“Dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati”

La Mensa "Don Tonino Bello" offre ben oltre 200 pasti caldi giornalieri, tra pranzo e cena, in presenza oppure d'asporto. Fondamentale è l'opera di don Angelo Tataranni che, prima di dare un pasto a chi sta nel bisogno, offre ai suoi ospiti parole di conforto insieme alla Parola di Dio che dà speranza anche nelle situazioni più difficili.

“La povertà oggi assume sempre più i tratti di un fenomeno poliedrico e dinamico”, si legge nella premessa dell’ultimo Rapporto Caritas delle povertà 2024 in Italia, dove i vari indicatori ne misurano l’intensità e le modalità nei suoi vari aspetti; tra questi, molto significativi sono gli indici di povertà relativi e assoluti.

I dati ISTAT 2023 ci dicono che a livello nazionale le famiglie in povertà assoluta sono l’8,4% della popolazione totale, mentre gli individui sono addirittura il 9,7%. Nel Mezzogiorno le famiglie in povertà assoluta sono il 10,2% mentre gli individui ammontano al 12,0%.

Da questo rapporto è risultato che il problema della fame diviene di giorno in giorno più grave, soprattutto nel Sud Italia, dove, da sempre, esiste un forte divario rispetto al resto del Paese. La Basilicata, in cui si trova Matera, inoltre, è negli ultimi posti per reddito pro capite a livello nazionale.

Dare da mangiare agli affamati è, dunque, la prima delle sette opere di misericordia corporale, che va spiegato ma soprattutto compreso al fine di attuarlo nei contesti giusti. Comprendere profondamente il valore della fame dell’uomo significa anche dare senso al valore trascendente che in essa è contenuto.    

Alle persone che da sempre vivono in situazioni di difficoltà dobbiamo aggiungere i nuovi poveri determinati dagli arrivi di immigrati sempre più massicci nei porti del Sud, dall’incremento delle separazioni, dall’aumento della disoccupazione dovuta alla chiusura di piccole e medie aziende, dal lavoro precario, dai salari bassi che non consente di vivere ad una famiglia con bambini, dall’incremento della ludopatia o dalla dipendenza dall’alcool. Tutte queste emergenze determinano innanzitutto il problema della difficoltà alle persone di potersi sfamare ed ancora più grave di non poter assicurare un pasto ai bambini.

Conseguentemente, per risolvere il bisogno primario della fame, un numero sempre maggiore di persone ricorre alle mense solidali, che, spesso, sono in affanno. Tra queste a Matera la mensa solidale “Don Tonino Bello”, creata da un sacerdote illuminato e molto sensibile, don Angelo Tataranni, parroco della chiesa di San Rocco. Don Angelo, adattando un poco alla volta alcuni locali sottostanti la chiesa parrocchiale e acquistando le necessarie attrezzature per approntare pasti, vive del contributo e del volontariato di privati cittadini, delle associazioni, della offerta di vivande da parte di supermercati e ristoranti.

Dar da mangiare agli affamati non è solamente fare un dono, praticare un’opera antropologica oppure compiere un atto di giustizia, ma significa soprattutto adempiere ad un’opera di fraternità che vede nel fratello bisognoso il volto di Dio.

La Mensa “Don Tonino Bello” offre ben oltre 200 pasti caldi giornalieri, tra pranzo e cena, in presenza oppure d’asporto. Fondamentale è l’opera di don Tataranni che, prima di dare un pasto a chi sta nel bisogno, offre ai suoi ospiti parole di conforto insieme alla Parola di Dio che dà speranza anche nelle situazioni più difficili.

Ma l’opera di don Angelo Tataranni non si limita alla Mensa don Tonino Bello perché in locali adiacenti ha creato un centro di prima accoglienza per dare una risposta urgente, in attesa di essere prese in carico dalle pubbliche istituzioni, a quelle persone che vengono a trovarsi in una situazione di disagio improvviso.

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Domenico Infante

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