingresso in Quaresima, o un canto mariano per le solennità della Madonna ci conduce pienamente nella realtà liturgica.

Positivo, inoltre, l’effetto “sorpresa” che alcuni sapienti accorgimenti possono produrre: la soppressione del canto di offertorio in Quaresima (tranne nella domenica “Lætare”), il “Mistero della fede” cantato in Avvento, il tono diverso di uno stesso canto di comunione nella Messa “In cœna Domini” rispetto alla Pasqua, per sottolineare l’unità del Triduo Pasquale ma la diversità dei momenti.

Un’arte, quella della regia musicale, per cui – come più in generale per la liturgia – non è possibile dire banalmente “si può” o “non si può fare”. Discernimento è la parola chiave: in base al tempo liturgico, al momento della liturgia stessa e, non ultimo, all’assemblea (fatta di giovani, piuttosto che di anziani, che può avere un suo repertorio tradizionale o diverse capacità canore). Un’arte che, è evidente, si impara facendo (e anche sbagliando!).

Buon senso ed equilibrio indispensabili buone caratteristiche del direttore di coro.

Inoltre, è bene che l’assemblea partecipi, ma – ha sottolineato ancora la relatrice – la partecipazione può avvenire anche tramite l’ascolto, e ciò non è in contrasto con l’actuosa partecipatio a cui invita la Sacrosanctum Concilium. Ad esempio – è ancora il caso del canto di ingresso – è possibile alternare parti di canto, come il ritornello, in cui interviene anche l’assemblea e parti in cui l’assemblea ascolta solo, come le strofe, che nel caso potrebbe eseguire la schola o un solista. Accorgimenti semplici che pure sfuggono, spesso, nelle nostre comunità e per cui basterebbe un minimo coinvolgimento dell’assemblea prima della celebrazione, anche a costo di iniziare l’Eucaristia con qualche minuto di ritardo.

Importante il tempo: utile un piano di formazione bi- o triennale rispetto a cui il coro – parrocchiale o diocesano – si darà degli obiettivi (nuovi canti, nuove abilità…). O anche, appena finito il tempo di Natale, l’indicazione della relatrice, l’opportunità di lavorare sul triduo pasquale, parallelamente alla Quaresima.

Queste solo alcune delle indicazioni offerte dalla prof.ssa Massimi. Rimandiamo alle registrazioni dei due momenti formativi per poter ripassare queste due utili e interessanti mezze giornate.

Infine, il momento dell’esercitazione, per gruppi, consistente nella programmazione musicale di una particolare celebrazione dell’Anno Liturgico. Il materiale fornito comprendeva la pagina del Messale Romano corrispondente a quella celebrazione.

Alla fine del seminario, i partecipanti, soddisfatti, hanno con entusiasmo auspicato che vi siano ulteriori momenti formativi di questo tipo.

In conclusione, la celebrazione eucaristica, nella cappella della Casa di Spiritualità S. Anna, animata dagli stessi coristi.

Di seguito, il materiale formativo, scaricabile, utilizzato durante il seminario.

Una necessità importante quella formativa che don Vito Burdo ha sentito sin da quando è stato incaricato di guidare la Sezione “Musica Sacra” dell’Ufficio Liturgico Diocesano. Ecco il senso di questo incontro programmato da mesi e di un altro seminario, più tecnico, sulla vocalità, tenuto lo scorso anno, di cui cogliamo l’occasione per riproporre le registrazioni.

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Giuseppe Longo

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