Pisticci. Novena ai santi patroni: bilancio pienamente positivo. Ora la peregrinatio di S. Rocco nelle frazioni

Pisticci e le sue frazioni sono in festa per S. Rocco dal primo di agosto. Una bella novena partecipata da diverse comunità e stasera a Marconia l’accoglienza “a braccia aperte” dell’effige del santo patrono di cinque centri della nostra Diocesi. Ecco come Pisticci si prepara al giorno più lungo dell’anno.

Era antica tradizione, abbandonata nei primi decenni del secolo scorso e ripresa durante l’episcopato di Mons. Ligorio, avviare i festeggiamenti in onore di S. Rocco all’inizio del mese di agosto.

Ecco, anche quest’anno, lo sparo dei 31 colpi oscuri che annunciano l’inizio della festa in onore del santo di Montpellier, protettore dell’intero territorio pisticcese, all’alba del primo agosto. E sempre l’1 agosto, la processione della statua di S. Rocco dalla cappella a lui dedicata sino in chiesa madre, l’intronizzazione, l’apertura dell’“armadio dei martiri”, il prelievo della reliquia e l’inizio del solenne novenario avviato quest’anno da don Antonio Lopatriello giunto nella sua Pisticci con una bella rappresentanza della sua comunità parrocchiale “Mater Ecclesiæ” di Bernalda.

Sì, ogni giorno è stato presente un diverso sacerdote con la sua comunità. Questa la felice intuizione di don Rosario Manco, parroco della chiesa madre di Pisticci che ha dato vigore alla novena di quest’anno.

“La Novena è andata molto bene: grande partecipazione. Salire in chiesa madre non è facile nel mese di agosto, eppure abbiamo avuto tanta tanta gente” sono le parole di don Rosario alla fine del novenario da cui trapela la sua contentezza.

Una bella esperienza di comunione ecclesiale che continua in questi giorni con la peregrinatio della statua di S. Rocco attraverso le frazioni di Pisticci: Pisticci Scalo, Tinchi con la sosta alla REMS, Marconia, dov’è stata appena accolta stasera “a braccia aperte” – riferisce don Filippo Lombardi, parroco di “S. Giovanni Bosco” –  e domani in parrocchia si tiene un intenso momento di preghiera sino a mezzanotte.

Alcune giornate particolari

Il 2 agosto, in cui sono giunti due autobus da Salandra con don Fabio Vena. Un incontro tra due comunità legate alla figura di S. Rocco. “Una bella esperienza che ci incoraggia anche per i prossimi anni a stabilire legami con le altre comunità che hanno per patrono S. Rocco”, commenta ancora il parroco.

Il 3 agosto, in cui la novena è stata presieduta da don Mattia Albano, altro sacerdote pisticcese, e animata dalla sua comunità parrocchiale di S. Antonio, insieme ai cori parrocchiali, ai Ministri Straordinari della Comunione e agli Adoratori della Cappellina dell’Adorazione Perpetua. Con queste parole commenta don Mattia le serate di preparazione a S. Rocco 2024: “Esprimo un ringraziamento nei confronti di don Rosario perché ha ben saputo organizzare la novena in onore di S. Rocco, arricchendola di presenze sacerdotali nuove e invitando anche le intere comunità di appartenenza. Una novena che negli ultimi anni è stata riscoperta e ha avuto un ruolo di vitale importanza per far riaccendere in tanti pisticcesi un senso di devozione nei confronti di S. Rocco”.

La terza serata della novena ai santi patroni pisticcesi, presieduta da don Mattia Albano (03/08/2024)

Un ricordo particolare anche del 4 agosto, la “giornata dei bambini”, novità di questa edizione della festa. “Ottanta-novanta bambini in processione con una delle statue di S. Rocco che abbiamo in paese: tutti in cammino, bambini e adulti, entusiasti anche sotto la pioggia”, continua don Rosario.

La processione di “S. Rocco dei bambini”. Domenica 4 agosto, per una buona parte sotto la pioggia.

“Con l’Istituto Comprensivo ‘Padre Pio da Pietrelcina’, che ha sede sia a Pisticci sia a Marconia – continua don Rosario – abbiamo avviato un progetto con la scuola dal titolo ‘La festa di S. Rocco’ che tra l’altro ha previsto un concorso in cui i bambini si sono cimentati nella rappresentazione del santo”.

Non meno intensa la serata dell’8 agosto, dedicata agli ammalati, con la presenza di una serie di gruppi e associazioni: ‘Agata-Volontari contro il cancro’, l’Unitalsi, le Caritas Parrocchiali, i medici e gli operatori sanitari, e il gruppo pisticcese ‘Amici di Gesù’ del Rinnovamento nello Spirito che ha animato la celebrazione eucaristica presieduta da don Antonio Mattatelli, esorcista ed evangelizzatore. “La sostanza della vita è Dio e se la malattia permette di avvicinarsi a Dio, ben venga la malattia. Per quanto possa essere grande la sofferenza, essa può donarci la grazia del regno di Dio. San Rocco si è occupato degli ammalati, ne ha guarito tantissimi ed è stato egli stesso ammalato. Imitiamo San Rocco nel cercare di raggiungere la meta della nostra vita che è il Paradiso. Imitiamolo nell’amore verso gli ammalati”, sono alcune delle parole dell’omelia di don Antonio Mattatelli, ricca di spunti di riflessione. Nella stessa eucaristia è stato amministrato il sacramento dell’unzione agli infermi presenti.

Ultima, non per importanza, la serata del 9 agosto, festa di S. Teresa Benedetta della Croce, con don Francesco Di Marzio che nello scorso mese di maggio ha presieduto la Peregrinatio Mariae nel territorio di Pisticci paese. Sul binomio “vergine e martire”, epiteti relativi alla santa commemorata quel giorno, si è concentrata la riflessione di don Francesco: “due parole che ormai si sentono solo in chiesa. La verginità, più che un fatto prettamente fisico, è sinonimo di sequela, adesione fedele, alla volontà di Dio”.

“Diversi stati d’animo caratterizzano l’attesa della festa di S. Rocco: stupore, emozione e ‘stranamente’ silenzio”, racconta Antonella Rinaldi, catechista e collaboratrice di don Rosario in chiesa madre. “Dico ‘stranamente’ perché tutto intorno è rumore e trambusto eppure non manca chi si ferma contemplativo in silenzio. Ripensando alle giornate della novena mi ritorna in mente il terzo giorno: un bambino è con i suoi nonni in chiesa madre. Cosa fa davanti all’effige di S. Rocco? Beh, guarda e tace, i suoi occhi sono colmi di meraviglia, lucidi di commozione, consapevole che quella non sarà la solita festa, ma un evento straordinario”.

Il senso della festa nella vita di fede una comunità

Così racconta S. Rocco il giovane sacerdote pisticcese don Mattia Albano, parroco di “S. Antonio”: “Credo che il 16 agosto sia per Pisticci come il Natale o la Pasqua a livello mondiale: una giornata di festa particolare e di grande importanza: mamme chiamate a preparare pranzi, case che si riempiono… si riuniscono le famiglie, gli amici. Ci si ritrova intorno alla mensa per condividere il pranzo, una risata… La chiesa madre e il piazzale sono stracolmi di fedeli trepidanti che attendono l’uscita dell’effige del santo dalla chiesa: così parte una processione lunghissima che attraversa tutto il paese per concludersi, dopo aver girato per tutto il paese per oltre 10 ore, a sera, nella piazza che circonda la cappella di S. Rocco, che spero possa essere a breve riaperta al culto. Una tradizione che va avanti da secoli ed è chiamata a trasformarsi anche in relazione alle necessità dei tempi che percorriamo.

Una festa che costa fatica a tante persone: laici che voglio ringraziare perché si impegnano lasciando da parte impegni personali e familiari e si dedicano alla riuscita di una festa.

Questo è S. Rocco: giorni frenetici, di confusione sicuramente, di chiasso… dove non si accendono solo le luminarie ma le luci in tanti cuori, volti di migranti e di lavoratori e universitari fuorisede che si rivedono: è un tornare alla vita: S. Rocco è ‘la Pasqua’ di Pisticci”.

“S. Rocco per noi è uno stato d’animo. A tal proposito ho pensato – sono le parole di Antonella Rinaldi – che Dio per catturarci nella sua rete d’amore a maglie larghe le pensa tutte, perché nessuno si senta costretto ma accolto ed amato. E questo lo fa tramite S. Rocco e il suo esempio”.

Ma ci sono anche delle belle sfide pastorali da affrontare. A proposito, sottolinea don Rosario: “La festa è soprattutto evento di fede. Stiamo cercando di gettare qualche seme in una stagione in cui la festa era diventata prevalentemente ‘civile’: da ‘popolo in festa’ per S. Rocco, Pisticci rischiava di essere ‘popolo festaiolo’. Stiamo cercando di far recuperare la dimensione della festa eucaristica”.

“Viviamo in un comune frammentato – riferisce don Antonio Di Leo, parroco di “Cristo Re” – dove, a volte, è difficile la comunione, agire insieme. Devo dire che solo S. Rocco ancora riesce veramente ad unire tutti, a tenere tutti d’accordo. Allora, dire ‘Evviva S. Rocco’, possa voler dire anche: ‘Evviva il nostro essere unica comunità, unico popolo nella Chiesa universale’. E possa significare sentirsi in cammino tutti insieme, pur nella diversità e nelle distinzioni che sono sempre ricchezza, ma in un cammino unitario”.

In questi giorni di novena – sono ancora le parole di Antonella Rinaldi – ci siamo ritrovati tutti ai piedi di S. Rocco uniti e stretti l’uno con l’altro. Che questa unione possa solidificarsi sempre più e possa legare le nostre comunità”.

S. Rocco è stato un pellegrino. Questo lo lega al popolo che è anch’esso pellegrino, e spesso tra le sofferenze. Ecco S. Rocco tanto invocato anche ai tempi del Covid. Ma tante – continua don Rosario– sono le ‘pesti’ dei nostri giorni: le divisioni, le guerre, altre forme culturali che possono disgregare il valore della famiglia e della vita”.

Non solo somiglianza di S. Rocco col popolo pellegrino ma anche, fa notare don Antonio, “somiglianza di S. Rocco con Cristo: questo ci deve far innamorare sempre più di lui, della sua figura, del suo esempio”.

La statua di “S. Roccone” (in chiesa madre, cappella navata sinistra),
portata in processione dalla chiesa madre a S. Antonio in occasione dell’ottava di S. Rocco

“Tutti i pisticcesi – questo l’auspicio di don Mattia – possano riscoprire un’autentica devozione a S. Rocco, che è fatta di comunione, a volte di correzione… nasce da Cristo e ci fa capire che in questo mondo camminiamo verso un’unica meta: la santità, il Paradiso… Con un incoraggiamento particolare ai giovani a passare bene queste giornate di festa: in armonia, in compagnia, con prudenza perché la vita è preziosa, va custodita e bisogna rispettare il creato e tutti gli ambienti affinché le feste possano essere momenti belli e non cupi, tristi, di scontri e di negatività. Che S. Rocco possa sempre benedire il nostro paese, lo possa custodire, difendere e dare una carezza d’amore a chi più ha bisogno: ammalati e poveri, anziani e bambini”.

Alle origini della festa

Riportiamo, per concludere, l’intervento del prof. Roberto Grossi, docente di materie letterarie appassionato di storia locale, sulle origini del culto dei santi patroni pisticcesi: Madonna Assunta (un tempo Vergine del Crocifisso), S. Rocco e S. Vito.

Si ringrazia la Parrocchia S. Pietro e Paolo per le foto.

EVVIVA SAN ROCCO!

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Giuseppe Longo

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