“Grazie, don Pino!” | 3. Il primo Sinodo della Diocesi di Matera-Irsina: “Vino nuovo in otri nuovi”.

È il sinodo diocesano l’evento che ha segnato profondamente la prima parte dell’episcopato di mons. Caiazzo. 150 rappresentanti della nostra Chiesa locale sono stati chiamati, nello stile della corresponsabilità, a interrogarsi sullo stato di salute della Diocesi e a fare discernimento per esprimere proposte operative perché la nostra Chiesa fosse capace di rispondere alla chiamata originaria di portare “Dio agli uomini e gli uomini a Dio”. Un lavoro intenso di quasi quattro anni che ha avuto il suo culmine nel 2019, mentre Matera viveva il suo anno di gloria come Capitale Europea della Cultura.

Il Sinodo – dal greco syn e odòs, alla lettera “fare strada insieme” – è l’evento dell’episcopato di mons. Caiazzo che forse più di ogni altro resisterà all’usura del tempo. Perché il primo dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina, per l’intensità in sé dell’evento che per quasi quattro anni, dall’avvio della fase preparatoria alla consegna degli Atti, ha interessato l’intera Diocesi attraverso 149 delegati – laici, sacerdoti, diaconi, seminaristi, religiosi, appositamente nominati dall’Arcivescovo – e per il necessario perdurare dei frutti che ha prodotto e, speriamo, possa produrre ancora.

Il sinodo diocesano è stato il segno più eloquente dell’impostazione ecclesiologica di mons. Caiazzo che, sin dall’inizio del suo mandato, ha più volte ripetuto: “Tutti siamo corresponsabili!”, espressione della sua audacia pastorale e della fiducia nella virtù di ogni battezzato. Lungi da clericalismi e dal timore di ascoltare o di chiedere di mettersi a lavoro.

L’anno preparatorio

Forse qualcuno ricorderà una serie di questionari che furono somministrati a partire dagli ultimi mesi del 2017 nelle 53 parrocchie della Diocesi per “auscultare” lo stato di salute della vita di fede di ogni comunità, della qualità celebrativa, dell’efficacia nell’annuncio del Vangelo, dell’appartenenza ecclesiale, della coerenza di vita. Questo l’anno preparatorio – la fase “narrativa” – in cui, parallelamente alla raccolta dei dati nelle comunità particolari fu dato spazio, attraverso interventi di relatori qualificati, al “recupero” delle costituzioni del Concilio Ecumenico Vaticano II e all’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”: un po’ le coordinate in cui muoversi.

Nel 2019, anno di Matera-Capitale: 18 sessioni per ascoltarsi e proporre

La celebrazione di inizio del Sinodo (sabato 12/01/2019):
il Cancelliere Arcivescovile, don Vittorio Martinelli, legge il Decreto di indizione del sinodo

Era sabato 12 gennaio 2019, primi vespri della festa del Battesimo del Signore, quando coloro che sarebbero diventati i delegati al Sinodo si sono recati in Cattedrale per partecipare ad una liturgia della parola per pronunciare assieme la professione di fede e hanno firmato la propria nomina, segno di accettazione libera e responsabile di un compito a cui prestare fedeltà.

Alla fine. è stata consegnata ad ogni parrocchia una icona del Sinodo, che è ancora oggi segno visibile di questo evento così importante della nostra Chiesa in molte delle nostre chiese.

Diciotto sessioni quindicinali attraverso tutto il 2019 svoltesi quasi tutte nella Casa di Spiritualità “S. Anna” di Matera: i delegati, divisi in 10 tavoli sinodali di una quindicina di elementi ciascuno, si sono interrogati di volta in volta su un capitolo dell’Instrumentum Laboris per mettere meglio a punto le criticità emerse nella fase narrativa ed esprimere alcune proposte operative: “Qual è la Chiesa che vogliamo?”.

Ogni tavolo aveva un moderatore e un segretario, mentre il segretario generale del sinodo era mons. Filippo Lombardi, Vicario Episcopale per la Pastorale: è lui che ha curato la regia e ha predisposto il questionario preparatorio e diversi documenti, è lui che contattava via mail i delegati inviando il materiale di riferimento prima di ogni sessione e dai segretari riceveva le sintesi dei singoli gruppi di confronto.

“Un bel lavoro, che richiede passione, serenità di giudizio, sguardo profetico, dedizione amorevole alla Chiesa e all’uomo, apertura alle periferie esistenziali, capacità di inclusione e di accoglienza delle
fragilità”: sono le parole proprio di don Filippo, prima di iniziare i lavori.

I delegati hanno lavorato tanto anche da casa, meditando di volta in volta su un capitolo dell’Instrumentum laboris per giungere nelle sessioni con idee chiare e proposte fondate. Un grande credito di fiducia quello che ogni delegato ha ricevuto, considerando che dall’espressione di ciascuno sarebbe potuto discendere qualche concreta decisione in termini di prassi ecclesiale.

Un incontro si svolse a Irsina, essendo calendarizzato per il 16 settembre, giorno di S. Eufemia.

Le ultime sessioni sono state finalizzate all’approvazione del documento finale.

Un momento dell’approvazione del documento finale

 “Vino nuovo in otri nuovi”: lo slogan

«Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».

(Dal Vangelo di Luca | Lc 5,37-38)

È al rinnovamento globale della persona che viene a contatto con il Vangelo, che conforma anche le abitudini che potrebbero sembrare più esteriori, che questo passo evangelico si riferisce. Questo il desiderio di rinnovamento radicale di mons. Caiazzo, attraverso il Sinodo, per la Chiesa materana.

Se il primo Sinodo della Chiesa di Matera-Irsina si concludeva ufficialmente il 25 gennaio 2020, alla vigilia della pandemia da Covid-19, due volumi (“La preparazione e la celebrazione: relazioni, documenti, omelie” e “Orientamenti e norme”) sono stati predisposti proprio durante i mesi di lock-down e consegnati dall’arcivescovo ai delegati e ai membri dei consigli pastorali al termine della celebrazione Diocesana del Corpus Domini, svoltasi per ragioni sanitarie all’aperto, in Piazza Duomo, giovedì 3 giugno 2021.

I volumi che sono nati dal Primo Sinodo Diocesano

Il Sinodo non è finito!

Ora, ciascuno è chiamato, nella responsabilità, ad applicare i principi e le norme scaturiti dal Sinodo nella vita corrente della nostra Chiesa.

Dalla consegna degli atti è iniziato il “Cammino sinodale”: un cammino di Chiesa secondo lo stile della comunionalità, della compartecipazione, dell’ascolto delle reali esigenze spirituali e umane. Diverse sfide la cui urgenza il Sinodo ha messo a fuoco, sono aperte e oggetto di attenzione: la formazione liturgica delle nostre assemblee e la qualità delle celebrazioni, l’impostazione dei cammini di formazione alla vita cristiana, una fede sempre più incarnata nella vita, la necessità di istituire in ogni parrocchia i consigli pastorali, la formazione biblica.

Nel frattempo, il Sinodo si sta concludendo nelle altre Diocesi italiane: è stata un’esplicita richiesta di papa Francesco avviare un sinodo in ciascuna Chiesa locale e in tutta la Chiesa Italiana mentre noi, a Matera, eravamo già a lavoro. Siamo stati dei precursori: cosa entusiasmante, anche se, purtroppo, così non abbiamo vissuto il nostro cammino in sincronia con quello analogo delle altre Chiese italiane. E ora alcuni di coloro che furono delegati al Sinodo Diocesano stanno partecipando al sinodo nazionale, giunto alla sua ultima fase, quella “profetica”.

Concludiamo questa finestra sul Sinodo con le parole che lo stesso mons. Caiazzo riporta nell’introduzione al “Documento finale del Primo Sinodo Diocesano”:

L’esperienza, particolarmente arricchente, ci ha dato la dimensione di quanto la nostra Chiesa sia ricca di fermenti positivi, desiderio di una rinnovata adesione al Vangelo e apertura a quanto lo Spirito Santo suggerisce e della disponibilità a lasciarci trasformare dalla Grazia, nell’operare una vera e propria conversione missionaria, volendo incidere nel tessuto sociale delle nostre comunità.

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.

Giuseppe Longo

Latest videos