È sempre la Parola di Dio che richiama la liturgia della parola della terza domenica del tempo ordinario: nell’Anno A, viene Gesù presentato nell’atto di percorrere “la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo” (cfr Mt 4,23). Nell’anno B, invece, ascoltiamo che Gesù “dopo che Giovanni fu arrestato, andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Infine, nell’Anno C – oggi –, il Vangelo parla del rotolo del profeta Isaia che Gesù fu chiamato a leggere, di sabato, nella sinagoga e che Lui commenta con l’omelia più breve che si sia mai sentita: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato” (cfr Lc 4,16-21).
Ancor di più quest’anno ascoltiamo nella prima lettura, tratta dal libro del profeta Neemia (Ne 8,2-4.5-6.8-10), che da sempre la Parola di Dio veniva proclamata, spiegata ed è stata, prima per il popolo ebraico, poi per quello cristiano, luce e guida nel cammino della vita.
Sebbene già il Concilio Ecumenico Vaticano II con la costituzione “Dei Verbum” avesse concorso a rilanciare la conoscenza della Parola, al mondo d’oggi la Parola di Dio è, alle volte, ancora la grande assente di coloro che pure ritengono di essere cristiani “doc”.
Metteva in guardia nel IV secolo S. Girolamo, che tradusse la Bibbia in latino:
“La non conoscenza della Parola di Dio è ignoranza di Cristo”
Al termine della settimana dell’unità dei cristiani è facile riflettere sull’importanza che i cristiani di altre confessioni religiose hanno attribuito più di noi alla Parola di Dio, lampada ai nostri passi.
“Quando l’uomo comincia a leggere le divine scritture, Dio torna a passeggiare con lui nel Paradiso Terrestre” (Sant’Ambrogio)
Un’idea di papa Francesco
Così, papa Francesco, nel 2019 ha lanciato l’iniziativa della Domenica della Parola, meglio la “Festa della Parola di Dio” con la lettera apostolica “Aperuit illis” (AI). “Aprì loro il senso delle scritture” è il titolo in italiano della lettera ed è riferita ai discepoli di Emmaus che ascoltarono per bocca di Gesù risorto quanto a Lui si riferiva della Legge e dei profeti.
“Le comunità troveranno il modo per vivere questa Domenica come un giorno solenne. Sarà importante, comunque, che nella celebrazione eucaristica si possa intronizzare il testo sacro, così da rendere evidente all’assemblea il valore normativo che la Parola di Dio possiede. In questa domenica, in modo particolare, sarà utile evidenziare la sua proclamazione e adattare l’omelia per mettere in risalto il servizio che si rende alla Parola del Signore.
È fondamentale, infatti, che non venga meno ogni sforzo perché si preparino alcuni fedeli ad essere veri annunciatori della Parola con una preparazione adeguata, così come avviene in maniera ormai usuale per gli accoliti o i ministri straordinari della Comunione.
I Vescovi potranno in questa Domenica celebrare il rito del Lettorato o affidare un ministero simile” (AI, 3).
Così, in questa domenica, per mano del Vescovo di Roma, in S. Pietro, viene affidato ad una quarantina tra uomini e donne rappresentanti il popolo di Dio dei cinque continenti il ministero del lettorato.
“Spero nella Tua Parola” (Sal 119)
Il tema della domenica della Parola di Dio di quest’anno è “Spero nella Tua Parola” (Sal 119), in linea con il tema del Giubileo che stiamo vivendo “Pellegrini di speranza”.
La Domenica della Parola di Dio ci stimola a riprendere in mano la Parola, a leggerla, a meditarla. Nell’occasione di questa domenica potremmo prendere la buona abitudine di meditare, al mattino, il Vangelo del giorno per lasciarci da esso guidare nell’arco di tutta la giornata. Non di meno utile sarebbe riscoprire il metodo della lectio divina, tramandatoci da uomini che erano in intimità profonda con Dio.
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