Otto anni dopo l’enciclica Laudato si’ papa Bergoglio, con l’enciclica “Laudate Deum”, ritorna in maniera decisa su temi che lo allarmano molto e sui quali da tempo ha posto la sua attenzione. Con la Laudato si’, ha esortato il mondo della politica a non avere uno sguardo miope, fermo sul successo immediato senza prospettive a lungo termine e poi ha invitato tutti a liberarsi dall’egoismo, anima delle società consumistiche, esortando a cambiare i propri stili di vita.
In questi anni, l’enciclica Laudato si’ ha avuto una grande influenza a livello mondiale suscitando un vastissimo dibattito, non solo nel mondo cattolico, sull’atteggiamento verso la salvaguardia del creato. A tale proposito è importante ricordare che fu lo stesso papa Francesco a definirne il contenuto chiarendo che “l’etichetta ambientalista”, che molti gli avevano attribuito, non era esatta e specificò: “Non è un’enciclica verde ma un’enciclica sociale”, ribadendo il concetto nell’aprile 2020 ai membri della Fondazione Centesimus Annus. Un’occasione questa che permise al pontefice di sottolineare l’importanza dello sviluppo di un’ecologia integrale quale priorità a livello internazionale, nazionale e individuale e di auspicare una maggiore sensibilità sui temi ecologici con l’adozione, da parte di molte nazioni, degli obiettivi di sviluppo sostenibile concordati con le Nazioni Unite.
Fatta questa premessa – dopo aver affrontato e analizzato il tema della transizione ecologica con alcune riflessioni sul saggio “Abitare la terra – Quale via per la fraternità universale?” di Leonardo Boff e sulla “Conversione ecologica: energie per cambiare rotta”, argomento discusso in una delle piazze alla 50^ Settimana Sociale dei cattolici di Trieste – occorre ritornare a riflettere sui contenuti delle due encicliche in cui l’ecologia è stata uno degli argomenti centrali degli oltre dieci anni di pontificato di Papa Francesco.
Il 21 agosto 2023 Papa Francesco, durante un incontro in Vaticano con una delegazione di avvocati europei, annunciò una seconda enciclica sempre sull’ambiente, come ulteriore integrazione della “Laudate sì”. Infatti, nell’incontro disse: “Sono sensibile alla cura che voi rivolgete alla casa comune e al vostro impegno per partecipare alla elaborazione di un quadro normativo in favore della protezione dell’ambiente. Non dobbiamo mai dimenticare che le giovani generazioni hanno diritto a ricevere da noi un mondo bello e vivibile, e che questo ci investe di gravi doveri nei confronti del creato che abbiamo ricevuto dalle mani generose di Dio. Grazie per questo contributo. Ho deciso di scrivere una seconda parte della Laudato si’ per aggiornare i problemi attuali”.
I nove anni trascorsi dall’uscita dell’enciclica “Laudato si”, hanno confermato l’analisi e le tesi di Papa Francesco. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che gli effetti della crisi climatica hanno pesanti ripercussioni sull’economia non solo in termini di danni causati da fenomeni estremi in quasi tutte le zone del mondo, ma anche perché con l’avanzare della desertificazione, con lo scriteriato taglio delle foreste, con lo scioglimento dei ghiacciai, si generano fenomeni migratori su larga scala, come quelli che dal continente africano portano migliaia di uomini, donne e giovani a morire nel deserto o nella traversata del Mediterraneo al fine di approdare in luoghi più accoglienti. Questa pressione sul mondo ricco (gli stessi problemi si ritrovano alla frontiera Messico – Stati Uniti e in altre parti del mondo) hanno poi conseguenze sul piano politico, spesso ricordate da Papa Francesco.
Dopo otto anni dalla “Laudato sì”, Bergoglio con l’Enciclica “Laudate Deum” (4 ottobre 2023) ha ritenuto necessario apportare alcuni aggiornamenti in cui ha tenuto conto di fatti come l’ulteriore aumento delle temperature, gli eventi meteorologici estremi, la pandemia da CoVid-19 e la Guerra in Ucraina.
L’accoglienza dei documenti nel mondo ecclesiale, tuttavia, non è avvenuta ovunque a braccia aperte. La Conferenza Episcopale Statunitense, ad esempio, ha boicottato la divulgazione dell’opera, preferendo discutere sui temi di natura morale e sessuale. Purtroppo, per costoro, gli eventi accaduti dal 2015 ad oggi hanno confermato la giustezza delle tesi espresse nelle due Encicliche, le quali sottolineano che la crisi sociale non è distinta dalla crisi ambientale. Nei suoi interventi Papa Francesco, oltre alle riflessioni sulla sacralità della vita umana, ha sempre ribadito la necessità di bloccare la deforestazione, ridurre le emissioni di anidride carbonica e ridare dignità ad ogni essere vivente. Se si legge con molta attenzione l’enciclica Laudate Deum, si è profondamente colpiti dal rilievo e dal valore che assumono le parole per Papa Francesco, cosa che dovrebbe valere per tutti. Ne segnaliamo tre: “urgenza, visione e responsabilità” che disegnano un cammino dagli snodi cruciali che si pongono all’attenzione generale quando si parla di crisi climatica in questo preciso momento storico.
Infine, non va dimenticato, ed occorre sottolinearlo, che Papa Francesco in tutti questi anni ha inviato messaggi alle Cop (Conference of parties) dei Paesi firmatari della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC), insistendo sulla riduzione dei gas serra per non aumentare il riscaldamento globale, sull’arresto del consumo di suolo, sullo stop alla deforestazione e soprattutto insistendo sulla necessità di politiche lungimiranti che non mettano a rischio il futuro delle nuove generazioni. Stiamo affrontando una “sfida di civiltà”, scrisse in occasione della Cop 25 (Madrid 2019).
In vista della Cop 26 di Glasgow (2021) il Papa riunì in Vaticano scienziati, esperti e leader religiosi, tra cui l’imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyeb e il patriarca ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo I per l’incontro “Fede e Scienza”. E per la Cop 27 del 7 e 8 novembre 2022 a Sharm el-Sheikh, scrisse: “Non stanchiamoci di adoperarci per la drammatica urgenza del cambiamento climatico. Mettiamo in atto scelte concrete e lungimiranti, pensando alle giovani generazioni prima che sia troppo tardi”. Nella Cop 28 di Dubai (30 novembre/12 dicembre 2023), sebbene impossibilitato a partecipare di persona a causa di problemi di salute, la dichiarazione di Papa Francesco, consegnata dal Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin al presidente Al-Jaber, sottolineava i valori espressi nella Laudato Sì e nella Laudate Deum. Papa Francesco ha rimarcato l’importanza di affrontare il cambiamento climatico come “una questione sociale globale intimamente legata alla dignità della vita umana”, sottolineando con forza: “che i cambiamenti climatici in atto derivano dal surriscaldamento del pianeta, causato principalmente dall’aumento dei gas serra nell’atmosfera, provocato a sua volta dall’attività umana, che negli ultimi decenni è diventata insostenibile per l’ecosistema”.
Purtroppo, il mondo politico, nonostante il crescere delle evidenze scientifiche sul cambiamento climatico, ha assunto posizioni verso l’ambiente progressivamente lassiste. Basta guardare quello che è accaduto nell’America Latina: in Brasile, con le campagne di deforestazione e in Argentina con incendi e desertificazione. In altri continenti assistiamo ad uragani devastanti e inondazioni catastrofiche.
In tutto il mondo si è imposto un capitalismo sfrenato, da quello cosiddetto democratico dell’Occidente a quello autoritario della Cina, con tutte le conseguenze del caso. Non si è mai levata una voce alternativa, se non quella di Papa Francesco, della maggioranza della comunità scientifica, di organizzazioni di cittadinanza attiva, di giovani e studenti. Ecco perché la “Laudato si’” e le riconferme espresse nell’enciclica “Laudate Deum” costituiscono, purtroppo, una denuncia isolata rispetto al pensiero dominante.
Le due Encicliche di Papa Francesco sono state e rappresentano un’attenzione profonda e una analisi interessante sullo stretto rapporto tra crisi sociale e crisi ambientale, che dovremo tutti analizzare con maggiore attenzione e sostenere con azioni e iniziative, poiché pone una visione critica nei confronti della politica contemporanea, dell’economia e della gestione dell’ambiente.
Papa Francesco identifica con grande precisione il problema affermando: “non reagiamo abbastanza” (LD, n. 2). Questa esortazione meriterebbe una risposta concreta da parte di tutti; ci chiede di reagire con approfondimenti e azioni concrete.
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