Ma intorno agli anni 1922-23 per volere del neo Papa Pio XI vi fu una ridefinizione dell’Azione Cattolica. Pubblichiamo le prime conclusioni che trae il giovane Gianmarco Rondinone a partire dalla consultazione dei Bollettini della Parrocchia San Giovanni battista in Matera, “I Santi Medici”, redatti sotto la direzione dello stesso padre Marcello Morelli, che lì fu parroco dal 1924 al 1953.
Bollettino “I Santi Medici” – agosto 1924
Ecco il primo numero del mensile voluto dall’allora arcivescovo di Acerenza e Matera, Mons. Anselmo Pecci, “I Santi Medici”, uscito la prima domenica di agosto 1924.
Sono numerosi paragrafi sull’Azione Cattolica (AC) in cui ci siamo imbattuti, che ci hanno incuriosito e invogliato a continuare questa ricerca storica.
Papa Pio XI e l’Azione Cattolica
Se la fondazione dell’Azione Cattolica Italiana risale al 1867 ad opera di Mario Fani e Giovanni Acquaderni che danno vita al primo nucleo della “Società della Gioventù Cattolica Italiana”, che molti anni dopo prende il nome di AC, erano gli anni 1922-1923 quelli in cui il Card. Achille Ratti, appena salito al soglio petrino con il nome di Pio XI (1922-1939), riforma l’AC. Si conviene pertanto fissare in questo periodo l’atto di nascita della moderna AC che durerà fino al Concilio Vaticano II.
Con la sua riforma, venne fuori quella nuova organizzazione che doveva fare da modello per le associazioni laicali di tutto il mondo: essa era unitaria e centralizzata, in stretto collegamento con l’autorità ecclesiastica, almeno apparentemente coesa e quindi capace di esercitare un’influenza massiccia sulla società. La “nuova” AC segue le direttive di Papa Pio XI, che si evolve e rinnova al passo con i tempi. Per il suo fondamentale contributo all’associazione, egli fu soprannominato “Il Papa dell’Azione Cattolica”.
Nella Diocesi di Acerenza-Matera. La lettera di mons. Pecci “Per l’Azione Cattolica”
Alle sollecitazioni del Papa, l’allora Vescovo della Diocesi di Acerenza e Matera Mons. Anselmo Pecci (1907-1945) risponde con due lettere pastorali.eb
La prima (1924), intitolata “Per l’Azione Cattolica”, tramite tra il Santo Padre e la Diocesi.
La lettera prende avvio proprio con l’art. 1 dello Statuto dell’Azione Cattolica appena approvato da Papa Pio XI a testimoniare l’importanza che per l’allora nostro vescovo aveva l’adesione all’associazione: “L’unione delle forze cattoliche organizzate per l’affermazione, la diffusione, l’attuazione e la difesa dei principi cattolici nella vita individuale, familiare e sociale, costituisce l’Azione Cattolica Italiana”
Padre Marcello Morelli e la Parrocchia San Giovanni Battista
Forte la volontà di padre Marcello di ascoltare e supportare il desiderio di Papa Pio XI: “Ormai l’Azione Cattolica è una necessità urgente e inderogabile e por mano ad essa tocca un po’ a tutti, ma in specie ai parroci, i quali hanno avvertito che, come afferma il Santo Padre, essa Azione è parte integrante il ministero parrocchiale”
La città di Matera infatti – continua mons. Morelli nell’articolo di cui riportiamo la scansione del testo originale – coglie e risponde all’impulso prima di Papa Pio XI e poi di mons. Pecci in maniera “consolante e fattiva riorganizzando il vecchio e glorioso circolo della gioventù cattolica ‘Contardo Ferrini’ che ha sede proprio nella Parrocchia di San Giovanni”. Qui, infatti, le donne sono già impegnate attivamente ed in poco tempo hanno ottenuto già più di cento adesioni da parte delle “Giovani Cattoliche”. “Prosperi e felici inizi” sono le parole di Mons. Morelli: le nuove associate partecipano con entusiasmo alla Novena dell’immacolata. “Urgono alle porte le “beniamine” (o “piccoline”).
Proprio il 29 novembre, leggiamo ancora in un articolo dei “Santi Medici”, primo giorno della Novena dell’Immacolata, si costituisce il primo consiglio provvisorio dell’AC diocesana, presieduto dalla sig.na Maria Mennonna insieme alla sig.na Lina Bardicchia, entrambe insegnanti.
E l’8 dicembre, nella cosiddetta tradizionale “Festa dell’Adesione” brulicano i tesseramenti.
“E gli uomini? Sono capaci di organizzazione religiosa i nostri uomini? Par di no, lo dicono tutti!”, continua padre Morelli. Eppure domenica 7 dicembre dello stesso anno, alla riunione degli “uomini cattolici” si contano 50 partecipanti.
Ecco oggi pomeriggio 7 dicembre, nella parrocchia di S. Giovanni Battista in Matera, la Tavola Rotonda “100 anni di AC. Storie di Speranza”.
La Festa dell’Adesione
Un cenno alla festa dell’Adesione, visto che siamo alla vigilia di quella del 2025, di seguito le locandine relative alla Parrocchia S. Giovanni Battista in Matera e S. Giovanni Bosco in Marconia.
Sul sito dell’AC della diocesi di Roma leggiamo:
“La sera dell’8 dicembre 1870, i giovani soci della Società della gioventù cattolica di Roma, organizzarono una serie di luminarie per le vie di Roma in occasione della solenne apertura del Concilio Vaticano I. La tradizione di celebrare l’8 dicembre la Festa della Gioventù cattolica viene introdotta a Roma nella seconda metà degli anni Venti con l’approvazione del nuovo regolamento diocesano della Società della Gioventù Cattolica Italiana. Con il nuovo Statuto del 1969 viene sancito ufficialmente che l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, è la Festa dell’adesione”.
Ecco l’appuntamento di domani, festa dell’Adesione Nazionale.
La seconda lettera di Mons. Pecci: “Per l’Azione Cattolica. Ubbidienza”
Con la lettera pastorale dell’anno 1925, Anno Santo come il 2025 che ci apprestiamo a vivere, intitolata “Per l’Azione Cattolica. Ubbidienza”, Mons. Pecci evidenzia come dopo la lettera dell’anno precedente, evidentemente è ancora necessaria una delucidazione ai diocesani: non tutti i sacerdoti hanno dato linfa a questo progetto tranne qualcuno tra cui probabilmente l’abate Marcello Morelli stesso, definito “uno dei parroci più a modo”. Pecci conclude la lettera con un monito ai suoi sacerdoti sulla necessità di occuparsi dell’Azione Cattolica “L’Azione Cattolica è tanto necessaria quanto lo è e deve esserlo un programma ben definito di cura d’anime, rispondente alle attuali esigenze. non dovrebbe quindi occorrere altro per convincerci del dovere che abbiamo tutti di occuparcene”.
L’abate Morelli è sempre in sintonia con il suo vescovo Pecci. La loro caparbietà, ma anche il loro linguaggio a volte aspro, duro e incisivo, li ha accomunati più volte nel progetto condiviso di rendere l’AC una realtà affermata e radicata in Diocesi. Nascono diverse sezioni di AC, tra cui ricordiamo in particolar modo la sezione “S. Maria delle Nove” a San Giovanni, la sezione “S. Cecilia” in Cattedrale, “Immacolata” in S. Pietro Caveoso, “Cristo Re” in S. Agostino.
Scrivi un commento