Il capolavoro di Rai Fiction di inizio 2021
Boom di ascolti – quasi 6 milioni di spettatori – lo scorso 3 gennaio su RaiUno per la fiction su Chiara Lubich (Trento, 22 gennaio 1920 – Rocca di Papa, 14 marzo 2008), fondatrice del movimento dei “Focolari”. Interpretata da Cristiana Capotondi, sotto la regia di Giacomo Campiotti, Chiara è una rivoluzionaria, la prima suora laica nella storia della Chiesa e la prima donna alla guida di un movimento religioso. Il film, realizzato per il centenario della nascita di Chiara, è ben costruito: denso, toccante e movimentato da sapienti flashback. Belle le musiche.
«Cosa fai con quel vangelo?», le chiede un sacerdote. «Lo leggo!», lei risponde. Proprio al coraggio anche di Chiara – nemica di quella «falsa prudenza coltivata dal diavolo» – dobbiamo il fatto che oggi siamo incoraggiati a nutrirci in abbondanza della Parola di Dio: prima del Concilio Vaticano Secondo – strano ma vero – la lettura del Vangelo era interdetta ai laici senza la guida del prete. “Dove due o più sono riuniti nel mio nome”, leggono un giorno Chiara ed alcune amiche dal vangelo di Matteo: allora concludono che c’è Dio in mezzo a loro e la gioia che provano ne è il segno. In piena seconda guerra mondiale, Chiara e le amiche prendono casa insieme a Trento e nasce il primo “focolare”. Il comandamento dell’amore e l’impegno per l’unità, che apprendono leggendo, questa volta, Giovanni (Gv 15-17), diventano loro programma di vita.
Alcune delle loro famiglie boicottano la vita comunitaria che iniziano a condurre e il servizio ai poveri a cui si dedicano, di qualunque credo religioso essi siano. Ma i frutti di stima e simpatia di cui il gruppo gode nella città consentono al vescovo di approvare l’opera, e tuttavia voci malevole giungono fino in Vaticano.
Due anni di colloqui – Chiara è una donna, non ha titoli di teologa – portano, nel 1952, Pio XII a pronunciarsi a favore del movimento dei “Focolari”, a condizione che però Chiara si dimetta dalla direzione. Pur prostrata dal dolore, Chiara obbedisce. Dovrà attendere 12 anni per poterne riassumere la guida: i tempi dell’uomo non sono sempre i tempi della Chiesa né i tempi di Dio.
Tra tutte le scene ne cito solo una per non privare del giusto effetto sorpresa chi non ha visto il film: l’incontro di Chiara con Ines, una delle amiche ‘della prima ora’ che un giorno poi, però, ha lasciato il “focolare”: tra gli stessi monti dove il gruppetto muoveva i primi passi, Ines torna ora con il marito Enrico e la figlia Chiara e, dopo anni, si riabbraccia con la Lubich. Oggi i “Focolari” sono diffusi in 180 paesi, raggiungono miliardi di famiglie con la “Parola di vita” e l’impegno della Lubich per il dialogo tra le religioni è stato riconosciuto in tutto il mondo.
Chi vuole può recuperare su RaiPlay la visione di questo capolavoro per cui ha lavorato anche il materano Saverio D’Ercole.
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