“Grazie, don Pino!” | 11. L’azione pastorale svolta all’interno della CEB

L'impegno di mons. Caiazzo nella Conferenza Episcopale di Basilicata, nei nove anni trascorsi a Matera, è stato particolarmente intenso per le tante problematiche che hanno investito la comunità lucana.

La partecipazione di mons. Caiazzo alla Conferenza Episcopale di Basilicata è stata caratterizzata da alcune particolarità. Innanzitutto, col Metropolita di Basilicata mons. Salvatore Ligorio, che ha preceduto don Pino nella reggenza dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina, si è stabilita una straordinaria intesa forse dovuta all’amore intenso che entrambi i Pastori hanno avuto per il popolo materano. Poi, il rapporto con la CEB di mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, dal 12 febbraio 2023, è diventato ancora più intenso avendo ricevuto la guida in persona episcopi della Diocesi di Tricarico, assumendo le deleghe del precedente vescovo, mons. Giovanni Intini. Delle quattro deleghe proprie: Pastorale giovanile, Liturgia, FIES e Problemi sociali e il lavoro, certamente l’ultima è quella che ha richiesto più impegno, assolto bene anche grazie ad una particolare sensibilità che don Pino naturalmente si ritrova.

Infatti, in una regione che da sempre è afflitta dal dramma della disoccupazione, il settore che può essere considerato il più critico e impegnativo è certamente quello dei problemi sociali e del lavoro. Nel seguito si prenderanno in considerazione solo alcuni momenti del lavoro intenso che mons. Caiazzo ha svolto in seno alla CEB. 

Basta ricordare un evento climatico eccezionale che riversò sul fantastico terreno agricolo della fascia metapontina una fortissima grandinata accompagnata da una pioggia intensa per due giorni, il 12 e 13 maggio 2019, in cui si produsse una devastazione di tutto quel territorio compromettendo il raccolto di frutta pregiata come fragole, pesche ed albicocche. Mons. Caiazzo, accompagnato dai parroci locali, ha visitato tutti quei territori portando parole di conforto e incoraggiamento a resistere a quelle avversità. In quella occasione, tra l’altro disse: «La natura che è madre, talvolta si ribella agli abusi che la devastano, pensiamo agli stravolgimenti climatici per effetto del surriscaldamento del clima sul pianeta».

Un altro momento difficile durante il ministero episcopale di mons. Caiazzo a Matera si è verificato all’inizio dell’anno 2020 quando in Basilicata sono stati individuati ben 17 siti di stoccaggio delle scorie nucleari a fronte dei 67 in tutta Italia, per la maggior parte situati nel territorio della provincia di Matera. Al fine di approfondire la problematica delle scorie nucleari l’Arcidiocesi di Matera-Irsina, con mons. Caiazzo in prima fila, ha organizzato, con il team del giornale diocesano di Matera-Irsina Logos-Le ragioni della verità, un incontro in videoconferenza che ha messo insieme più soggetti istituzionali facendo sentire la voce della Chiesa di Matera. In quella occasione furono presenti, il vescovo di Matera, i presidenti delle Province di Matera e Potenza, il sindaco di Matera, il direttore della Delegazione Regionale Pastorale Sociale del Lavoro, l’Assessore all’Ambiente ed Energia della Regione, i presidenti delle CDAL delle Diocesi lucane, il presidente della CRAL e vari esperti del settore.        

Il problema della ricerca dei siti di stoccaggio delle scorie nucleari si è trascinato stancamente avanti, tant’è che ancora oggi è un problema irrisolto ma, in occasione dell’Epifania del 2021, mons. Caiazzo, a nome di tutta la CEB, invia un messaggio in cui, tra l’altro, dice: «Sento tuttavia di ricordare il pensiero che noi vescovi della Basilicata sul tema dell’ambiente avevamo già espresso in modo chiaro nella lettera di Natale del 22 Dicembre 2020. Ne riprendo un passaggio: vogliamo contribuire anche noi a educare le coscienze per favorire una profonda “conversione ecologica” che porti a plasmare una chiara “cultura ecologica”, che, come insegna Papa Francesco, “è uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico» (LS,111).

Ma il problema del lavoro, come si diceva innanzi, resta sempre all’ordine del giorno perché è un processo continuo di perdita di posti di lavoro che coinvolge in maniera grave tutta la Basilicata. A tal proposito, in occasione del primo maggio del 2020, in piena pandemia covid, mons. Caiazzo, in quanto vescovo delegato,  lanciò un messaggio diretto soprattutto al mondo istituzionale sottolineando che il problema della perdita dei posti di lavoro costituisce un’emergenza ormai patologica regionale che comporta danni sociali considerevoli, oltre che economici. Infatti, così si espresse: «In tutti i settori, dalle piccole alle grandi aziende, alle già precarie condizioni di alcuni compartimenti industriali come quelli della Ferrosud, della Val Basento, della Val d’Agri e altri, si sono aggiunte quelle del turismo, del Terzo Settore e della Cultura. Anche le aziende che si occupano di comunicazione, dalle TV private ai quotidiani, hanno grosse difficoltà ad esercitare la loro attività». Sempre in quella occasione, auspicava che il tempo di sofferenza per il covid in corso potesse diventare occasione buona per pensare ad alcune iniziative per una rinascita ad ogni livello.

Non può mancare un altro argomento che si trascina, ormai, da anni e per il quale si spera in una felice conclusione visto che il dibattito ed i pericoli per l’occupazione sono quanto mai attuali. Trattasi del grande stabilimento auto Stellantis, ex SATA-Fiat, di Melfi, che nel 2024 occupava 7200 dipendenti, oltre ad altre migliaia nell’indotto, provenienti anche dalle altre regioni limitrofe e che produce circa la metà di tutte la auto Stellantis in Italia.  

Le prime avvisaglie di crisi si verificarono nel 2021 per cui la Conferenza Episcopale di Basilicata, attraverso il suo Delegato per i problemi sociali e del lavoro, mons. Caiazzo, espresse il disappunto dei vescovi lucani manifestando “la loro vicinanza a tutti i dipendenti del polo industriale di Melfi, che soffrono per le recenti notizie circa i tagli di una linea produttiva e, di conseguenza, tagli dell’occupazione per migliaia di lavoratrici e lavoratori”. “Un’economia che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza” (Papa Francesco, Videomessaggio ai partecipanti all’incontro “The Economy of Francesco – I giovani, un patto, il futuro», 21 novembre 2020) è l’economia necessaria per lo sviluppo della nostra terra di Basilicata“.  I vescovi, in quella occasione auspicarono un ripensamento da parte dei vertici di Stellantis.

Purtroppo è storia di oggi che la partita è ancora aperta ed i pericoli di riduzione drastica di tagli del personale non sono del tutto scongiurati.

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Domenico Infante

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